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The (Miami) Heat – La Sfida

Creato il 07 marzo 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Perché devo tenermi la mia angoscia, la devo proteggere, perché mi serve, mi mantiene scattante, reattivo, come devo essere“. Probabilmente penserete che questo sia uno stralcio di intervista a Lebron James, data la disarmante pertinenza con il suo background sportivo ancora privo di vittorie che contano, invece è una frase detta da tale Vincent Hanna. Ora invece vi starete chiedendo chi diavolo è questo personaggio. Spieghiamolo subito. Vincent Hanna è il protagonista di “The Heat – La Sfida”, grandioso poliziesco di Micheal Mann del ’95, interpretato dal magistrale Al Pacino; sembra quasi che gli Heat i questa stagione, dopo la cocente eliminazione in finale subita da Dallas e le infinite critiche per la mancata vittoria, abbiano adottato questo mantra. 29-9 il record, secondo posto ad Est e terzo miglior record della Lega con il loro 76.3%; statistiche quasi nella norma se si pensa alla caratura del roster, ma i dati significativi sono altri. 11-2 il record in tutto febbraio, tirando col 49% dal campo e segnando 103 punti ad allacciata di scarpe. Attualmente la franchigia allenata da Coach Spoelstra è seconda per punti segnati (103.11), prima per percentuale dal campo (48.4%) e da 3 punti (39.9%), e quando segna 100 o più punti ha il 91% di vittorie (ancora prima). Oltre all’aspetto numerico appare evidente un diverso approcio da parte dei due pilastri Wade e James (con buona pace di Bosh), i quali hanno ridotto drasticamente i tiri, spesso forzati, dalla lunga, ed hanno cominciato a coinvolgere maggiormente i compagni, raggiungendo un’unione di squadra forse ancora inedita ad oggi, riscontrabile anche, e soprattutto, nella metà campo difensiva. Che sia l’anno buono? L’impressione è che gli Heat versione 2011/12 siano più determinati e più focalizzati sulla vittoria finale (nonostante le due sconfitte consecutive all’inizio di marzo, una all’ultimo tiro con i Jazz e la seconda….beh la seconda contro un Mamba un tantino alterato). Naturalmente la loro storia, come quella delle altre contendenti, dipenderà da molti fattori quali infortuni (in una stagione costellata da degenti in infermeria), piazzamento ai Playoffs e anche una buona dose di fortuna nei momenti giusti. Saranno in grado di spuntarla fra squadre come gli inarrestabili Thunder, i Bulls di Rose, piuttosto che le compagini losangeline o i veterani di guerra di San Antonio? Dobbiamo solo attendere qualche mese!


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