La “Vecchia Signora” vive in palazzo cinto da mura massicce
prive di finestre che si affaccia su Threadneedle Street, i suoi ingressi sono
strettamente sorvegliati da guardie in frac rosa, gilet rosso e cilindro nero
nonché da instancabili telecamere. E’ la
Banca d’Inghilterra, definita “un’anziana signora nella città illustre e con
una lunga storia alle spalle” da Richard Sheridan, politico e drammaturgo,
divenne poi nota definitivamente come la “Vecchia Signora di Thredneedle
Street” grazie all’idea di darle tale epiteto avuta da James Gillray, noto
caricaturista britannico.
Nascita di una banca nazionale
Nel Seicento l’attività bancaria era in mano agli orefici,
che concedevano prestiti in cambio di depositi e caparre più o meno
consistenti. Non solo esponenti del ceto borghese mercantile o l’aristocrazia
imprenditoriale richiedevano loro prestiti, ma anche le varie case reali
europee. Questo fenomeno si estese nei vari paesi del continente, compresa
l’Inghilterra, dopo l’esempio degli orefici-cambiavalute-banchieri italiani e
fiorentini in particolare.
Parlavamo tuttavia degli orefici londinesi che ressero economicamente
fino a quando gli Stuart iniziarono a non restituire il denaro ricevuto in
prestito. Ben presto tanti “banchieri” privati fecero bancarotta ed il governo
si trovò senza fonti di finanziamento per continuare la guerra contro i
francesi nella quale era impegnato.
Nel 1689 salirono al trono Guglielmo III e Maria II Stuart,
proclamati sovrani dai reazionari della Glorious Revolution che miravano ad
allontanare il cattolicesimo dal trono britannico, la loro sovranità minacciata
da Giacomo II profondamente cattolico. Se da un punto di vista politico ed
istituzionale l’Inghilterra vide un notevole progresso, economicamente la
situazione era sempre più grave. Si comprese dunque l’importanza di creare una
Banca Nazionale che raccogliesse ed amministrasse i fondi necessari al governo.
Vennero presentate varie proposte di strategia, ed infine si scelse quella del
commerciante William Paterson che fece conoscere ai sovrani il proprio progetto
nel 1693; ai londinesi fu richiesto di sottoscrivere prestiti per un totale di
1200000 sterline, sulle quali il governo avrebbe pagato un interesse dell’8% e
che avrebbero reso i proprietari soci della neonata banca, “The Governor and
Company of the Bank of England”. In poche settimane l’intero capitale era a
disposizione del nuovo ente finanziario, e così aprì la Banca d’Inghilterra,
fondata ufficialmente il 27 Luglio 1694.
L’operato della Vecchia Signora divenuta Banca centrale
Inizialmente venivano emessi bigliettini scritti a mano che
fungevano da ricevute di deposito, e presentando questi biglietti potevano
essere in qualunque momento convertiti in oro o moneta. Naturalmente la
disponibilità materiale di oro e moneta in realtà non era tale da coprire tutti
i depositi, ed in qualche occasione di particolare condizione economica del
Paese la Banca si trovò sull’orlo del tracollo, dovendo affrontare una
richiesta di rimborso quasi collettiva da parte dei londinesi. Tale circostanza
è denominata panico bancario. Uno di questi casi fu nel 1797 quando, trovandosi
l’Inghilterra in gravi ristrettezze economiche a causa della sfinente guerra
contro i francesi, gli investitori furono presi dal panico e ritirarono in
massa tutti i risparmi. Per ventiquattro anni la Banca d’Inghilterra fu
costretta a rimborsare con banconote di piccolo taglio anziché con oro,
avendone esaurite le riserve. Più di trecento persone furono impiccate solo in
quei pochi anni per aver tentato di falsificare le banconote in questione.
Nel XIX secolo la sterlina inglese e di conseguenza le
banconote emesse dalla Banca d’Inghilterra divennero la valuta più sicuro a
livello mondiale, almeno fino alla Prima Guerra Mondiale. Il grande impegno
bellico britannico pesò gravemente sull’economia interna del paese. Gli
investitori si precipitarono nuovamente a convertire le banconote in oro;
ancora una volta si esaurirono le riserve d’oro e furono sostituite da banconote
di piccolo taglio. Nel 1931 l Gran Bretagna abbandonò del tutto l’utilizzo del
sistema economico basato sulle monete d’oro. Questo processo porterà agli
accordi di Bretton Woods del ’44 che decisero il dollaro moneta di riferimento
ed unica convertibile in oro, accettata da tutti i paesi capitalistici. Da quel
momento ogni moneta diversa dal dollaro dichiarava il proprio tasso di cambio
con il dollaro e di conseguenza il valore corrispettivo in oro, convertendosi
indirettamente in valore aureo attraverso il dollaro.
Secondo i principi della legge bancaria che nel 1936 sancì
la natura pubblica dell’intero sistema bancario, la Banca d’Inghilterra venne
nazionalizzata nel marzo 1946.
La Vecchia Signora oggi
Non accenna a voler andare in pensione questa anziana signora
che continua ad essere banca centrale ed istituto di credito del governo
britannico, dal quale è stata resa indipendente nel 1997. I caveau londinesi
custodiscono le riserve auree della nazione, mentre una sede decentrata fuori
Londra si occupa dell’emissione di nuove banconote. La Banca ha il ruolo di
promuovere e mantenere la stabilità monetaria e finanziaria del Regno Unito, di
condurre la politica di cambio, di assicurare la distribuzione delle sterline
in Inghilterra e nel Galles ( le tre principali banche scozzesi possono
emettere moneta in maniera indipendente) e di prestare alle banche commerciali.
Ciò che accade dentro quelle mura senza finestre che osserva
muoversi la City si ripercuote pesantemente su tutto il resto del mondo
finanziario. Possiamo certo dire che la “Vecchia Signora di Threadneedle
Street” è sempre più attiva, e non ha nessuna intenzione di lasciare andare i
lembi del borsello nazionale inglese.
Con affetto,
Irene