John, rapinatore di banca zoppicante perchè ferito a un piede durante la sua fuga per la città decide di rifugiarsi in una villetta del quartiere residenziale in attesa che le acque si calmino.Con un sotterfugio e armato di molta fantasia , oltre che con un bel campionario di menzogne, riesce a farsi ospitare dal padrone di casa,Warwick, una specie di dandy dai modi affabili che sta cucinando l'anatra al forno perchè ha ospiti per cena.
John , nonostante sia sempre più difficile districarsi nel labirinto di bugie disseminate nel suo racconto totalmente inventato riesce a farsi invitare per cena.
Quando però John rivela a Warwick la sua vera identità le cose precipitano.
Ma non nel senso atteso.
John capisce che è lui l'unico ospite e che è stato fatto prigioniero di un folle visionario con aspirazioni omicide.
Questo è l'unico twist di una sceneggiatura ( che ne garantisce parecchi) che mi sento autorizzato a rivelare visto che succede nei primi minuti del film.
Da una situazione tuttaltro che inedita ( il cambiamento di ruolo tra preda e predatore) il regista e sceneggiatore Nick Tomnay all'esordio sulla lunga distanza, rielabora e amplia un suo corto in bianco e nero del 2001 , The Host, per girare un film che si pone trasversalmente tra il thriller e la black comedy.
Se la parte più thriller ( la fuga all'inizio, la rapina mostrata in flashback o il finale ad inseguimento che si trasforma inopinatamente in un balletto di ladri) è girata in maniera abbastanza ordinaria, se non leggermente piatta, quando prevale il registro della black comedy il film ha una marcia in più.E questo lo deve principalmente alla prova maiuscola di David Hyde Pierce una vita da caratterista passata a prestare la sua voce a film d'animazione e videogiochi ma anche tra i protagonisti della sit com di successo Frasier, che si dimostra particolarmente a suo agio in una parte sopra le righe ma ben lontana dall'essere caricaturale.
David Hyde Pierce ride, canta e balla , fa trenini con i suoi ospiti immaginari che compaiono solo davanti ai suoi occhi, la sua vivacità usata in un contesto che va dal surreale al grottesco come fa Tomnay arriva a essere addirittura terrificante, come se ci trovassimo di fronte a un nuovo Hannibal The Cannibal.
Tra il gioco al massacro che riecheggia de Gli insospettabili di Mankiewicz, superbo kammerspiel in punta di fioretto, e una citazione ironica de Il mostro della laguna nera, The perfect host fa ridere e mette paura allo stesso tempo.
Poi ,quando questa vena grottesca viene abbandonata in favore della risoluzione di un storiaccia tra ladri e fasci di banconote purtroppo perde qualcosa del suo grande potenziale.
Poco male per un film che comunque ha diverse frecce al suo arco e ha una parte centrale veramente notevole, grazie soprattutto alla prova di un magnifico attore quale si dimostra David Hyde Pierce.
( VOTO : 7 / 10 )
