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PC
Genere: Avventura Grafica
Sviluppatore: Telltale Games
Produttore: Telltale Games
Distributore: Digital Delivery
Lingua: Inglese
Giocatori: 1
Data di uscita: 17/12/2013
Terminata la prima stagione di Bigby in The Wolf Among Us, Telltale Games pochi giorni addietro ha rilasciato il penultimo episodio della seconda stagione di The Walking Dead, serie molto apprezzata al suo esordio, tanto da essere immessa sul mercato anche in formato scatolato. Le altissime aspettative su questo sequel però non sono state ripagate e, sebbene il personaggio di Clementine abbia evidenziato in più circostanze una incredibile crescita interiore, il team americano non è riuscito a creare quell’amalgama di eventi e situazioni, personaggi e stati emotivi, che hanno fatto della prima stagione un videogioco indimenticabile, pur con le pecche di fondo che analizzammo a tempo debito. Amid The Ruins, o semplicemente l’episodio numero quattro di The Walking Dead Season Two, ci avrà fatto cambiare idea? Scopritelo!
Se c’è un aspetto per cui Telltale Games merita i più sinceri elogi per quanto fatto in questa Season Two è la crescita interiore di Clementine, che ha dimostrato d’esser il fulcro e la colonna portante di tutta la serie, nata sotto i migliori auspici qualche anno fa proponendoci una sequela di eventi durissimi e strazianti da accettare, come il finale della prima stagione ci ricorda. La piccola Clementine, un tempo alla disperata ricerca dei genitori, è ora una ragazzina un po’ più grande d’età, non molto d’altezza, ma che è consapevole di quel che la circonda, delle avversità che caratterizzeranno la sua vita, quindi del coraggio e della determinazione necessarie per poterla affrontare al meglio delle possibilità, cercando di venirne a capo in un maniera o in un’altra, senza demordere. Arrivati al quarto capitolo della stagione numero due ci saremmo aspettati però qualcosa in più, una spalla forte che fungesse da vero e proprio rinvigorente al nuovo gruppo di scampati all’infezione, e alla stessa Clementine, che invece è attorniata da personalità interessanti e caratterizzate quanto un fondo di bottiglia. Con Amid The Ruins Telltale Games cerca così di sopperire in parte a questa mancanza, rimpinguandoci di scelte come non mai interessanti – andranno verificate le ripercussioni e gli eventuali bivi narrativi a fine serie, gli stessi che nella prima stagione non portarono a nulla – e di qualche dettaglio atto a fare esprimere ai comprimari qualcosa di più di quanto visto fino ad ora, essendo stati chiamati in causa in poche circostanze che non hanno permesso di capirne nemmeno superficialmente eventuali sfaccettature caratteriali, modi di pensare e di agire, di come affrontino e vivano questo incubo dentro cui sono immersi, loro malgrado. Il risultato finale è un episodio noioso e poco appetibile, che a tanta superficialità affianca un bel finale cliffhanger e qualche scelta, come suddetto, difficile da compiere.
I motivi per cui non è riuscito questo più che apprezzabile tentativo son presto detti: a stagione ormai quasi chiusa rendere importanti e “diversi”, agli occhi del videogiocatore, quegli stessi personaggi appena abbozzati nel corso della stagione due è un compito assai arduo. Questo processo avrebbe richiesto più episodi, più intrecci e interazioni, o eventi di sorta, tali da renderli più interessanti di quelli ammirati – e lì dimenticati – nel primo episodio di qualche mese fa. Invece, dopo questo tentativo piuttosto vano, appaiono come “accompagnatori” quasi pedanti della storia e del destino di Clementine, che possiamo ormai considerare come l’anima di The Walking Dead fatto a videogioco, o meglio, a film interattivo. Sì, perché la struttura è quella di sempre, quella che abbiamo imparato ad accettare nonostante le premesse iniziali fossero completamente diverse, che fa dello storytelling e di sequenze action i suoi punti di forza, che nella Season Two non hanno mai particolarmente brillato a dirla tutta, sia per la qualità di scrittura decisamente inferiore al passato e sia per episodi sottotono, come quello di cui parliamo oggi: brutte copie di quelli di un tempo, in cui lo strepitoso legame tra Lee e Clementine rappresentava terreno fertile su cui far nascere situazioni di gioco stimolanti e ricche di pathos, anche se non esenti da sbavature di sorta. È qui che fallisce Amid The Ruins, nel voler dare importanza a personaggi piatti, nel voler quasi gettarci in faccia legami emotivi col nuovo team che, in virtù di quanto accaduto in passato e fino ad ora, non possono trovar riscontro plausibile, o quanto meno non possono farlo in maniera pazzesca e squilibrata, tanto da indurre alle lacrime che probabilmente avrete avuto per il finale della prima serie. Come dicevamo, il tentativo è apprezzabile e andava assolutamente fatto, ma è arrivato in ritardo, ripercuotendosi sul ritmo di questo capitolo di gioco – assolutamente lento e noioso – che emerge soltanto grazie a qualche fase action e a qualche scelta che potrebbe lasciare pensieroso il giocatore. Anche il reinserimento di fasi d’esplorazione (ridotte, sia chiaro) aumenta la percezione che si tratti di un capitolo di transizione, un capitolo atto a “preparare il terreno” per il gran finale, sperando sarà tale; e il finale cliffhanger di Amid The Ruins fa proprio questo: sconvolgere, ribaltare, annullare la noia mortale di 85 minuti di gioco attraverso una manciata di frame, un paio di eventi inaspettati e una decisione che portano ad un finale tutt’altro che scontato. Sperando che così poco basti a chi ha acquistato sulla fiducia la seconda serie, che non ha mai mantenuto lo stesso passo del predecessore.
Ultime note sui comparti tecnici, in evidenza ancora una volta per il buon lavoro portato a termine. Entrano in gioco una manciata di nuove location che, seppur non brillanti in termini di texture o dettagli anche a causa di un engine di gioco vetusto, bastano nel rendere credibile lo spostamento continuo del gruppo; nel doppiaggio in inglese invece troviamo la solita bravura del cast scelto, che non perde occasione per dimostrarsi competente, così come una bella traccia che da sola riesce a giustificare la visione dei titoli di coda.
Chiudemmo le nostre considerazioni sul terzo episodio con un: “Cosa bisognerà aspettarsi dal quarto episodio? Tanto, poco o niente, tutte opzioni ampiamente percorribili visti i risultati altalenanti raggiunti fino ad ora” e a distanza di qualche settimana a tale domanda dobbiamo per forza di cose rispondere con “poco”. Poco perché a delle scelte effettivamente interessanti e spesso dolorose si interpongono spezzoni di storia poco convincenti, anche perché incentrati su quei personaggi secondari scarsamente caratterizzati e di poco appeal, che non abbiamo apprezzato fin dagli esordi di questa seconda stagione. Basta un finale cliffhanger e qualche scelta a salvare le sorti di questo 'Amid The Ruins'? Sì, tenendo conto che è proprio grazie ad esse che il quinto capitolo diventa imprescindibile per capire quale sarà il destino di questo nuovo e poco coeso gruppo, e quale sarà quello di Clementine, che in questa serie non solo ha ricoperto le evidenti falle strutturali di una serie frettolosa in tanti aspetti, ma s'è fatta forza di veicolare l'interesse dei fan verso una serie di gran successo, almeno dal punto di vista commerciale, ma che col passare dei mesi ha perso sempre più forza e credibilità. ZVOTO 6