THE NATIONAL High Violet [2010]
Tra non molto, nel mio paesello di origine, quel posto che una volta sapeva di sansa, al punto da ribattezzarlo “il Sansificio” per un lungo periodo dell’anno (ci hanno tolto pure quello per fare massacro di cemento, però forse meglio così magari i fumi che fuoriuscivano da quella ciminiera che si stagliava nel cielo erano pure cancerogeni!!!??? ) ci saranno i festeggiamenti ( 5 ininterrotti giorni all’insegna della sagra ) per la santa patrona, Santa Maria di Merino. La festa non ve la descrivo, ma immaginate un po’ quelle processioni tipiche del Sud Italia con schiere di esaltati e fanatici che portano a spalla per Km. statue coperte d’oro che la metà basterebbe a costruire un bell’ospedale, utile alla comunità. Il titolo di “patronato” ( non i patronati per l’assistenza fiscale o pensionistica) è comunque conteso da altri due santi ma talvolta ci si attacca anche una qualche riserva, insomma per non farci mancare nulla abbiamo un santo patrono per ogni occasione. A Marzo San Giuseppe in Aprile San Giorgio segue a Maggio Santa Maria di Merino ( la patrona di cui sopra) poi a Giugno Sant ‘Antonio - pausa di due mesi per dare spazio alla mega festa estiva e si riprende a Settembre con la Madonna del Mare. Insomma quando qui a Nord, dove vivo, si dice che non abbiamo voglia di fare nulla, noi Terroni, a me viene da ridere. Provate voi a sottrarvi a tutta questa pandemia di santi e non ultimo ad uscire indenni dalle megaingozzate che le feste portano con se!!! Roba che la Grande Abbuffata è solo l’antipasto. Carciofi ripieni, che si intortano seppie ripiene, che si fagocitano melanzane ripiene che si travestono da cozze, anch’esse ripiene. Un groviglio di ripieni che manco il capretto con piselli e uova trova posto a tavola. E ancora a seguire noccioline, castagne affumicate, e canditi e torroni e taralli ‘ngelippati (glassati) irrorati da fiumi di moscato passito ed ettolitri di limoncello o limoncino che dir si voglia. E tutto questo in addestramento per il santo natale, così come forma di protesta verso i popoli che con un euro vivono un mese mangiando bacche di bosco e bevendo acqua di fonte ad andar bene, sennò manco quella. Ma nel descrivere l’evento che da un po’ non sa più ne di sacro e tantomeno di profano, mi sono perso il nocciolo della situazione. Ah si ora ricordo. Mi veniva in mente che per queste feste viene spesa una fortuna (tra contributi pubblici e sponsor vari) per far assistere alla popolazzione locale (volutamente scrivo con la doppia zeta) ma anche gli oriundi e magari i germanici già presenti sul territorio votato al turismo, ad una serata in piazza con spettacolo canoro-cabarettistico. Si spazia da Masini a Tozzi, da Dolcenera a cantautorato melodrammatico napoletano, da Orietta Berti a Pippo Franco e ad andar bene ti becchi Checco Zalone contro il Gabibbo. Mai una volta che ci si sposti di una virgola. Mai una genialata, un colpo di coda, un’onda anomala che spazzi via la consuetudine. Chessò un concerto che infiammi gli animi dei giovani amanti del settore rock contemporaneo. Un concerto fuori programma dei The National venuti direttamente da New York nel Paese del Sansificio, per presentare il nuovo album, High Violet, che vedrà peraltro la luce proprio il 10 maggio. Un album che arriva a distanza di tre anni dal precedente e pluri glorificato Boxer. Un disco che in termini sonori non si rifà molto a quest’ultimo lavoro ma piuttosto sfodera le chitarre del precedente Alligator. Un album che mantiene fede però alle sonorità analogiche senza nulla tentare e nulla pretendere. Elettronica abrogata, annichilita.. E poi si sa la 4AD non è etichetta che si permette irrisioni. Un disco che evoca intensità senza mezzi termini. Una voce pulita, una timbrica profonda, sebbene talvolta nascosta da chitarre illogiche o da sorprendenti overdrive. Ma la mia fantasia è contaminata dai tanti sogni. So che all’indomani dei festeggiamenti con le facce assonnate e l’alito pesante, tutti diranno che la parte musicale è stata noiosa e quanto mai inutile ma per il prossimo anno verseranno l’obolo utile a rifare gli stessi errori. Buon ascolto.Giamp
(free song) The National – Afraid of Everyone
Magazine Cultura
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