“Mi alzo al mattino con una nuova illusione” (Rino Gaetano)
Il rumore del mattino e il sapore di un caffè, la tazza fumante di un thè caldo, il bianco perlato di un latte in una ciotola, mattino ovunque e luci dell’aurora dispiegate in cieli complici.
Svegliarsi, destarsi, riprendersi dal sonno, ricominciare, incalzare, recuperare, alzarsi.
Il letto mantiene la forma dei nostri corpi con sagome che si schiudono tra le lenzuola, le gambe ritrovano il loro corso sanguigno, le ossa rigenerate scricchiolano all’avvento di una nuova giornata.
Il sapore del mattino è tale perché conserva la pastosità dei sogni che abbiamo lasciato andare, compiuti come spezzati, e si ciba di tutti i suoni e gli odori del nuovo giorno che siamo intenti a percorrere.
La mente al mattino viaggia con modalità proprie.
Ci sono i pensieri come gli sguardi attoniti e ancora stanchi, come a riprendersi da un coma vigile che ci ha avvolto la notte e di cui percepiamo la farmaceutica induzione all’abbandono, che va scemando.
Il rincarare dosi d’energia, perché necessarie, perché dalle prime ore di un mattino, appena nato, si devono comporre le attività consuete da affrontare nel prosieguo delle ore, che chiamano lavoro, studio, dolce e ripetuto far niente, e ancora lavoro e ancora studio per poi giungere alla sera, alla notte, e un altro giorno è andato a consumarsi, con la frenesia che solo un tempo in rotazione rapida può bruciare, e ancora un successivo mattino, in una progressione che sembra non avere fine.
E se Emily Dickinson inneggiava alla destinazione meritevole di pochi al poter godere delle luci dell’aurora, è forse perché in pochi colgono il potere del risveglio, in pochi si soffermano a contemplare il parto di un giorno vergine, non ancora sporcato o alterato o diversamente ornato e benedetto dalle nostre azioni.
Ci sono momenti mattinieri in cui gli umori si alzano dispiegando i loro moti positivi, in cui la leggerezza ne fa da padrona, e lo spirito benevolo sparge la propria potente carica fino allo schiudersi di quel giorno.
Ci sono altre giornate che sembrano annunciare il loro detestabile avviamento, perché il carico delle cose appare insormontabile, perché la luna non ha puntato a una candida resa notturna, e i nostri spiriti si muovono nefasti e alla ricerca di qualche Itaca salvifica.
Ci sono altresì mattini dal piatto verso, senza anima, come parzialmente anestetizzati, che richiedono uno sforzo ulteriore, come una trasfusione di senso che solo noi possiamo iniettare, perché il giorno, come la notte del resto, spesso si presenta come una tela bianca di un pittore, o una pagina limpida di quaderno da scrittore, immacolata e pronta a ricevere l’arte che ognuno può e deve riversare.
Come se l’opera o la storia dovesse essere personalmente composta e scritta, come se ci fosse un muro senza qualità che aspira a essere ritoccato, imbrattato, o decorato per avere un’identità precisa.
Il mattino è di tutti, o almeno di tutti coloro che si soffermano a contemplarlo.
Siamo noi che lo rendiamo speciale e monotono, sempre noi che ne decretiamo l’importanza come la completa inutilità.
Ma il mattino è come se fosse una genitrice collettiva dal ventre grande e alla portata di ogni figlio in procinto di nascere. Una madre assoluta che non fa distinzioni di gradimento, che accoglie tutti coloro che si sentono affiliati a lei.
Abbracciare il mattino è come abbracciare colui o colei che ci ha reso partecipi di questo corso di vita, e mettere un punto o un’asta, al nostro inizio giornata, è fondante e caratterizza fortemente tutto quello che succederà da li a poco, anche qualora dovessimo dimenticarci di tutti i buoni propositi, delle liste, dei planning, dei seri piani, dei sentimenti autentici, per non parlare dei pensieri nefasti, delle imprecazioni dirette, dei sani vaffanculo…. Tanto un altro giorno è iniziato.
I ragazzi di The Freak hanno scelto la loro colonna sonora che annuncia e accompagna il mattino, il loro, ma che può fungere a musica speciale per l’inizio della giornata di tutti, o almeno di tutti coloro che si metteranno in ascolto per godere della bellezza del giorno appena sorto.
The Freak sounds good
p.s. Questa Freak’s Note è dedicata a una persona che assapora il mattino in una terra lontana, e che ogni giorno dispiega il suo sorriso verso la vita che verrà in un modo talmente autentico e potente da imbarazzare e commuovere.
Ad Amir
Her Morning Elegance – Oren Lavie
Heaven can wait - Charlotte Gainsbourg
Buongiorno! - Luciano Pavarotti
Supersonic – Oasis
Feeling good – Muse
Don’t leave me – Regina Spektor
Hoppipolla – Sigur ros
Close to me – The Cure
Cigarettes and Chocolate Milk – Rufus Wainwright
Lisztomania – Phoenix
Splendere ogni giorno il sole – Max Gazzè
Sweet Disposition – Temper Trap