Questo film è un’opera d’arte e una poesia continua, non solo con le parole ma anche con le immagini.
Seduto in poltrona, l’uomo adulto, una volta bambino, pensa e ricorda la sua vita, ed è tutto uno scatenarsi d’immagini e parole che ci interpellano in ogni momento. Potrebbe sembrare un film senza trama, ma come un puzzle sapientemente strutturato il tutto si ricompone scena dopo scena, frase dopo frase. Parole sussurrate, non recitate, che invitano alla riflessione e non solo alla pura visione per intrattenere lo spettatore. Da vedere e rivedere, come un libro illuminante che si legge e si rilegge, si conserva sullo scaffale della libreria per sempre.
Ritorna ancora per me, come per Bianca come il latte, rossa come il sangue la donna dai capelli rossi raccolti in una romantica crocchia, e questa volta, vuoi anche per il contesto degli anni cinquanta, sembra ancor più somigliante alla modella tanto cara a John William Waterhouse.
Questo film è tutto tranne che romantico, sebbene sia intriso di sentimento e di vita. Immaginate di sedervi in poltrona e cominciate a ripensare alla vostra esistenza sviscerandone il senso, la bellezza e le contraddizioni. Un esercizio utile per tutti, almeno una volta nella vita.
Le suore ci hanno insegnato che ci sono due vie per affrontare la vita: la via della natura e la via della grazia. Tu devi scegliere quale delle due seguire. La grazia non mira a compiacere se stessa. Accetta di essere disprezzata, dimenticata, sgradita. Accetta insulti e oltraggi. La natura vuole solo compiacere se stessa e spinge gli altri a compiacerla. Le piace dominare, le piace fare a modo suo. Trova ragione di infelicità quando tutto il mondo risplende intorno a lei e l’amore sorride in ogni cosa. Ci hanno insegnato che chi ama la via della grazia non ha ragione di temere. Io ti sarò fedele, qualsiasi cosa accada.