Fare un buon film horror, specie di genere, non puro ma contaminato dalla fantascienza, è sempre più difficile. Le banalità della trama si sommano spesso alle incongruenze delle sceneggiature e all'assenza sempre più marcata di ogni minima logica comportamentale dei personaggi.
Se pensate che stia scrivendo di The Colony (2013), film di Jeff Rengroe, avete indovinato.
Stavolta la scarsa fantasia di soggettisti e sceneggiatori ci porta in un'epoca, sul pianeta Terra, dove una nuova glaciazione ha seppellito una metropoli canadese sotto una coltre di ghiaccio e neve. I pochi sopravvissuti sono rintanati sotto terra e se la passano piuttosto male. Complica le cose una strana influenza che trasforma (e te pareva) i poveri abitanti delle colonie (ovvero le basi sotterranee dei sopravvissuti) in cannibali assassini.
Senza fare spoiler, evitiamo di dirvi il seguito per non annoiarvi inutilmente. Nel film è totalmente assente la logica, il normale comprendonio e un pur minimo senso della misura in ogni personaggio. Tutti sembrano preda di una strana frenesia che li porta a massacrare e massacrarsi, gettandosi anche in imprese fuori di senno, come andare a cacciarsi di proposito in una base piena dei mostri assassini di cui sopra, tanto per curiosare. Insomma, se cercate un minimo di senso in un film, dirigetevi altrove. Horror non significa imbecillità congenita dei personaggi e atti contro il buon senso comune. Che qualcuno lo dica a Rengroe, se lo incontra. Invitandolo, ovviamente, a cambiare attività.