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The walker

Creato il 02 dicembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Questa rubrica non incita al download dei film su internet ma è dedicata a tutte quelle pellicole soprattutto straniere che non arrivano in Italia perchè non trovano una distribuzione e sono visionabili quasi esclusivamente attraverso canali peer to peer accessibili in rete e gestiti da siti di cui noi non siamo che potenziali usufruitori.

Scaricare i film su internet è illegale.

 

THE WALKER 

Anno 2007

Durata 107′

Nazionalità Stati Uniti

Genere Drammatico

Regia Paul Schrader

 

THE WALKER

L’ultimo Paul Schrader sembra non piacere affatto ai distributori italiani.

Adam Resurrected (2008) hanno avuto la possibilità di vederlo in pochi, The Walker (2007) non è mai arrivato nelle nostre sale. Un gran peccato, in quanto la terzultima fatica dietro la macchina da presa dello sceneggiatore di Taxi Driver (1976), altro non è che un nuovo American Gigolò (1980), a ben guardare una versione omosessuale del classico anni ’80 interpretato da Richard Gere. Trascorsi ventisette anni dal “prototipo”, Schrader torna a rimestare tra i torbidi traffici dell’upper class statunitense, usando ancora una volta un corpo, elegante, curato e raffinato, come grimaldello per accedervi.

Una costante, quella della bellezza estetica, utilizzata come filtro metaforico per rivoltare il tappeto dell’alta società americana al fine di smascherarne la polvere e lo sporco, che da sempre accompagna lo Schrader regista e sceneggiatore: quanto meno dai tempi di Hardcore (1979), discesa nell’inferno snuff e hard guidata dalle grazie innocenti di Season Hubley. The Walker estremizza l’allegoria cristallizzata da American Gigolò contrapponendo, a quello del sex symbol Gere, il corpo gay dell’accompagnatore per signore Woody Harrelson: tanto curato nel fisico quanto classico nell’abbigliamento da sartoria su misura, eppure latentemente femmineo: sentimentale, riflessivo, profondo, eterno fanciullo; ciò nonostante alle prese con un’esistenza di sola apparenza, che ha, nello svestirsi serale del posticcio toupet, la chiave di violino atta a leggere la realtà menzognera e camuffata che lo circonda. Senza sessismo o discriminazione alcuna, l’eterna visione dell’esistenza umana secondo Schrader: siamo quello che mostriamo.

Dalla Los Angels degli anni ’80, si passa alla Washington D.C. dei giorni nostri, con il risultato di mantenere inalterato il livello di yuppismo medio delle maschere in scena, mentre il termometro di cinema politico (non fosse per la metropoli scelta come ambientazione) raggiunge picchi di guardia. Ancora un omicidio dalle trame remote, ancora un capro espiatorio sacrificabile in quanto improvvisamente scomodo. Proprio lì, dove non dovrebbe regnare altro che non sia inappuntabilità e buone maniere. Cinico come raramente è capitato di vederlo, un po’ il primo David Lynch nelle intenzioni, un po’ il William Friedkin di Jade (1995) nella cattiveria di fondo, Schrader dà la sua personale lettura contemporanea del noir: fendendo critiche, prima sociali e solo successivamente politiche, tanto a destra quanto a sinistra. Sostenuto da un solido impianto teatrale, The Walker cattura l’attenzione di chi guarda grazie alle maglie del suo script, si complicato ma estremamente avvincente, non lesina citazioni religiose, salvo diventare presto un tutt’uno con il suo impianto scenografico e fotografico. Elegante si, barocco mai.

Unico vantaggio figlio della mancata distribuzione italiana, l’impossibilità di vederlo doppiato. Mai come in questo caso infatti, assistervi senza il conforto della lingua originale vorrebbe dire depotenziarlo di almeno un buon sessanta per cento delle sue qualità filmiche e narrative.

 Luca Lombardini 

P.S:

Qui i primi minuti del film:  


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