by Elia Andreotti · 12 aprile 2014
Presentato a Toronto lo scorso anno, The Fake è un ritratto duro sulla corruzione celata dietro la chiesa, e sul modo in cui essa contamina i rapporti sociali…
Min-chul è un padre di famiglia, alcolizzato, rude e poco incline all’altruismo. Egli torna, dopo lungo tempo, al villaggio dove aveva lasciato la famiglia, composta dalla moglie e della figlia adolescente. Qui, la costruzione di una diga diventa il simbolo di morte che condannerà il paese a venire sommerso dalle acque. In questa situazione si erge l’imprenditore Choi, capace di riportare la speranza, attraverso l’utilizzo della fede del reverendo Sung, a questo luogo già in fase di deperimento. Dietro le quinte però, un segreto viene custodito gelosamente; un segreto che solo il folle Min-chul proverà a svelare.Cattivissimo e graffiante, Yeon Sang-ho torna sugli schermi dopo il precedente pluriacclamato The King of Pigs, presentando un ritratto lucido dell’influenza sotterranea che la chiesa ha sui cittadini. Ma The Fake non è un superficiale film di denuncia sull’ipocrisia delle istituzioni. E’ invece un’analisi attenta sulle colpe e sui giochi di ruoli tra impresa e fede. Nessuna delle due può esistere senza l’altra. Ed è un meccanismo, quello di far soldi sulla miseria altrui, che colpisce per l’influenza che riesce ancora oggi ad avere sulla popolazione figlia di internet e della globalizzazione. Le contaminazioni culturali non contano, quando di mezzo c’è la perdita di ogni sicurezza personale. Ed è proprio per questo che i disperati abitanti del villaggio coreano del film, cadono trappola del trucco più vecchio del mondo. Ma stupisce anche l’arrivismo delle persone, che ancora oggi, nonostante alla morale si sia sostituendo una ben più limpida veduta sul mondo e sul caos che lo governa, si mostra così spudorato e senza rimpianti, così maligno e arido.
In questo flusso circolare di elementi
perfettamente bilanciati, si inserisce però uno squilibrato granello di sabbia, che finisce per intoppare il sistema e farlo esplodere, mostrando al mondo il disgustoso amalgama organico che nascondeva gelosamente al suo interno. Il granello in questione è l’antieroico Min-chul che, tornato a casa per meri bisogni economici, defrauda la stessa figlia e maltratta chiunque si ponga sulla sua strada. E’ per una frivola questione di vendetta personale, che l’incazzosissimo padre si metterà alla caccia di un truffatore a cui neanche la polizia sembra dar peso. E sulla lunghezza d’onda di una strada tinta del rosso del riscatto, Min-chul si metterà alle costole di questo falsario, venendo additato come demone e subendo la caccia da parte delle forze dell’ordine locali. In un turbinio di violenza, la corsa polverosa del genitore vendicativo finirà per intrecciarsi con la presa di coscienza di padre Sung, a dimostrazione che l’opera di Sang-ho ha da vendere molto di più di quello che le premesse sembrano offrire.The Fake è un inganno, un trabocchetto, e anche una volta svelato, non è detto che si debba volatilizzare. Spesso infatti non è così; spesso il peggio arriva dopo.
ARIDO SPACCATO CLERICALE
Regia: Yeon Sang-ho – Cast: Yang Ik-June, Oh Jung-se, Kown Hae-hyo, Park Hee-von – Nazione: Corea del sud – Anno: 2013 – Durata: 101′
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