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The wedding: 20° capitolo online

Creato il 16 agosto 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
THE WEDDING di Beth Fantaskey
CAPITOLO 20
In quegli ultimi istanti, mentre pronunciavo la promessa e diventavo sua per sempre, Lucius mi rivelò l’esistenza di una zona oscura che nascondeva dentro e che una volta lo aveva spinto a minacciarmi con un paletto, prima di crollare e gridare in preda alla rabbia e alla disperazione: «Io distruggo qualsiasi cosa tocco!».
Lo guardai a lungo negli occhi, decisa a non distogliere lo sguardo, sebbene fossi terrorizzata. Sapevo che non avrei mai più visto quella parte di lui – non così intensamente – e per questo mi sforzai di non distogliere lo sguardo.
Fu così che vidi non solo il vampiro che aveva cercato di distruggermi e che poi aveva distrutto suo zio, e che probabilmente avrebbe continuato a distruggere, ma anche il bambino orfano, cresciuto a suon di percosse, non di carezze. Era come vedere tutta la sua storia scorrermi davanti agli occhi. Capii da dove proveniva la sua forza – la sua capacità di sopportare stoicamente il dolore, di comandare plotoni di vampiri e di non esitare a sacrificare la sua stessa esistenza, se necessario – e capii anche perché il potere nelle sue mani sarebbe sempre stato fonte di pericolo. Le radici di quel potere affondavano nella sofferenza non nell’amore.
«Oh, Lucius…» mormorai, dimenticandomi della cerimonia e degli invitati. «Lucius…» Mi stava offrendo un’ultima possibilità di scappare, proprio come aveva fatto quella notte prima di bere il mio sangue. Quella era la mia ultima possibilità…
Ma aver visto la sua vera anima, mi fece desiderare ancor più di stare con lui.
Si fidava di me al punto tale da rivelarmi il lato più oscuro della sua natura. Non aveva mai conosciuto l’amore, ma sapeva che il nostro era abbastanza forte da farmi restare.
Fra noi scese il silenzio. Il sangue sul palmo della nostra mano si stava coagulando, unendoci ancor di più. Intorno a noi, gli invitati erano all’oscuro di quanto stesse avvenendo fra noi. Probabilmente pensavano che stessi per ripensarci.
All’improvviso, senza più ombra d’esitazione, con gli occhi fissi su quell’universo di dolore insopportabile e di forza sovrumana, dissi: «Sì, prendo Lucius come mio marito, ora e per l’eternità».
Non appena pronunciai quelle parole, Lucius riabbassò lo sguardo, così capii che davvero non mi avrebbe più mostrato quella parte di sé, non così apertamente. Sapevo che era lì, sepolta in profondità, sapevo che non l’avrebbe usata contro di me, ma in ogni caso la minaccia che un giorno sarebbe riaffiorata nelle sue azioni era reale. In quanto sua moglie, era giusto che ne fossi consapevole.
Quando riaprì gli occhi, vidi la felicità più totale che provava, rividi il vampiro arrogante, straordinario, intelligente, dolce e autoritario di cui mi ero innamorata.
Lui sorrise e io ricambiai, perché sapevo che stavamo provando la stessa cosa. Nonostante la cerimonia non fosse ancora terminata, da quel momento eravamo ufficialmente marito e moglie. Morivo dalla voglia di baciarlo, suggellando così la promessa che ci eravamo appena scambiati… ma continuammo semplicemente a guardarci, assaporando la felicità e la sensazione di pace che quel momento ci aveva finalmente donato.
Mi dovetti sforzare per distogliere lo sguardo da lui e smettere di sorridergli, ma entrambi dovemmo lasciare andare la mano dell’altro e rivolgerci di nuovo verso Alexandru, che fece cenno prima a Raniero, poi a Mindy, di andare a prendere i due calici d’argento che contenevano il nostro sangue.

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