Magazine Cultura
1989
Oggi è il Record Store Day, gente, il giorno in cui dopo 364 giorni passati a scaricare roba da mediafire ci si ricorda che esistono i negozi di dischi e che la musica ogni tanto si può anche pagare. Evvai!
Per questo vi racconto di quando comprai per la prima volta un vinile: il sopra-raffigurato primo album (il secondo è irrilevante) degli Stone Roses. Un disco bellissimo, fondamentale, indescrivibile e unico nel suo genere. Pensate un po', Noel Gallagher decise di fondare una band dopo aver visto un loro concerto. Gli Stone Roses vengono infatti da Manchester e sotto sotto sono dei coatti non da poco: sebbene infatti questo disco non lo sia, perché nato in un'epoca in cui, sulla scia dei concittadini Smiths, andava di moda fare i dandy maledetti e sofisticati, in seguito i componenti della band si sono sbizzarriti con la loro tamarragine.
Il cantante Ian Brown, ad esempio, ha creato il suo brand di tute in acetato che potete vedere indossato fieramente da lui stesso nella copertina del suo ultimo album "My Way". Un album più che discreto invero, perché checché se ne dica gli Stone Roses ebbero un assaggio di quella mitica fiamma che permette di scrivere canzoni immortali. E non è che il ricordo di tal fiamma si perde tanto facilmente.
Anche se dal vivo son sempre stati inadeguati: ad esempio, il batterista Reni (se vi pare un nomignolo strano sappiate che il bassista si chiama Mani) non è mai stato in grado di eseguire decentemente la vorticosa e incessante "Fool's Gold" (presente solo nella versione statunitense del disco) e Ian Brown è un bel po' stonato. E da quest'anno li potrete rivedere in tutti i grandi festival d'Europa perché si sono riformati!!! Chissà magari son migliorati.
Del disco in sé comunque c'è poco da dire: ha la mia età e se non lo avete sentito dovete ascoltarlo e basta perché è impossibile da descrivere senza usare parole come megastraficaderrimoultrabombotronicocremosoipertrascendentalebazoom.
E pensare che io lo comprai a scatola chiusa: ne avevo letto soltanto sul libro allegato a Rolling Stone "I 500 migliori album di ogni tempo" che lo liquidava alla posizione quattrocentonovantasettesima con due parole, però ero assai intrigato dalla copertina disegnata dal chitarrista John Squire in style Pollock+VitaminaC. Allora, con una mega botta di culo lo trovai per meno di 10 euro in un pidocchioso mercatino dell'usato vicino casa. Diciamo che il prezzo era adeguato perché, nonostante si sentisse perfettamente, la bellissima "Made of Stone" era completamente rigata a livello "sbracapuntina". Per questo l'omonimo disco degli Stone Roses è anche l'unico che possiedo sia in vinile che in cd.
Bene, per quest'anno è tutto: via via, andate a comprare un disco che vi piace molto e lasciate marcire nei magazzini le tonnellate di dischi "meh" in circolazione che tanto prima o poi li troverete alle bancarelle a 50 centesimi l'uno.
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