La capitale finanziaria d’Italia è niente rispetto a Reggio Calabria. Eppure, quando il consiglio comunale di Reggio è stato sciolto all’inizio del mese scorso, i pubblici ministeri milanesi hanno prontamente arrestato l’assessore lombardo alla Casa, Domenico Zambetti, con l’accusa di favoreggiamento a società controllate dalla ‘ndrangheta, la mafia calabrese. La polizia ha già arrestato 37 sospetti della ‘ndrangheta in Lombardia. Nel numero di confische di imprese e proprietà nel 2010 e nel 2011, la Lombardia è dietro solo alle regioni meridionali più note per mafia.
“La mafia è sempre stata qui. Quello che stiamo vedendo ora è l’evoluzione, con la criminalità organizzata che acquisisce sempre più aziende legali”, dice Claudio Gittardi, uno dei dodici pubblici ministeri della squadra antimafia di Milano. Alberto Barcella, presidente di Confindustria Lombardia, l’associazione degli imprenditori locali, dice che i membri non sempre sanno cosa affrontano. “I mafiosi lavorano in maniera sottile. Indossano giacche e cravatte, non portano fucili da caccia”, dice.
Nando Dalla Chiesa, professore di criminologia all’Università di Milano, consigliere del sindaco e figlio di un generale dei Carabinieri ucciso dalla mafia a Palermo 30 anni fa, è preoccupato che l’infiltrazione nell’economia italiana da parte della criminalità organizzata sia aumentata. “Tutto è negoziabile qui, tutto in vendita, e la ‘ndrangheta ha i soldi”, dice.
I problemi economici d’Italia creano nuove opportunità per i mafiosi nel rilevare le imprese in difficoltà. Un’economia parallela gestita dalla mafia è una prospettiva spaventosa per le imprese legali. Le imprese della mafia sono libere da preoccupazioni etiche riguardanti l’evasione fiscale, le leggi sul lavoro o sulla sicurezza, e il loro denaro e la disponibilità a corrompere sono in grado di creare un vantaggio competitivo. L’edilizia, per esempio, è un grande business per la ‘ndrangheta. Non è una sorpresa che l’attenzione dovrebbe concentrarsi su Expo Milano 2015, per il quale una gara d’appalto per la preparazione del sito del valore di 165 milioni di euro (210 milioni di dollari) è stata decretata nel mese di luglio. Le imprese sono ora invitate a presentare un’offerta per un valore di oltre 59 milioni di euro.
All’inizio di quest’anno il signor Barcella ha chiesto all’associazione degli imprenditori lombardi ulteriori azioni contro la mafia. Ma i magistrati vogliono che Confindustria faccia di più per incoraggiare i membri a segnalare le estorsioni. Un muro di silenzio è parte del modo in cui avvocati, commercialisti e banchieri aiutano la mafia. “Non sono sospettosi? Veramente non sanno che alcune operazioni sono sospette?” Chiede acutamente il Sig. Gittardi.
Traduzione dell’articolo del The Economist “Business and organised crime: Hands over the city“