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" Fraternizzano" ma qualcosa va storto e così Juliet accetta di nuovo la corte di Jack. Lei non sa che Max ha sviluppato una pericolosa ossessione nei suoi confronti e che presto tutta la sua follia verrà fuori.
E le conseguenze saranno catastrofiche.
Quando vedo una pellicola che si presenta con l'effigie Hammer films, un pochino il cuore mi si gonfia e la lacrimuccia spinge quasi per esondare dal canale lacrimale.Dall'adolescenza in poi ho letteralmente divorato le opere della factory inglese con il suo cast fisso, le sue ricostruzioni in studio e la sua atmosfera british semplicemente impareggiabile.
The Resident è un film che si fregia di questo marco glorioso ma a tirar le somme non ha nulla che lo possa accomunare agli altri prodotti Hammer, forse solo la partecipazione di un Christopher Lee che ormai mostra tutti i suoi anni ( il nostro ha passato i 90 del resto) e vederlo che regge l'anima coi denti non è un bello spettacolo.
Per il resto è un film girato in suolo americano, con esterni naturali, attori statunitensi e soprattutto non ha nulla di quell'atmosfera inimitabile che aveva reso grandi i film della factory britannica.
Il regista è finlandese ed è al suo esordio nel lungometraggio al cinema dopo una carriera spesa tra televisione e videoclip( e la sua estrazione videoclippara è evidente in quel segmento al fastforward in cui prima della metà del film leva qualsiasi dubbio allo spettatore riguardo al personaggio di Max).
The Resident è un thrilleraccio anni '80/'90 arrivato fuori tempo massimo con il classico maniaco della porta accanto che ti rovina la vita .
Diretto senza nerbo, senza suspense e con una sceneggiatura che sembra una chiamata intercontinentale per quanto è telefonata riesce ad annoiare profondamente anche se non arriva neanche ai 90 minuti di durata.
Tutto è ampiamente prevedibile con almeno un paio di sequenze d'anticipo e anche il dignitoso lavoro fatto dal direttore della fotografia ( Guillermo Navarro) viene sprecato malamente.
Vogliamo poi parlare degli attori? Hillary Swank è scandalosamente brava , veramente troppo brava per questo genere di film e ti chiedi perchè sceglie in maniera così poco oculata i suoi copioni. Dovrebbe essere un valore aggiunto e invece la voglia di mostrare la sua tecnica la fa apparire assolutamente stonata rispetto al contesto. E' come se mettessimo il motore di una macchina di Formula Uno in una city car.
Jeffrey Dean Morgan con la barba brizzolata finalmente sembra come al solito il gemello separato alla nascita di Javier Bardem.
Fa quello che può ma con quella sua aria piaciona è tutto fuorchè inquietante.
Lo si confronti con il Luis Tosar di Bed Time ( il film di Balaguerò disegna come questo la figura di un maniaco della porta accanto) : beh, non c'è gara, l'attore spagnolo lo batte su tutta la linea.
Basta solo il suo sguardo per renderlo pauroso cosa che a Morgan non riesce in questo film.
Costato circa 20 milioni di dollari è una brutta sagra del deja vu: scene di doccia come se piovesse ( e il corpo di Hillary Swank è un fascio di muscoli e terminazioni nervose, non una roba così sexy) con l'immancabile bicchiere di vino rosso, l'immancabile buco nella parete in cui lui la spia, l'uso dello spazzolino elettrico di lei ( più che specchio della sua mania è una zozzeria innominabile), la solita lotta finale in cui lei cazzutissima non crollerebbe neanche se fosse picchiata da Tyson e lui che resuscita un paio di volte giusto per fare un po' di BUUUUU! allo spettatore.
Ma per piacere!
( VOTO : 4 / 10 )
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