Magazine Cinema

The Knick: se E.R. incontra Dickens. La tv secondo Soderbergh

Creato il 28 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Interno, giorno. Ma potrebbe essere ancora notte. Si apre con una soggettiva, un’inquadratura verso delle scarpe bianche di lusso, The Knick, la nuova serie tv firmata Steven Soderbergh per la tv via cavo americana Cinemax, presentata al Festival di Roma e in onda su Sky Atlantic dall’11 novembre. Sono le sette di mattina, ma potrebbe essere notte fonda: siamo nel buio a luci rosse di una fumeria d’oppio di New York, una di quelle che avrebbe frequentato il Noodles di C’era una volta in America. John Thackery (Clive Owen), medico tossicodipendente, ha chiesto di essere svegliato alle sette, dopo una notte di stravizi, per prendere servizio al Knickerboxer Hospital di Manhattan, conosciuto da tutti come The Knick” Sulla carrozza che lo porta all’ospedale lo vedremo togliersi ancora quelle scarpe bianche, per iniettarsi la droga tramite dei buchi nei piedi. Ad attenderlo c’è un’operazione importante, davanti a una folla di studenti. Non andrà per il verso giusto. Così il dottor Christiansen, il mentore di Thackery, si suicida. E così Thackery diventa il primario.

Inizia così, tra riprese realistiche che non ci risparmiano nulla e litri di sangue, The Knick. Siamo nella New York degli inizi del Novecento, quando la chirurgia era qualcosa di pionieristico. Thackery usa delle tecniche innovative. Ma perdere un paziente è qualcosa da mettere in conto. Thackery è un ottimo chirurgo, ma deve fare i conti con la sua dipendenza. Ed è un razzista. L’arrivo di un medico di colore che si è formato in Europa, Algernon Edwards, mette allo scoperto la sua visione del mondo. Che nella Grande Mela degli inizi del secolo scorso non doveva essere poi una cosa così rara. Il Thackery di Clive Owen è ispirato a un vero chirurgo vissuto nella New York dell’epoca (William Stewart Halsted), ma sembra quasi un antenato degli yuppies cocainomani degli anni Ottanta cantati da Bret Easton EllisJay McInerney.

The Knick - Quote

The Knick mette in pratica un’operazione geniale: prendere un genere televisivo come il medical drama e spostarlo agli inizi del Novecento, quando le regole della chirurgia erano completamente diverse. E in questo modo cambiano anche le regole televisive: se tutto era più rozzo e sanguinoso, anche le immagini diventano più esplicite e raccapriccianti. È come se in questo modo E.R. incontrasse il mondo di Charles Dickens, e quelle città sordide e malsane di fine Ottocento (lì era Londra, qui è New York) in cui le condizioni sanitarie della povera gente rendevano la vita un inferno. C’è anche questo in The Knick.

Ma, per chi ama il cinema, c’è anche il Soderbergh più spietato, quello di Contagion per intenderci, quello che non risparmia nulla allo spettatore. Da Contagion prende la musica, elettronica e nervosa, che qui crea un interessante gioco anacronistico, ma serve anche a sottolineare la vita stressante e dislocata del protagonista. Soderbergh gira con inquadrature molto ricercate, con riprese da angolature insolite, laterali. The Knick è l’ennesimo esempio di del livello raggiunto dalla fiction americana, con prodotti come True Detective e House Of Cards – solo per citare gli ultimi arrivati – che non hanno niente da invidiare al cinema. Nel cast, accanto a Clive Owen (che per girare The Knick ha rinunciato a essere sul set del sequel di Sin City), ci sono Juliet Rylance, nei panni di Cornelia Robertson, direttrice dell’ospedale e figlia del principale finanziatore, Andrè Holland, che è il Dr. Edwars (anch’esso ispirato a un personaggio reale, il dr. Louis T. Wright, brillante chirurgo afroamericano vissuto all’epoca, mentre il suo look è preso da quello dell’attivista e scrittore W. E. B. Du Bois), e la giovane Eve Hewson, un’infermiera timida e alle prime armi, la figlia di Bono degli U2 già vista a fianco di Sean Penn in This Must Be The Place di Sorrentino. Non resta che gustarci questa nuova, grande e folle serie. Ricordando che, come dice Thackery in una scena delle prime puntate, “benché sia pazzia, c’è del metodo in essa”.

Su Sky Atlantic HD a partire dall’11 novembre.

Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :