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The Librarians, la magia che non convince

Creato il 15 dicembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Francesco Sciortino

Summary:

The Librarians sembra aver diviso gli spettatori che hanno visto il pilot dello show con Noah Wyle e Rebecca Romijin. La nuova serie targata TNT ha spopolato in America, ottenendo al debutto il record di 5.4 milioni di spettatori, nonché 7.3 milioni se contiamo gli ascolti in differita. La trama della serie ruota attorno al “librarian”- bibliotecario Flyn Carsen (Noah Wyle), un uomo che cerca di proteggere, con ogni mezzo, i segreti magici che si nascondono all’interno della sua biblioteca e che potrebbero rivelarsi una minaccia per l’umanità. Carsen è molto considerato nell’ambiente. Chiunque nasconda un misterioso problema che riguarda la magia non esita a contattarlo. Ma il bibliotecario Carsen non è solo a dedicarsi alla sua missione. Accanto a lui troviamo la guardiana Eve Baird (Rebecca Romijn), e i tre dotatissimi Jacob Stone (Christian Kane), Cassandra Cillian (Lindy Booth) ed Ezekiel Jones (John Kim). Ma una biblioteca può diventare un luogo così potente e pericoloso? Evidentemente sì, secondo il tema centrale trattato nella serie. Secondo noi può diventare anche un argomento profondamente noioso, specie se affrontato in questa maniera sterile e inutile.

La magia si rivela, infatti, l’argomento principale dello show, che appare come un’arma a doppio taglio per gli spettatori. C’è chi da un lato, infatti, ama il genere e può rimanere incantato da incantesimi e trucchi che si celano dietro un luogo semplice, come può essere una biblioteca, e chi dall’altro può rimanere stupito in negativo per il clamore suscitato dallo show. Personalmente siamo più orientati verso la seconda opzione, trovando troppo ridicolizzati i dialoghi, la trama e i protagonisti della creatura di TNT. The Librarians scade, infatti, nella ripetitività e i personaggi seguono una linea comica che di comico ha ben poco. Lo show sembra optare verso quella scia di prodotti che hanno fatto il boom nell’episodio iniziale, ma che sono destinati a far scemare l’interesse di chi lo guarda puntata dopo puntata.

The Librarians

Il protagonista, Carsen, dovrebbe conquistare il pubblico e attirare la sua simpatia. Il risultato, purtroppo, è il contrario. Il librarian, o bibliotecario se preferite, è sostanzialmente un personaggio irritante, inutile, fastidioso negli atteggiamenti e nella sua verve umoristica da quattro soldi. Appare come un tuttologo in grado di sapere ogni cosa, dalla medicina a qualunque altra scienza. La battuta “I’m the librarian” viene ripetuta circa una volta ogni dieci secondi. Il che comincia a risultare un tantino fastidioso, con tanto di “e sti ca…!” in allegato. Chiaramente, perdonateci il “francesismo”. Il vecchio bibliotecario morto Judson, interpretato da Bob Newhart (che tristezza vederlo sprecato così!), appare, invece, all’interno di uno specchio antico, in stile Zordon dei Power Rangers. No, il paragone con i Power Rangers non è forzato, considerando che anche gli effetti speciali non sono tanto migliori rispetto a quelli della serie per ragazzini, che spopolò durante gli anni 90’. E come non parlare della squadra che si forma? I quattro protagonisti sono talmente ridicoli che in confronto Manny, Sid e Diego dell’Era Glaciale sembrerebbero una task force di tutto rispetto.

Magia? Excalibur? La corona di Artù? Potenti oggetti magici perduti? Saranno questi i pochi motivi per provare a vedere la serie? No, forse l’unico motivo per seguire la creatura di John Rogers è Rebecca Romijin, bella e intrigante attrice che avremmo preferito vedere in altre vesti. Ma forse, con tutto il rispetto per la Romijin, il gioco non vale la candela. The Librarians non sembra mostrare spunti interessanti e, dopo un’ora e mezza (per i più coraggiosi) dedicata alla visione del pilot, istintivamente allo spettatore viene voglia di compiere due gesti: bruciare quella biblioteca in modo da far diventare disoccupato il bibliotecario Carsen e contemporaneamente compiere la magia di far sparire per sempre dalla faccia della terra una serie che di convincente ha ben poco.

Di Francesco Sciortino per Oggialcinema.net


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