Nella mente del serial Killer
In una stagione televisiva, quella americana, caratterizzata da qualche conferma e poche novità, il nuovo anno si è aperto con una produzione di grande impatto emozionale e che in una manciata di episodi, ha già catturato il pubblico. Stiamo parlando del crime drama The Following. Al timone di questa spumeggiate serie, troviamo Kevin Williamson, reso celebre non solo grazie alla fortunata saga cinematografica di Scream, ma soprattutto viene ricordato per i successi televisivi di Dawson’s Creek e The Vampire Diaries. E’ più che normale quindi che si fosse creato grande fermento attorno a questa serie tv, eppure The Following in appena due episodi, arriva dritto al cuore dello spettatore, candidandosi come una delle produzioni tv più accattivanti di questa stagione televisiva. Mentre in America, la rete Fox festeggia il successo con più di 10 milioni di telespettatori ad episodio, in Italia arriva in anteprima sulle frequenze di Mediaset Premium dal 4 Febbraio.
Un ex agente dell’FBI, Ryan Hardy (Kevin Bacon) esperto nell’elaborazione di profili psicologici, ritorna in attività quando il diabolico serial killer che aveva arrestato nove anni prima, Joe Carroll (James Puferoy), evade dalla prigione nella quale era rinchiuso. Dopo aver individuato i suoi primi potenziali bersagli, l’ex moglie Claire Matthews (Natalie Zea) e l’unica donna ad essergli sopravvissuta, la dottoressa Sarah Fuller, Ryan Hardy, affiancato dagli agenti Debra Parker e Mike Weston (Aaron Ashmore) si ritrova a guidare una task force per catturare l’assassino, che nel frattempo sfrutta i social media per alimentare una sorta di culto degli omicidi seriali, una rete di serial killer sparsi negli Stati Uniti.
Questo in breve è solo l’incipit della vicenda che, episodio dopo episodio, si intreccia sempre più regalando allo spettatore quaranta minuti di puro intrattenimento, con l’aggiunta di un’atmosfera tesa ed asfissiante, sorretta da un cast molto valido. Così quindi possiamo riassumere l’essenza stessa di The Following. Non siamo però di fronte ad un classico crime drama procedurale, perché Kevin Williamson è riuscito a costruire una perfetta linea narrativa, che abbraccia tutti gli episodi. Un perfetto espediente dunque per non cadere in situazioni di già visto, permettendo allo spettatore di appassionarsi settimanalmente alla vicenda, e soprattutto dando agio di analizzare a fondo la psicologia dei singoli personaggi. Il bello di questo show sta proprio in questo; mentre la vicenda di fondo fila liscia come l’olio arrivando letteralmente al cuore dello spettatore tenendolo incollato alla poltrona, tutti i personaggi seducono con un fascino ammaliatore, facendo dimenticare quasi di stare a guardare un drama poliziesco. Kevin Bacon infatti, è favoloso nella parte di un tormentato agente della FBI; come il serial killer, interpretato da James Puferoy, che con un solo guardo fa scendere un lungo brivido dietro la schiena. Anche i personaggi di contorno non sono da meno; se il giovane Aaron Ahmore convince per le sue doti recitative, il comprimario Nico Tortorella nuovo adepto del serial killer, colpisce grazie alla sua bellezza sfavillante, tanto da farlo assurgere a vero sex-symbol della serie.
The Following quindi non sbaglia un colpo. E’ una serie che si ama incondizionatamente, non solo per dei personaggi che bucano lo schermo e una vicenda fluida ed allo stesso tempo ben architettata, ma soprattutto perche Kevin Williamson riesce a creare qualcosa di veramente elettrizzante in campo seriale, confermandosi uno dei più promettenti registi e sceneggiatori degli anni 2000. Con una prima stagione di ben 15 episodi, se queste sono le premesse, siamo certamente di fronte ad una produzione televisiva davvero all’avanguardia.
di Carlo Lanna