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The wedding: 10° capitolo online

Creato il 06 agosto 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
THE WEDDING di Beth Fantaskey
CAPITOLO 10
Il sentiero accidentato scava sul fianco del monte e ci conduce sempre più in alto, sui Carpazi, là dove non sono mai stata. Mi aggrappo alla mano di Lucius, respirando a fatica nonostante la nostra andatura sia lenta. Il terreno è più roccioso quassù e gli alberi meno fitti. L’aria stessa sembra rarefatta e procedere non è affatto semplice.
Persino Lucius, che è allenato e conosce bene queste montagne, è in difficoltà. Si sta facendo buio e procediamo in silenzio, troppo concentrati sul cammino. In questo silenzio riesco a sentire il suo respiro. Inspira ed espira a ritmo regolare al mio fianco.
Improvvisamente la tranquillità di quello scenario desolato s’infrange al rumore dei passi di qualcuno che ci segue da vicino, nascosto nella vegetazione. Passi che procedono rapidi, provengono da direzioni opposte e corrono giù per la montagna così da far scivolare piccole rocce verso la vallata sottostante.
Non c’è dubbio, qualsiasi cosa o chiunque sia è di grandi dimensioni – o forse sono più di uno… Stringo forte la mano di Lucius e lo costringo a fermarsi. Trattenendo a stento l’agitazione, gli sussurro: «Lucius? Si sta facendo tardi…». Mi guardo intorno scrutando nel buio alla ricerca di ombre o figure in direzione di quel minaccioso calpestio. «Non credi che sarebbe meglio rimandare a domani?»
So che non c’è nessun bisogno di ricordargli che queste montagne nascondono orsi e lupi – e uomini che volentieri distruggerebbero un vampiro. E sono certa che lui capirà anche il perché del mio nervosismo.
Il rumore dei passi si affievolisce, trascinato via dal vento, ma non riesco a sentirmi sollevata finché Lucius, che fino a quel momento mi ha preceduto guidandomi lungo un sentiero, si volta e mi chiede dolcemente: «Pensi forse che permetterei che ti accadesse qualcosa di male? O anche solo di inciampare?».
So che questa domanda aleggerà su di noi per sempre, considerando com’è iniziata, e quasi finita, la nostra storia. Considerando chi è Lucius. Nonostante sappia nel profondo del cuore che la risposta alla sua domanda sarà sempre “no” – che lui non permetterà che mi succeda mai nulla di male – so anche che né io né lui dimenticheremo mai quanto sarebbe potuto accadere la notte in cui stava per fare di me la prima vittima di una guerra fra clan.
Sono convinta che a volte Lucius metta alla prova la mia fiducia in lui più per rassicurare se stesso che me…
Mentre cerco di scavare in quegli occhi neri nel buio che avanza, un’improvvisa folata di vento si leva dalla vallata investendoci con una potenza tale da farmi perdere l’equilibrio, ma Lucius è lì a sostenermi afferrandomi per un braccio con la mano libera.
Rimango in piedi ma per un istante ci troviamo faccia a faccia, e le paure lasciano il posto al desiderio incontrollabile che ho di baciarlo, lì, subito. Ogni volta che siamo soli e così vicini da permettermi di sentire l’odore della sua pelle, morirei per sentire le sue mani su di me, le sue labbra contro le mie…
Ma Lucius questa volta ha altri piani, ha in mente una destinazione ben precisa.
«Vieni» mi dice sorridendo come se i miei occhi avessero già risposto alla sua precedente domanda: sono più chiari dei suoi e non c’è dubbio che sotto la luce della luna nascente lui riesca a leggervi dentro senza difficoltà. Sono certa che sa bene come mi sento, e anche se ci diciamo spesso cosa proviamo, a volte non posso fare a meno di imbarazzarmi al pensiero di quanto ai suoi occhi il mio amore per lui sia palese. Mi fa ancora sentire a disagio la consapevolezza di essere così esposta mentre Lucius, cresciuto al solo scopo di essere invulnerabile, continua a essere un mistero per me.
Ricominciamo a camminare e Lucius rallenta ulteriormente il passo perché il terreno è sempre più accidentato e l’aria troppo fine per i miei polmoni, abituati all’aria di mare del sud della Pennsylvania.
Guardo dove metto i piedi perché non voglio appoggiarmi completamente a Lucius, e la strada si fa sempre più irta e il terreno disseminato di enormi massi appuntiti che ho imparato a riconoscere come tratto distintivo dei Carpazi. Sono così concentrata che perdo la cognizione di tutto ciò che ho intorno, persino del tempo, così rimango sorpresa quando Lucius di colpo si ferma e mi stringe forte la mano, facendomi cenno di guardare insù.
E quando lo faccio, davanti a me non vedo… niente.

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