by Elia Andreotti · 12 aprile 2014
Presentato a Toronto lo scorso anno, The Fake è un ritratto duro sulla corruzione celata dietro la chiesa, e sul modo in cui essa contamina i rapporti sociali…

Cattivissimo e graffiante, Yeon Sang-ho torna sugli schermi dopo il precedente pluriacclamato The King of Pigs, presentando un ritratto lucido dell’influenza sotterranea che la chiesa ha sui cittadini. Ma The Fake non è un superficiale film di denuncia sull’ipocrisia delle istituzioni. E’ invece un’analisi attenta sulle colpe e sui giochi di ruoli tra impresa e fede. Nessuna delle due può esistere senza l’altra. Ed è un meccanismo, quello di far soldi sulla miseria altrui, che colpisce per l’influenza che riesce ancora oggi ad avere sulla popolazione figlia di internet e della globalizzazione. Le contaminazioni culturali non contano, quando di mezzo c’è la perdita di ogni sicurezza personale. Ed è proprio per questo che i disperati abitanti del villaggio coreano del film, cadono trappola del trucco più vecchio del mondo. Ma stupisce anche l’arrivismo delle persone, che ancora oggi, nonostante alla morale si sia sostituendo una ben più limpida veduta sul mondo e sul caos che lo governa, si mostra così spudorato e senza rimpianti, così maligno e arido.
In questo flusso circolare di elementi

The Fake è un inganno, un trabocchetto, e anche una volta svelato, non è detto che si debba volatilizzare. Spesso infatti non è così; spesso il peggio arriva dopo.
ARIDO SPACCATO CLERICALE
Regia: Yeon Sang-ho – Cast: Yang Ik-June, Oh Jung-se, Kown Hae-hyo, Park Hee-von – Nazione: Corea del sud – Anno: 2013 – Durata: 101′
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