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The Dreamers
Titolo: The Dreamers
Regia: Bernardo Bertolucci
Sceneggiatura: Gilbert Adair
Genere: Erotico, Drammatico
Durata: 109 minuti
Interpreti:
Eva Green
Michael Pitt
Louis Garrel
di Jon Simow
Stavolta, miei cari lettori, voglio fare un tuffo nel passato, non troppo lontano, parlandovi di un film tanto poetico quanto pittoresco: The Dreamers.
Un film del 2003 diretto da Bertolucci e girato quasi totalmente in una casa parigina. Ed è proprio la casa ad essere una dei protagonisti del film, ma andiamo con ordine.
Il lungometraggio inizia presentandoci senza perdere tempo i tre protagonisti. Siamo nel 1968, Matthew (Michael Pitt), un studente americano fuori sede, nonché saltuaria voce narrante, conosce Isabelle (Eva Green) e Theo (Louis Garrel), due fratelli gemelli che si dimostrano subito molto amichevoli ospitando Matthew a casa loro durante l’assenza dei genitori per un mese.Come già anticipato, la dimora dei due ragazzi è al centro della narrazione. Molto pittoresca, lussuosa, ampia e trasandata, diventa il luogo del “gioco” dell’amore che i due fratelli intraprendono usando Matthew. Quest’ultimo infatti assiste ad un modo di vivere che inizialmente vede con gli occhi di un estraneo. Per lui è tutto così bizzarro, ad esempio come quando spia i due gemelli che dormono nudi e avvinghiati in posizioni molto sensuali, rimanendone sconvolto.
Solo con il passare dei giorni riesce quasi ad avvicinarsi e a capire la visione della vita di Isabelle e Theo.
Il disordine è una costante di ogni scena. Specialmente quella in cui i tre fanno il bagno insieme e tramite uno straordinario e ben studiato gioco di specchi vengono evidenziate diverse parti del corpo con l’obiettivo di accentuare l’erotismo del momento.
I tre protagonisti alternano vicende amorose ed erotiche con citazioni ai loro film preferiti (quelli amati dal regista stesso) inscenandoli e giocando a chi indovina per primo. In tutto questo i ragazzi si conoscono a vicenda. Scandiscono la propria posizione intellettuale e politica accrescendo anche il loro amore per il cinema.
Come già accennato, il contesto storico ha un’ importanza determinante. Ci troviamo durante gli anni delle rivolte studentesche (siamo nel pieno del Maggio Francese). Rivolte che a tratti attirano l’attenzione dei giovani tramite il caos che irrompe dalle finestre. Le strade sono sprofondate nello scompiglio. Ed è qui che si conclude il film. Theo e Isabelle vengono coinvolti finalmente nella lotta che impazzisce nelle strade parigine. E qui vediamo come i due cercano invano di coinvolgere Matthew che, a causa delle sue idee pacifiste, non si fa trascinare dal caos e dalla violenza del momento.In conclusione, ne consiglio la visione? Non a tutti. È uno di quei film godibili da un pubblico di nicchia, composto da spettatori che hanno una mente abbastanza elastica e aperta da poter capire pienamente il significato del lungometraggio. Un film poetico, grazie a dei dialoghi diretti e fluidi dei personaggi, e pittoresco, grazie all’ambientazione eccentrica della casa.
– Jon Simow