“Mi scusi, noi dovremmo andare a landsma.. Landsmamg… Laudrsmga..”
(Islandese spazientito): “Landmannalaugar “Questa scena si è ripetuta almeno quindici volte, senza contare tutti gli altri luoghi che abbiam dovuto man mano (tentare di) nominare. In un modo o nell’altro siamo riusciti a raggiungere la prima destinazione post-Reykjavik (o come cazzo si scrive), una splendida vallata in gran parte ricoperta da una colata di lava (o, per stuprare anche l’italiano, una lavata) dominata da imponenti vedute, sassi ricoperti di muschi fosforescenti e sorgenti naturali di acqua bollente sulfurea.
In mezzo a questi, si trova una piscina neutrale formata dall’unione dell’acqua gelida dallo scioglimento dei ghiacci ancora visibili e l’assurdamente calde sorgenti geotermali che sorgono dal centro della terra o giù di li gettando addosso a chiunque si avventuri a toccare con mano questi zampilli dell’acqua bollente. Crogiolarsi in queste piscine calde (a seconda delle correnti e della posizione del proprio vicino si può sperimentare la temperatura “tiepida” oppure quella “butta la pasta” fino alla più frizzante “vulcanica” per chi è proprio temerario e vuole spingerei fino alla sorgente geotermale) è veramente fantastico, e quando il sole scend… Ehm no, intendevo dire quando passan le ore e la temperatura esterna si abbassa, dall’acqua si levano fumi via via più intensi verso l’origine delle fonti sulfuree, creando un’atmosfera davvero magica (ricordo agli amici italiani che qua fa freddo). Ma siamo immersi da un ora, le dita si son fatte raggrinzite come la fronte di un elfo islandese, giusto il tempo di fare una foto ricordo/testimonianza e ci alziamo per la nostra Simmenthal quotidiana! I piaceri non finiscono mai..