Magazine Cinema
Origine: USA
Anno: 2014
Durata: 131’
Attori protagonisti: Denzel Washington
Quando penso ai film della mia infanzia è inevitabile che la memoria vada a pescare botte, esplosioni, botte, botte, esplosioni e frasi a effetto pronunciate prima di svuotare un caricatore. No, non sono nato in una prigione ucraina, né nel Bronx ma ho avuto l’enorme fortuna di portare sulle spalle il retaggio cinematografico della decade antecedente a quella della mia nascita, il pesante fardello degli action movie degli anni ’80. Fare oggi un film in quel modo risulterebbe ridicolo e caricaturale ai limiti del trash, per intenderci, otterremmo solo tanti The Expendables. È sostanzialmente questo il motivo per cui per The Equalizer avevo aspettative nulle e forse per lo stesso motivo mi ha soddisfatto.
Antoine Fuqua ci riprova. Il regista di Training Day richiama alle armi colui che proprio con quel film vinse l’Oscar, Denzel Washington, con l’intento di mettere in piedi uno spaccatutto alla vecchia maniera. Attenzione, The Equalizer non è un film CON Denzel Washington, è un film SU Denzel Washington: Robert McCall, un ex CIA, il migliore che ci sia stato, il più addestrato, il più intelligente, dopo essersi ritirato alla soglia dei sessant’anni a vita tranquilla, si vede “costretto” a tornare attivo eliminando chiunque gli si metta davanti. Denzel Washington, un attore sessantenne, dopo tanti personaggi con semiautomatica in mano e sangue freddo a litri, torna ancora una volta a interpretare quello figo e forte e non c’è faccino giovane e fresco di Hollywood che possa reggere il confronto.
Non badate al sottotitolo che hanno dato in Italia al film, “Il vendicatore”, Robert McCall non cerca nessuna vendetta, cerca di fare una vita tranquilla. Molto semplicemente, quando assiste a un’ingiustizia, interviene a riequilibrare i piatti della bilancia e quando interviene è brutale. Userà le mani, pistole, fucili, cavatappi, bottiglie, coltelli, martelli, trapani e un orologio da polso che gli serve per cronometrarsi. Per cro-no-me-trar-si. Un tizio di sessant’anni che scommette contro l’orologio quanto tempo impiegherà per fare piazza pulita quando decide di ammazzare tutti di botte. Fine della trama.
Il ritmo è cadenzato, così come la routine di Robert: lavoro, pranzo coi colleghi, lavoro, cena alla tavola calda, libri, letto. A un certo punto un fattore esterno altererà questa routine. Una ragazza, una giovane prostituta interpretata da una brava Chloë Grace Moretz, che cena sempre alla sua stessa tavola calda, finisce all’ospedale con la faccia tumefatta. Da qui Robert farà a pezzi un’organizzazione criminale russa (perché negli action degli anni ’80 i cattivi o sono russi o sono vietnamiti, no doubt) con tutta la nonchalance del mondo.
Non ho spoilerato. Questo film ha una trama talmente banale che sappiamo come finirà ancora prima che inizi. L’unico dubbio che può sfiorarci la mente è se Robert McCall farà la fine del John Creasy di Man On Fire o se riuscirà a salvarsi. Ma questo non è importante, può sicuramente essere un punto debole del film ma non si guarda sicuramente qualcosa del genere aspettandosi chissà che intreccio. In conclusione ci troviamo di fronte a due ore di buon intrattenimento ben girato, ben interpretato, sicuramente scritto senza uno straccio di idea nuova ma sicuramente godibile per tutti gli amanti del genere.
Ingmar Bèrghem
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