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The Scape, ai confini delle web series

Creato il 29 ottobre 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

29 ottobre 2013 • Serie TV, Vetrina Cinema, Web Series

Ignoto, mistero, fantascienza e drammi esistenziali. Questi gli ingredienti messi insieme per realizzare The Scape, la web serie di Gabriele Arata. The Scape è partita online il 23 maggio 2013 e racconta di nove vite che sembrano essere relegate in uno strano limbo tra realtà e fantascienza all’interno di un bosco misterioso e privo di confini.

La vita dei personaggi è profondamente legata a quel luogo e i protagonisti si ritrovano imprigionati in quella dimensione che li porterà a riflettere sulla loro condizione umana. Tra tutti i personaggi si erge quello di Sarah, che desidera ardentemente fuggire da quella dimensione, porre fine a quella reclusione forzata ed allontanarsi da quella routine. Tutto cambierà con l’arrivo di Manuel, che romperà gli schemi stabiliti all’interno del gruppo e stravolgerà radicalmente la situazione.

La serie è composta da 6 episodi girati nel Mugello. Ad approfondire il viaggio all’interno del mondo di The Scape ci ha pensato, in esclusiva per Oggi al cinema, l’ideatore Gabriele Arata.

L’INTERVISTA DI OAC ALL’IDEATORE DI THE SCAPE

Salve Gabriele, come è venuta l’idea di creare The Scape?
L’idea, come ogni volta che creo qualcosa, è nata prima di tutto da immagini e visioni che poi col tempo si sono tradotte autonomamente in una storia. Il tutto nasce probabilmente da un desiderio di fuga da una certa realtà, un desiderio di rinascita legato sicuramente alla mia generazione e alle paure che essa porta con sé. Quel tipo di rinascita che a tratti spaventa, terrorizza ma al contempo stimola, affascina, promette nuove possibilità senza concederti la certezza che siano positive o negative. Ma è una rinascita. E questo basta a immaginare.

Perché hai deciso di puntare su questo genere in particolare?
Il genere in questo caso non è effettivamente chiaro, non è semplicemente un horror, un dramma, un film di fantascienza. E’ una commistione di generi, ognuno adatto a descrivere una data emozione. Il genere horror e quello della fantascienza hanno il rarissimo pregio di darti il potere di descrivere una realtà o uno stato d’animo attraverso immagini in un modo particolarmente forte. Purtroppo oggi vengono sfruttati più per colpire facilmente che per darti la possibilità di riflettere su un concetto ma se usati bene sono generi con un grande potenziale che danno un infinita possibilità di esprimersi.

Quali sono gli aspetti di cui puoi ritenerti maggiormente soddisfatto e quali quelli che miglioreranno con il tempo?
Ovviamente ci sono tantissimi aspetti da migliorare, in quanto i mezzi , i soldi e il tempo erano pochi ma sono soddisfatto di essere riuscito a rendere visivamente una mia idea e un mio modo di raccontarla. Credo di essere riuscito grazie soprattutto alla collaborazione di pochi ma bravissimi collaboratori di fiducia a rendere vivo un mio stile e a creare un’ atmosfera particolare. Certo con molti aspetti da migliorare ma considerando il tutto mi ritengo soddisfatto. Riesco a riconoscermici. Le musiche realizzate da Roberto D’amore, compositore che stimo moltissimo, hanno perfettamente accompagnato le mie esigenze e sono state capaci di dare alla serie anche quel qualcosa in più. Lorenzo Bittini poi che è il mio socio e produttore nonché realizzatore di gran parte degli effetti visivi insieme ad Alessio Spedali, è la persona che più di tutti ha creduto al progetto e ha reso possibile che venisse realizzato mantenendo l’idea originale e aggiungendo proposte che, conoscendoci e stimandoci da anni, hanno migliorato il tutto. Se l’idea è nata da me, è poi diventato un progetto di entrambi a tutti gli effetti. Così come gli attori, tutti professionisti bravissimi, la fotografia e gli assistenti di produzione, in particolar modo Niccolò Barletta dell’associazione “Essi Girano” che è stato paziente e preciso sempre.

Logo The Scape

Come proseguirà la storia?
Dalla seconda parte del terzo episodio si inizieranno a comprendere le intenzioni e non vorrei anticipare niente. Posso solo dire che ci sarà uno stravolgimento dal punto di vista narrativo e che l’aspetto visionario prenderà sempre più piede come a diventare una sorta di vero e proprio protagonista, e quest’aspetto diventa un modo in cui i personaggi riusciranno a comunicare con noi in maniera più chiara delle parole. Se di chiarezza si può parlare. La mia intenzione è più quella di far pensare e di fare emozionare con l’atmosfera. Entreranno poi in gioco altre figure e altre domande.

C’è qualche serie televisiva di cui sei appassionato a cui hai fatto riferimento? Quale?
Sicuramente. Al momento la serie che più apprezzo è Breaking Bad, a mio giudizio la migliore serie che ricordo dai tempi di Twin Peaks, o Boris se parliamo del panorama Italiano.
Lynch è sicuramente un regista che trovo molto affine al mio modo di interpretare la realtà e Twin Peaks me lo porto dentro da sempre.

Quali opportunità speri di riuscire a ottenere dal web? Quali sono i principali punti di forza che il web possiede?
La mia speranza è quella di dimostrare che una buona idea e una diversa capacità di raccontarla possono avere una possibilità anche senza grossi investimenti, di essere notati, non tanto da milioni di visite ma da appassionati. Il punto di forza del web è anche il punto più pericoloso, cioè quello della facile visibilità. Paradossalmente l’avere grande visibilità rende meno facile l’essere notati.

Siete stati in concorso per il Roma Web Fest. Come pensi sia andata questa esperienza?
Purtroppo non è andata come speravamo. Siamo però stati contattati da un altro festival che seguo da tempo e che spero ci porti fortuna.


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