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The Myth of Carré

Creato il 09 maggio 2012 da Missbailing

Pubblicato il 9 maggio 2012 da Bailing

Nel 1937 a Parigi Emile Maurice Hermès, in occasione del centenario della Maison, prende ispirazione dai tradizionali mouchoir de cou dei soldati francesi ed inventa un oggetto che entrerà nel mito: il carré.
Questo quadrato dalle perfette dimensioni di 90×90 cm, realizzato con 4 km di filo di purissima seta cinese, viene definito dalla rivista Vogue “un’idea allegra ed originale” e diventa in breve tempo un oggetto indispensabile nel guardaroba di ogni donna.

The Myth of Carré.
Homage à l’amitié Franco-Hellenique. Julia Abadie, 1985.

Il primo esemplare porta il nome di Jeu des omnibus et des Dames-blanches ed è stato seguito nel corso degli anni da altri 950: ogni collezione infatti comprende una quindicina di disegni, ognuno in diverse varianti di colore.

The Myth of Carré.
Chevaux de Trait. Laurence Bourthoumieux, 1993.


E’ affascinante scoprire l’enorme mole di lavoro che c’è dietro ad ogni nuova collezione di carré, il cui complesso rituale di creazione è rimasto immutato nel corso di questi 75 anni.
Nel 1937 Emile Hermès si rivolse infatti a Marcel Gandit, abile tessitore lionese inventore del quadro a stampa, un metodo di lavorazione molto complesso che permetteva per la prima volta di creare composizioni cromatiche elaborate, arricchite da preziosi effetti di contrasto e sfumatura.

The Myth of Carré.
Grand Apparat. Jacques Eudel 1962.

Gandit si affidò a sua volta a due colleghi esperti del colore e della stampa su seta, Auguste Arnaud ed Aimé Savy.
Dalla sapienza di questi tre artigiani nacque la procedura complessa che, attraverso 1200 ore di lavorazione, ci regala ancora oggi le favole racchiuse in 65 grammi di seta della Maison Hermès.

The Myth of Carré.
Passementerie. François Heron, 1960.

Si comincia con il designer che lavora per mesi sui bozzetti, fino alla versione definitiva che viene consegnata all’incisore.
Quest’ultimo provvede a scomporre il disegno in quadri colore (fino ad un massimo di 40!) che verranno poi sovrapposti perfettamente l’uno all’altro per ottenere la stampa finale su seta.
Il laboratorio d’incisione consegna i quadri colore agli Atelier che effettueranno le decine di prove necessarie a scegliere le 10-15 varianti di colore definitive che saranno mandate in stampa.

The Myth of Carré.
Cavaliers d’Or. Vladimir Rybaltchenko.

Un artigiano stampatore inizierà quindi a lavorare sul rotolo di seta fissato ad un tavolo lungo 100 metri, posando in successione i vari quadri che consentiranno di impregnare le fibre del tessuto con le tonalità di colore prescelte.
I rotoli di tessuto verranno quindi fatti asciugare ed apprettati, acquistando così la proverbiale luminosità e l’inconfondibile sensazione tattile che nessun altro foulard al mondo è in grado di donarci.
Prima di essere avvolto nella velina e riposto nell’iconica scatola arancione il carré affronta l’ultima fase di questo complesso rituale di lavorazione: l’orlatura a mano eseguita secondo l’esclusiva tecnica del roulottage.

The Myth of Carré.
Chiffres et Monogrammes. Lise Coutin, 1962

Tutti i carré in queste foto fanno parte di un lotto di 96 esemplari che verrà battuto all’asta il 31 maggio alle ore 15.00 presso la Casa d’Aste il Ponte di Milano.
Vi ricordate?! Ve ne avevo già parlato qui.
La prossima settimana parleremo ancora di quest’evento e vi mostrerò i miei lotti preferiti, intanto potete sfogliare il catalogo dell’asta e controllare le quotazioni di partenza dei singoli lotti qui!


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