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The Night Shift , i medici del turno di notte secondo la NBC

Creato il 27 febbraio 2015 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il giudizio di Carlo Lanna

Summary:

Ha debuttato lunedì in America la seconda stagione della serie, in Italia da qualche settimana imperversa la prima. Scopriamo chi sono i medici di The Night Shift

Non abbiamo mai avuto modo di presentare sulle nostre frequenze il caso The Night Shift. La serie della NBC tutt’ora in onda con gli episodi della prima stagione su Mediaset Premium, in America è tornata in tv lunedì 23 febbraio  con il secondo ciclo di appuntamenti, voluto a gran voce da una buona fetta spettatori. Debuttare con più di 8 milioni di persone non è da poco per una serie difficile e non del tutto originale come The Night Shift; in un momento in cui la NBC si regge di sparute comedy e del grande successo ottenuto da Grimm e The Blacklist, tornare a parlare di drammi ospedalieri è come un ritorno alle origini. Dopo il successo di ER- Medici in prima linea, la rete del pavone non è riuscita più a trovare un prodotto che potesse eguagliare l’appeal della storica serie tv. Il successo di Grey’s Anatomy ha impedito a prodotti come Mercy e Combat Hospital di emergere dal marasma. The Night Shift però seppur nasconde saggiamente tutti i suoi clichè, risulta essere un discreto prodotto d’intrattenimento che coniuga soap-opera e medical drama, in un mix sexy ed accattivante.

Ci troviamo in quel di Albuquerque, in New Mexico, dove al San Antonio Medical Center, conosciamo le vicende professionali e  private dei medici del turno di notte. I protagonisti che in quanto a bellezza e fascino eguagliano i medici di Grey’s Anatomy, la maggior parte di loro  hanno una storia problematica alle spalle, che rende il tutto ancora più invitante. L’ex medico di guerra T.C. Callahan, interpretato da Eoin Macken, si scontra fin subito con la dura burocrazia dell’ospedale dato che non ha un buon rapporto con Michael Ragosa (Freddy Rodriguez) l’amministratore delegato. Quest’ultimo è un uomo schivo, che nasconde saggiamente un grave problema di salute,e cerca in tutti i modi, di sanare la terribile situazione economica in cui l’ospedale è caduto da tempo ormai. In questo contesto conosciamo anche la dottoressa e capo dello staff del turno di notte (ed ex fidanzata di T.C.)  Jordan Alexander, interpretata da Jill Flint. The Night Shift  non si fa mancare nulla, nel cast infatti spicca anche un medico omosessuale che nasconde le sue vere inclinazioni, interpretato da un brillante Brendan Fehr conosciuto in tv per il suo ruolo CSI e Roswell.

In cerca di una sua dimensione in un affollatissimo panorama seriale, The Night Shift subito riesce a ritagliarsi un posto tra i grandi colossi televisivi, grazie ad un buon ritmo, ad un plot convincente ed abbastanza appassionante, ad alcune battute d’impatto e graffianti, ma soprattutto grazie ad un cast omogeneo. In una serie medica, dove emergenze e drammi familiari sono all’ordine del giorno, c’è sempre la necessità di creare un forte intreccio narrativo fra i protagonisti per dare agio alla storia di condensarsi ed intrecciare a se tutti (o quasi) gli episodi. The Night Shift fin dal pilot punta il piede sull’acceleratore degli eventi, mostrando dei personaggi sicuri di sé, belli da mozzare il fiato e consci dei loro limiti. Nel tessere quindi un racconto molto vicino ad un drama di formazione, la serie della NBC, si distacca da quelli che sono i paradigmi lasciati in eredità da ER, inscenando un storia più vicina ai moderni gusti del pubblico e che possa abbracciare sia un pubblico giovane che uno decisamente più attempato.

Il medical drama con The Night Shift quindi cerca di re-inventarsi; non è sicuramente al suo momento migliore, ma la serie è piacevole, studiata per intrattenere e colpire il cuore dello spettatore grazie a quel suo solito dualismo romance e medical, un dualismo che in The Night Shift è all’apice del suo appeal.

Di Carlo Lanna per Oggialcinema.net

The Night Shift , i medici del turno di notte secondo la NBC ultima modifica: 2015-02-27T09:43:43+00:00 da Carlo Lanna

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