E adesso aspetterò domani, per avere nostalgia, signora libertà signorina fantasia, così preziosa come il vino così gratis come la tristezza, con la tua nuvola di dubbi e di bellezza. (Fabrizio De Andrè)
In un ipotetico vocabolario di parole da decifrare o tenere ben a mente, a metà del volume e supportata dall’eleganza di una lettera dall’ossatura alta e longilinea, Libertà si presenta con tutto il suo carico e la sua fierezza come una splendida donna che cammina per strada non curante degli sguardi maliziosi o incuriositi. Bella e distante, quasi irraggiungibile.
Una donna che viaggia con le cadenze delle vite altrui, appropiandosene e dando loro respiro, ossigeno, catarsi.
Un groviglio di definizioni cucite perfettamente addosso, da quando esiste lo scorrimento verbale e la forma scritta, un tentativo perenne di dipingerla e di spiegarla, una serie di frasi d’effetto e immagini suggestive che possano renderne l’idea. In questo modo sembra muoversi la libertà.
Nel ridondante balletto di racconti e visioni, spesso dimentichiamo della sua valenza e del suo passaggio, dimentichiamo la sua bellezza, riduncendola a una moglie scontata e presente, a una madre servizievole e accondiscendente, un’amante fissa e pronta a farsi trovare nel giusto tempo nel Motel che abbiamo scelto per lei.
Ma Libertà è donna sfuggente, è padrona delle strade, è velocista di professione, e se la sua cugina di carne Leggerezza trascorre l’esistenza tra I balconi dei desideri più vari e risiede nelle anime dei pensatori più puri, Libertà è altrove, è veloce appunto, e richiede sforzo, richiede una certa apertura mentale, richiede interesse, richiede attenzione, cura.
È negli intrecci delle mani che spingono un’auto ingolfata nella sabbia, mani che vanno a spingere per superare quell’attrito, volontà ai massimi termini e sudore concentrato, impegno intenso e repentino, per poi sentire il rombo del motore che sembra rinsavito e sganciato dal suo coma, e la macchina che inizia a macinare strada, e prende corsa, riprende a muoversi, per poi andare finalmente da sè, con le urla e gli incitamenti soddisfatti di chi ha sbloccato quella rigidità e I saluti appaganti dal finestrino di chi ormai scorre Libero alla guida e sente nuovamente il rumore del vento.
É nello sguardo di alcune finestre l’estate, quando di buona mattina si entra nelle cucine di case amiche e si è in procinto di consumare quella consuetine di caffè e buoni odori di cibo, quando un giorno sembra iniziare con il consueto ritmo. Ed è in quello sguardo fuori, a cogliere la luce, le voci dei passanti, o semplicemente un silenzio di alba e terra, con l’assenza di ogni pensiero sbagliato e con la voglia unica di godersi quell’attimo diversamente impegnativo ma tutto concentrato di intensità a salire.
Se scappa un sorriso o un lieve sibillio di polmoni, se gli occhi sono assonnatti o vispi e pronti ad affrontare un altro grammo di vita, la Libertà è concedersi quel fermo, sparigliare indifferenza e cogliere il gusto delle piccolo cose, in un tempo come il nostro in cui la quotidianità frenetica e isterica ha soppiantato ogni stasi salvifica.
É in altri gesti, è dentro alcuni oggetti, alcuni rituali.
Come una scala mobile o una carrellata fotografica, una raccolta di immagini fugaci, la libertà trionfa in una cravatta allentata in modo vigoroso e nel seguente sprofondare in poltrone bramate da stanchezza accumulata. É in ogni prato che varchiamo, in ogni danza che andiamo a intonare e celebrare con l’energia di passi e il cervello in spin off. Un vortice di colori e mani che fluttuano con fare selvaggio o tribale.
É in ogni posizione che prendiamo nei confronti delle cose che accadono e ci circondano, il punto della situazione che noi rivendichiamo, i diritti di cui vogliamo essere portatori e le opinioni che gelosamente tendiamo a esprimere senza remore o scarsità di coraggio.
É nel dna di alcune scelte, di alcuni percorsi. É nell’autenticità di certi legami, mentali come fisici, quando decidiamo di mantenere la nostra statura e il nostro buon senso a confronto con chi ci accostiamo, con chi si trova a condividere con noi le case, il lavoro, le pizze fuori, il letto o semplicemente l’autobus.
Si può essere liberi anche quando si è legati a qualcuno, nella misura in cui si mantiene autentico l’amore di sè , e si concede all’altro l’amore del “noi” senza mescolare insicurezze o bisogno di legittimazioni di coppia, o per ovviare a solitudini che terrorizzano perchè non colte e vissute senza il peso del domani, come se non ci si senta comunque soli anche quando si è circondati da genti e rumori.
Si potrebbe andare avanti e altrove, si potrebbe scovare la Libertà in ogni diario personale e in tutti i racconti occasionali come ricercati, ma certo è che La Libertà, per essere tale, per confluire in un certo modo e per goderla a pieno e con i picchi di buona e fresca intensità ha bisogno di essere colta e voluta, senza compromessi iniziali.
Se davvero la Libertà può essere descritta come una donna, allora deve essere afferrata, desiderata e amata.
Mai imposta, mai scambiata per qualcosa che ne richiama l’essenza ma ne riecheggia falsi moti.
La libertà deve essere presa, afferrata con forza e tenuta con cura. É veloce, è spesso onirica, spesso costa e spesso è semplicemente alla nostra portata.
La libertà è bella, ma di una bellezza autentica e poetica, di quella bellezza che per essere tale necessita di essere RICONOSCIUTA.
E poichè la libertà si muove anche e soprattutto attraverso la Musica, la Freak’s note di questa settimana alternerà moti liberatori che spaziano tra intimismi e sfoghi emotivi, come tra ventate leggere concesse da note ballabili e da suoni incalzanti e freschi.
Concedetevi il vostro sublime attimo di libertà, della durata di un brano o di un lungo corso temporale. Comunque la possiate pensare e qualunque accezione vogliate concedere alla vostra Idea di Libertà, mettetevi in ascolto del nostro grido fuori, poichè the Freak la libertà l’ha riconosciuta e la suona così…
Beatiful Day – U2
Take a walk on the wild side – Lou Reed
Born free – M.I.A.
Rebel Rebel – David Bowie
Superfreak – Rick James
Tubthumbing – Chumbawamba
Libero nell’aria – Sergio Cammeriere
If you’re feeling sinister – Belle and Sebastian