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The butler

Creato il 27 febbraio 2014 da Ussy77 @xunpugnodifilm

the-butler-locandina-italianaIl maggiordomo nero ci racconta la storia americana

Lee Daniels condensa la storia americana all’interno della Casa Bianca e si dà all’impegno civile. Tuttavia The Butler (2013) non convince pienamente a causa della sua strutturazione eccessivamente televisiva.

Cecil Gaines ha imparato il mestiere di domestico nella Georgia degli anni 20, nella tenuta del padrone che ha ucciso a sangue freddo il padre in un campo di cotone. Riservato ed educato, Cecil fugge dalla Georgia e approda a Washington dove riesce a costruirsi una famiglia e viene assunto come maggiordomo alla Casa Bianca.

Ispirato alla storia vera del maggiordomo della Casa Bianca Eugene Allen, l’ultimo prodotto diretto da Lee Daniels ripercorre sei insediamenti presidenziali (Ford e Carter vengono limitati alle immagini di repertorio), nei quali  compaiono l’anziano Eisenhower , Kennedy il “buono”, lo scurrile Johnson, il sinistro Nixon e l’ambiguo Reagan. E il risultato pare una pellicola politicamente corretta, impegnata civilmente e che tenta di comporre un apologo sulla presenza della comunità afroamericana nella storia americana. Ma l’impressione è quella di assistere a una soap opera perfetta, nella quale (casualmente) il figlio maggiore è impegnato in prima linea nella lotta per i diritti civili ed è testimone delle più importanti manifestazioni di dissenso (dai sit-in di Greensboro ai Freedom Bus, dalla fondazione delle Black Panthers a Martin Luther King), mentre quello minore vuole servire il proprio paese andando in Vietnam. L’interesse di mostrare le due campane (con nel centro l’atteggiamento servile e sommesso del padre) è evidente, non c’è ombra di dubbio, ma il tutto pare molto edulcorato, molto misurato e (apparentemente) inverosimile.

Tuttavia la pellicola prosegue seguendo un percorso predefinito fino ad arrivare all’insediamento di Obama, che viene accolto da lacrime di commozione e consapevolezza di aver vinto una battaglia. Il risultato però ne risente e la carrellata di star (impegnate in piccoli camei o apparizioni più pregnanti) non aiuta. E seppur il maggiordomo Whitaker (bravo a sostenere buona parte del film in solitaria, aiutato saltuariamente da una convincente Oprah Winfrey) riesca a emozionare (a tratti), The Butler risente della condensazione storica, della strutturazione filmica esageratamente televisiva, che suddivide il film in segmenti separati riconoscibili e che salta in modo arbitrario dalla Casa Bianca alle mura domestiche.

Non ci si scandalizza più rivedendo la brutalità ingiustificata dei bianchi nei confronti della comunità afroamericana, perlomeno se la pellicola non spinge sui tasti emozionali corretti, ma preferisce costruire un prodotto convenzionale, ovvero da botteghino. La storia di Eugene Allen perde interesse perché non svela niente di sconvolgente, non restituisce la dose necessaria di indignazione e commozione. L’umile (e schivo) narratore si tramuta in uno strumento per condurre la narrazione filmica, esibendo una retorica ridondante e stilemi didascalici, funzionali alla ricostruzione precisa, puntuale e banale. Difatti Daniels prosegue nella sua riscrittura critica della storia americana e l’impressione è che non consegni allo spettatore nulla di veramente innovativo. Un’occasione mancata.

Uscita al cinema: 1 gennaio 2014

Voto: ***


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