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The Descent: part 2

Da Soloparolesparse

Neil Marshall aveva fatto un ottimo lavoro con The Descent e, pur lasciando la regia di The Descent: part 2 a Jon Harris, il risultato è comunque un horror ben fatto e capace di tenere alta la tensione, pur con alcuni cali che nel primo film erano pressochè assenti.

The Descent: part 2

Dalla carneficina del primo film si è salvata la sola Sarah che viene raccattata e portata in ospedale.
Ci rimane però solo un paio di giorni perchè lo sceriffo decide di portarla con sè in una spedizione di ricerca delle ragazze scomparse.
Sarah accetta, probabilmente perchè non ricorda niente di quanto accaduto.
Lo sceriffo è però convinto che la ragazza sia colpevole della morte delle sue compagne e così le cose vanno in vacca abbastanza presto.

Tornando nelle grotte Sarah ricorda quello che è successo ed invece di restarci secca per la paura, prende in mano la situazione e cerca di guidare il resto della comitiva (presto sterminata) fuori dall’orrore.
E l’orrore è lo stesso della prima volta: terribile creature bianchicce e completamente cieche che si muovono come bestie e sbranano tutto quello che trovano a portata di artigli.

The Descent 2 funziona pur partendo da un presupposto sbagliato: nessuno sceriffo porterebbe una ragazza appena ricomparsa nel luogo dove ha subito un trauma tanto evidente.
A parte questa premessa contestabile il film fila via liscio e godibile.
La comitiva scende nelle tenebre e noi già sappiamo a cosa vanno incontro. Nonostante ciò la prima apparizione di uno dei mostriciattoli è comunque ben realizzata e funzionale: momento di silenzio seguito da improvvisa comparsa (un classico che non manca mai di fare il suo effetto).

The Descent: part 2

Il meglio del film arriva però dagli aspetti più prettamente splatter.
Si sprecano gli sbranament, gli squartamenti, le giugolari recise e non mancano colpi di piccone, trapanazioni e litri di sangue che le protagoniste finiscono per bere gorgoglianti.
Un festival del gore per gli amanti del genere.

Rimane buona anche la parte thriller della vicenda e ci troviamo costantemente a cercare di capire chi è morto e chi invece può riapparire (e le sorprese da questo punto di vista non mancano).
Quello che invece manca è quel senso assoluto di claustrofobia che regnava in tutta la prima parte del primo film. Qui la discesa negli inferi è molto più naturale e meno preoccupante, l’orrore che ci aspettiamo no deriva dal restare chiusi lì sotto.

Massimo voto per la sequenza finale con i superstiti che cercano di raggiungere l’uscita scalando una vera montagna di resti umani e animali nel silenzio più assoluto per non farsi sentire dai mostriciattoli.
Da sola merita tutta l’attenzione possibile.


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