Magazine Cinema
Addirittura vengono anche contingentate le nascite , vengono usate vere e proprie fattrici e poi i bimbi perfetti geneticamente sono assegnati alle varie famiglie.
Quelli che non lo sono vengono accantonati, uccisi.
Dopo un'infanzia apparentemente felice , al limitare dell'adolescenza , i giovincelli vengono assegnati alle loro nuove mansioni, in base alle inclinazioni mostrate.
Il Jonas del titolo deve venire addestrato come raccoglitore di memorie e viene mandato da colui , anziano, che ha questo ruolo nella società.
E costui gli mostra che tutto quello che ha intorno è una truffa ordita contro di loro, il mondo ha colori, emozioni, amori.
Jonas sente tutto questo e si vuole ribellare....
Ormai al cinema il film che partono da uno spunto di futuro distopico te li danno in offerta speciale, prendi tre e paghi due, film da consumare all'istante perché poi la loro fine naturale è quella del cartone delle superofferte in mezzo a decine di altri articoli che col cinema c'entrano come i classici cavoli a merenda.
Qui a bottega il genere sci fi è molto gradito e anche che si parli di futuro distopico , ma sinceramente ne ho le tasche piene ( per non dire qualcosa d'altro, meglio essere educati ed eleganti), di film fatti con lo stampino, prendendo un po' di qua e un po' di là, raffazzonati alla meglio , un po' così come viene e che abbiano come target adolescenti brufolosi in cerca di emozioni che diano sfoghi al loro stravaso ormonale.
Sarà che ho passato da un pezzo quella fase, sarà anche che mal sopporto la deriva teen che ha preso il genere e sarà anche che ormai ne ho visti a bizzeffe ma considero totalmente irricevibile la proposta cinematografica di questo The Giver- Il mondo di Jonas, frullatone malmostoso di decine e decine di altri film già visti e stravisti.
Dalla filosofia eugenetica presa da Gattaca e da Divergent, altra recente , cocentissima delusione, alla società totalitaria di Hunger Games fino ad arrivare al mondo in bianco e nero già paventato in quel piccolo gioiello cinematografico di Pleasantville, il film di Noyce, autore robusto quando si tratta di thriller ed action , ma assolutamente lontano dalla visionarietà di cui avrebbe bisogno il genere, procede saltando di palo in frasca e mandando tutto in malora con una seconda parte pseudoaction che piccona alla base quel poco costruito nella prima parte.
Dispiace vedere due attori che a loro modo hanno fatto la storia di Hollywood come Jeff Bridges e Meryl Streep , impegnati in due personaggi assolutamente senza colore come la prima parte del film e dispiace vedere un film che poteva avere delle potenzialità messo nelle mani insipienti di un gruppo di giovinastri che oltre al loro bel faccino hanno ben poco da offrire.
Paradossalmente quello che manca al film è proprio quell'emozione, quello scarto emotivo che cerca di raccontare e che è simboleggiato dal passaggio da una vita senza colori , in un asettico bianco e nero a un diluvio policromatico che dovrebbe rapire il cuore.
In realtà la noia comincia a regnare sovrana e il viaggio in motocicletta di Jonas che porta con sé la speranza per un nuovo inizio assume mano mano i contorni del delirio.
Distopia portami via...ma veramente...
PERCHE' SI : la distopia è sempre gradita qui a bottega , un concept con delle potenzialità
PERCHE' NO: frullatone di decine di altri titoli del genere, Bridges e Streep in personaggi scialbi e senza colore, attori giovani insipienti, noia che affiora ben presto, seconda parte pseudoaction assolutamente fuori contesto...
( VOTO : 3,5 / 10 )
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