THE MAN FROM NOWHERE (2010)
Regista: Jeong-beom Lee
Attori: Bin Won, Thanayong Wongtrakul, Sae-ron Kim
Paese: Corea del sud
Sarà che Johnnie To mi ha abituato fin troppo bene, ma questo thriller/action orientale non mi ha affatto convinto. Se si vuol dirigere una pellicola con una certa dose d'azione, sfruttando di quest'ultima la spettacolarità, che abbia al tempo stesso uno spessore individuabile, bisogna mettersi d'impegno. E seriamente, anche. L'intenzione del regista non è infatti quella di girare un action idiota e ignorante davanti al quale sbavare con una birra in una mano e il telecomando a mo' di arma nell'altra. Tutto il contrario. Il suo “The Man From Nowhere” cerca in maniera evidente di dare spessore alla storia come ai personaggi, soffermandosi quindi anche su parentesi introspettive. La prima parte anzi, al netto della sequenza d'apertura, di azione ne mette in scena davvero poca, puntando molto più sull'aspetto thriller del racconto.
E che si vedano tutti i muscoli, tutti!
La pellicola tuttavia, è bene chiarirlo fin subito, non riuscirà a rendersi mai sufficientemente convincente e mostrerà debolezze un po' ovunque. I livelli proposti da To non vengono al termine nemmeno sfiorati, tanto che anche uno dei suoi film meno riusciti, specie se paragonato ai lavori precedenti, come “Vengeance”, è di gran lunga superiore alla pellicola di Jeong-beom Lee. Quest'ultima somiglia, invece, molto più a “I Saw the Devil”, altro action/thriller orientale che, è parere di scrive, si perde per strada in maniera così grossolana che quasi si fa fatica a seguirlo fino al termine. Sembra infatti opinione comune che la riuscita di un film di questo tipo dipenda ormai da quanto si osi in fatto di spettacolarizzazione della violenza senza criterio. Non sembra più necessario preoccuparsi della credibilità e della trama – perché, è bene sottolinearlo ancora una volta, non si sta scrivendo di un action puro e semplice – quanto di stupire, o credere di farlo. Il tutto punta così unicamente ad un climax il cui volto è lo scontro finale tendenzialmente alieno, e per giungervi, per far giungere lì i personaggi, la sceneggiatura non si preoccupa di tutta la parte restante. Non è tanto l'intreccio banale il problema, perché considerato il genere si può anche passarci sopra, quanto la banalità della messa in scena. La ricerca introspettiva, in particolar modo, fallisce miseramente quando la pellicola insiste in maniera esagerata e quindi urticante nel calcare e ricalcare i personaggi, siano essi buoni o cattivi. Un esempio su tutti, la signora a cui la piccola protagonista ruba la borsa: continua, davanti ai poliziotti, a colpire la testa della bambina con la sua borsa senza che loro facciano nulla, perché bisogna delinearne i tratti da piccola fiammiferaia a tutti i costi. Non contenta, quando la picchia il figlioletto, lo allontana subito con una frase così evitabile da far cadere le braccia: “lasciala stare, potresti prenderti qualche malattia”. E qui il film l'abbiamo già abbondantemente perso. Più in generale comunque, si scriveva, tutti i personaggi sono troppo forzati, e come sempre in questi casi, non solo non funzionano ma risultano fastidiosi.Samara alle elementari
Ciononostante una certa eleganza tecnico-estetica c'è e si vede. È una pellicola orientale, quindi la cosa non sorprende affatto. Anzi qualche scena d'azione non è niente male, quando non si cerca di strafare, come i combattimenti corpo a corpo tra il protagonista e l'unico tra i nemici capace di combattere seriamente. Poca roba comunque, non certo si può poggiare su questi centellinati momenti un'intera pellicola, peraltro di 120 minuti. Al termine, infatti, ci si ritrova a guardarla per inerzia, in attesa che l'eroe, ovviamente intaccato da un passato traumatico, spacchi il culo a tutti. Che poi, pensandoci, è proprio ciò a cui un film del genere dovrebbe puntare, solo che in virtù di quanto scritto fino ad ora, né si annega nell'adrenalina più idiota e ignorante, né si riesce a provare empatia verso quanto accade. “The Man From Nowhere” è esattamente nel mezzo, ossia il posto più inutile dove avrebbe potuto posizionarsi, e il risultato è infatti assai deludente.
Gli aspetti restanti dell'intreccio non sono da meno. Anch'essi banali, ma senza essere capaci di sfruttare lo stereotipo a loro vantaggio. Sequenza dopo sequenza diviene quindi sempre più chiaro che il film non ha nulla da dire, nulla da aggiungere a quanto visto svariate altre volte e nulla con cui smuovere lo spettatore e farlo interessare al racconto. Ad onor del vero, però, è utile sottolineare un seppur ovvio aspetto, ossia il carattere assolutamente personale della mia opinione sul film. Chiunque infatti sia interessato al genere e quindi a “The Man From Nowhere”, tenga conto che in molti hanno apprezzato “I Saw The Devil”, criticato da me poco sopra, come anche la pellicola di cui si sta scrivendo, il che significa che il problema è in tutta probabilità più che altro mio. Riporto pertanto qui di seguito il link alla recensione, tutt'altro che negativa, di Moderatamente Ottimista, cosicché possiate avere un parere diametralmente opposto al mio e decidere di conseguenza. Sono una persona onesta, Eh?
(Recensione di Moderatamente Ottimista)