The Impossible di J. A. Bayona

Sono passati quasi nove anni dalla tragedia dello tsunami nell’oceano indiano. Era il 26 dicembre 2004 e da allora il cinema si è impegnato una sola volta nella rappresentazione di tale tragedia, tra l’altro in maniera marginale (Hereafter di Clint Eastwood, 2010). A ritornare su questo drammatico evento della storia recente ci pensa il regista spagnolo Juan Antonio Bayona, che qualche stagione fa aveva impressionato il mondo intero con il convincente horror The Orphanage, presentato con grande successo di pubblico e critica alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2007 e candidato spagnolo all’Oscar come miglior film straniero. In The Impossible, girato in venticinque settimane tra gli studios spagnoli e la Thailandia, teatro della tragedia, e pronto a sbarcare nelle nostre sale il prossimo 31 gennaio, il giovane cineasta iberico ci racconta la catastrofe del 2004 attraverso gli occhi di una famiglia inglese in vacanza. Ispirato alla vera storia di Maria Belon, Quique Alvarez e dei loro tre figli, scampati miracolosamente alla tragedia e con i quali Bayona e lo sceneggiatore Sergio G. Sanchez hanno collaborato a lungo per la realizzazione, il film è un ‘kolossal intimista’ che mette in secondo piano i topoi del disaster-movie per focalizzarsi principalmente sui personaggi e sulle loro emozioni: una scelta artistica e narrativa che allontana la pellicola dal cinema d’entertainment e che assume in questo modo la forza e il valore di segno di rispetto nei confronti delle vittime di quel 26 dicembre e dell’esperienza traumatizzante vissuta da Maria e dalla sua famiglia. The Impossible diventa così un’esplorazione profonda nella natura umana, nei suoi dolori, nelle sue difficoltà, nell’amore e nel coraggio. Un’opera sulla sopravvivenza, sulla capacità di aggrapparsi anche all’ultimo spiraglio di speranza per sfuggire la morte e ricongiungere il nucleo familiare. Un film che dunque si fonda soprattutto sulla forza emotiva dei suoi personaggi, portati alla perfezione sullo schermo da Naomi Watts e Ewan McGregor. Se quest’ultimo non è riuscito a incontrare Alvarez prima delle riprese, l’attrice australiana, candidata all’Oscar per la sua perfomance (è la seconda nomination dopo quella per 21 grammi), ha invece lavorato molto con la vera Maria Belon per dare al suo personaggio il maggior grado di autenticità possibile. Forte di 14 nomination ai premi Goya e diventato in pochissimo tempo il secondo maggior successo in lingua straniera della storia del box office spagnolo (rimanendo sotto ad Avatar ma superando addirittura Titanic), The Impossible procede con grande ritmo dall’inizio – impressionante la scena dell’arrivo della prima onda dello tsunami – alla fine, coinvolgendo lo spettatore in una visione emotivamente devastante che porta inevitabilmente alla commozione. Da vedere, per ricordare e per provare che ciò che sullo schermo appare bigger-than-life è in realtà la vita stessa. Purtroppo.
Al cinema dal 31 gennaio

di Antonio Valerio Spera