"Mi han detto che il tatuaggio della farfallina è passato
di moda, e allora ho ripiegato su questo..."
Qual è la cosa più importante nella vita? Dite l’amore? Dite l’amicizia? Dite il rispetto? Dite la fi*a? Ok, forse c’avete anche ragione, ma c’è una cosa che conta ancora di più: la libertà. Senza di essa non ci può essere spazio per nient’altro ed è per questo che non riesco a immaginare niente di più terribile di una dittatura, sia essa di tipo fascista, nazista, comunista o berlusconiana… In The Way Back ci troviamo in pieno stalinismo, con un gruppo di poveri Cristi condannati ad anni ed anni di prigonia in un gulag siberiano perché accusati, con pretesti piuttosto pretestuosi (altrimenti che pretesti sarebbero?), di essere contro il regime. Tutto intorno al campo di prigionia le condizioni naturali sono alquanto avverse, tanto per usare un eufemismo: le temperature si aggirano intorno ai meno 40 gradi, c’è un tempo da lupi e infatti ci sono i lupi per davvero in giro (tranquilli niente lupi mannari, questo non è un teen fantasy), e nel caso i protagonisti della storia riuscissero anche a fuggire in mezzo alla neve, su di loro c’è una taglia che pende e chiunque li uccida verrà ricompensato generosamente. In condizioni più estreme che ad Alcatraz, un gruppo di impavidi decide comunque di tentare il fugone, una sorta di Prison Break ai tempi di Stalin. Perché ci provano? Perché, come ho detto, la libertà è la cosa più importante che ci sia. Ok, forse dopo la fi*a, ve lo concedo!
"Che palle, qui non c'è manco la connessione Internet.
Come facciamo a leggere l'opinione cannibale sul nostro film?"
"Ma spendere una parte del budget per un condizionatore no, eh?"
Se la storia dei prigionieri in fuga all’inizio riesce a coinvolgere e a catturare, il film paga però l’eccessiva durata, o sarebbe meglio dire che è lo spettatore a pagarla con dosi leggere di noia. Nonostante la lungaggine e qualche sbadiglio di troppo, The Way Back si fa comunque ricordare con piacere grazie anche a un bel finale, seppure un pochino troppo ruffiano, un po’ come il resto del film. Però un inno alla vera libertà (e non al popolo della libertà) da queste parti è sempre il benvenuto. E adesso via di qua, siete liberi anche da questo post. (voto 6,5/10)