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The Futureheads – A to B (2005)

Creato il 06 luglio 2011 da The Book Of Saturday
The Futureheads – A to B (2005)

Ed eccomi di nuovo a dar giù di piccone, per questo vorrei coniare una nuova categoria (ma servono sempre i 2/3 dei voti con maggioranza qualificata del Collettivo o posso fare da me?): le “Sidistoccate”. Stavolta sotto la mia lente d’ingrandimento finiscono i Futureheads. Direte: ma chi te lo fa fare? E avete anche ragione, chi me lo fa fare, a parlare di un gruppo che non mi piace? E che mi ritrovo in discografia giusto perché in un periodo non precisato della mia vita mi capitò di interessarmi anche al fanta-punk. Già, perché poi l’appellativo di “punk”, che ritengo di per sé nobilissimo, quando viene associato a gruppi come quello in questione, massacra una storia intera di musica. E non parliamo di indie, alternative e robette varie, i Futureheads abbraccerebbero anche la classica se potessero: pur di esserci questo ed altro. Ecco il mio sentimento.

Prendo questo video perché mi sembra genuino, puro, via la maschera, concertino da club ristretto a pochi “fortunati”, platea in visibilio (?!), anche se non sembra. No, vi assicuro che, tutte le ragazzine e i loro fidanzati che stavano lì a cullarsi con la testolina, erano proprio presi da questa meravigliosa canzone dei Futureheads. Il visino faceva “si”, dondolando su e giù, tutti composti nel loro angolino di spazio vitale, non oso neanche ipotizzare il prezzo del biglietto: dai 10 euro alla cambiale in stile Vasco Rossi. Poco importa, ci  sarebbero andati lo stesso, non si poteva certo perdere questo storico live al Neumo’s di Seattle. Oh, non una città a caso! La patria di Jimi Hendrix, la culla del grunge! E mettiamoci pure la storia dei Seahawks, i vari Shawn Alexander e Matt Hasselbeck , è football, ma che fa?, non se ne accorge nessuno. E che questa è musica, chiederebbe poi qualcun altro? Dategli torto!

Ricordate il post sugli Angels & Airwaves?  E quello sui Dream Theater di Ytse Jam? Soprattutto questo, beh, se mi ero così esposto su Portnoy e la sua smania di protagonismo, figuriamoci cosa posso pensare di questi Futureheads qui, che si fanno belli accoppiandosi col microfono, scambiano passeggiate sul palco a passi di fenice zoppa, a destra, poi a sinistra, collo alla Totò, labbra arricciate a far finta di essere arrapatissimi, e fichi! Il pubblico sta là sotto comunque, un po’ di rispetto, direi. E passi anche la melassa del «A to B» (ma sono stonati loro o è proprio così? per favore non fatemi riprendere il disco…), ma sinceramente non riesco a comprendere tutta quella civetteria da parte di Barry Hyde su un solo di chitarra che con un po’ d’esercizio, fosse solo più volenteroso, riuscirebbe a rifare anche il mio cane. Scherzi a parte, ma non è che questi hanno capito i soldi facili? Ma pensano di darla a bere? Soprattutto, mi domando, quanti biglietti omaggio c’erano in platea?

Non si offenda nessuno, che qui i fans tireranno giù bestemmie. Nota per il fan incallito che potrebbe dire: ma che te li senti a fare? Hai anche perso del tempo per scrivere ‘ste minchiate. Tutto giusto, purtroppo, ma sai caro fan, qui se stai alle recensioni sono tutti fenomeni, e ne ho lo stomaco gonfio delle marchette alle case discografiche. E poi non è bello scrivere solo cose belle, al capo puoi dire pure che amo andare controcorrente… 



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