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Intanto c'è da mettere in salvo Rob ma soprattutto se stessi....
Ammetto, non ero preparato a vedere questo tipo di film e anche l'inizio con sangue da tutte le parti e pallottole che fischiavano per ogni dove non deponeva certo a suo favore. Mi sembrava di essere stato catapultato nel bel mezzo di una tarantinata senza senso di quelle in cui i morti ammazzati superano in quantità le battute di dialogo.
E invece subito qualcosa si è smosso in maniera diversa da quanto preventivato: certo il senso ha latitato praticamente per tutto il tempo della proiezione, il body count ha raggiunto cifre ragguardevoli, ma è scattata l'empatia per questi tre protagonisti, sporchi, sanguinari ma in fondo con un loro codice d'onore, non propriamente intelligenti e che sanno far cantare meglio le armi che azionare le corde vocali.
E se fino al recupero di Rob il film seguiva coordinate alla Rodriguez prima era, poi nella seconda parte c'è lo scatto in avanti che permette al film di guadagnarsi la benevolenza.
O meglio è uno scatto all'indietro, a fine anni '70, inizio anni '80 per la precisione.
I tre Oodie si trasformano in ideali eredi de I guerrieri della notte di Walter Hill, solo che qui siamo in pieno giorno, da qualche parte nel polveroso sud degli States, costretti a sterminare bande rivali che hanno una connotazione che più vintage non si può: dalle troie assassine ( citazione dal film, così le chiama Carlos) che fanno avere un certo sapore di deja vu facendo pensare al bordello de L'uomo dai pugni di ferro di RZA, altro tuffo nel passato, che vengono eliminate nel bar in una strepitosa sequenza che fa tanto Dal tramonto all'alba, ai pirati che vanno in giro con un autoblindo customizzato con tanto di teschio con le ossa incrociate e che sembrano estratti di peso da un Mad Max, per arrivare ai nativi americani che sono protagonisti dello scontro finale dal sapore spiccatamente western.
The Baytown Outlaws, esordio nel lungometraggio di Barry Battles ( che lo ha anche cosceneggiato) assolve perfettamente al suo dovere di intrattenimento a neuroni spenti,. Cita a piene mani dal passato, come già sottilineato, ma è tutto confezionato in maniera piuttosto ironica, insomma non ci si prende troppo sul serio e questa è l'arma vincente di un film che scorre veloce, tutto di un fiato.
Altro fattore che scatena approvazione è che le due presunte star del cast, Billy Bob Thornton che sfoggia una nuova idea in testa e una Eva Longoria molto più cicciosa e dimessa del solito, sono di fatto ridotti a comprimari di lusso perchè la scena è rubata dai tre fratelli Oodie: Brick, il capo, quello che aziona al meglio quei due tre neuroni non bruciati da alcool e sparatorie, McQueen ( Saetta o Steve) con il quoziente intellettivo di un polpo decongelato e Lincoln, una bestione di oltre due metri e tutto muscoli, che parla con un Grillo Parlante della Clementoni ( sic!) dopo aver subito lo schiacciamento della laringe in un incontro di wrestling.
In definitiva una visione tamarra di cui alla fine non ci si pente assolutamente....
( VOTO : 6,5 / 10 )
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