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The wedding: 9° capitolo online

Creato il 05 agosto 2010 da Alessandraz @RedazioneDiario
THE WEDDING di Beth Fantaskey
CAPITOLO 9
“… fidati del tuo istinto e diffida di chiunque desti in te il minimo sospetto… persino se si tratta dei tuoi più cari amici”.
“… i Vladescu possiedono una grande forza di volontà, ma i Dragomir non si tirano mai indietro…”
“Sarò sempre con te, Antanasia…”
Richiusi il taccuino rilegato in pelle e sprofondai nel mio letto, senza sapere nemmeno come avessi fatto ad attraversare la stanza, assorta com’ero nella lettura del manoscritto, malridotto ma leggibile, della mia vera madre. Era come se avesse tentato di riempire ogni singolo centimetro di quel libricino – abbastanza piccolo da entrare in una tasca e magari da essere nascosto fra le pieghe del lenzuolo di un neonato che veniva sottratto a un destino infausto – che racchiudeva un compendio della sua conoscenza: tutto ciò che sapeva e che anch’io ora avevo bisogno di sapere per guidare non uno, ma ben due clan. E per essere una brava moglie.
Accarezzai la copertina raggrinzita con la punta delle dita, comprendendo quanto mi avesse amato per affidarmi un’eredità tale.
Lucius mi aveva dato il manuale per diventare un vampiro; Mihaela Dragomir mi aveva donato la guida che mi avrebbe permesso di sopravvivere in quanto tale.
Chiusi gli occhi, chinando la testa in segno di gratitudine, rispetto e amore nei suoi confronti. Grazie, Mihaela, per avermi salvato proprio quando hai capito che la tua distruzione era vicina…
Sebbene avessi dato solo un’occhiata veloce al libro per poi riprenderlo in mano in un momento di maggiore tranquillità e leggere con attenzione quei consigli che mi avrebbero accompagnato per mesi, anni a venire, avevo notato che le sue annotazioni si facevano più coincise e frettolose, la sua scrittura più irregolare, via via che ci si avvicinava alla fine del libro, come se si fosse resa conto che non le restava più tanto tempo…
Rabbrividii e mi resi conto che la temperatura della stanza era di colpo precipitata, così andai a rifugiarmi sotto le coperte, riponendo il piccolo volume sotto il cuscino, come se la sua semplice vicinanza avesse potuto trasmettermi, in una sola notte, la saggezza di secoli. Volevo tenerlo con me. Persino il comodino mi sembrava troppo lontano per custodire un oggetto così prezioso.
Posai la testa sul mio soffice cuscino e chiusi gli occhi, avvertendo un senso di calore provenire non tanto dalle coperte ma dalla consapevolezza di avere un altro alleato in quel mondo in cui mi stavo addentrando e che mi era ancora così estraneo. Qualcuno che avrebbe potuto aiutarmi perché aveva già fatto quelle esperienze.
Capii in quell’istante perché la mia madre adottiva avesse percepito in maniera così forte che quello era il momento di lasciarmi andare affinché una nuova vita avesse inizio: sapeva di affidarmi a Mihaela, che con le sue parole sarebbe d’ora in avanti stata la mia guida. Ero certa, però, che avrei sempre avuto bisogno anche di lei e che avrei continuato a ricorrere ai suoi consigli per quanto mi fosse stato possibile.
La serata e quel dono mi avevano lasciato un sapore dolce amaro in bocca, ma nonostante ciò mi sorpresi a sorridere, ripensando a una particolare frase su cui mi era caduto l’occhio mentre sfogliavo il libricino: “… spero che un giorno tu possa amarlo…”. Sapevo bene a chi Mihaela si riferisse. A Lucius, il mio futuro marito, per il quale nutrivo un amore che a volte mi spaventava, ma che allo stesso tempo era la cosa più bella che mi fosse mai capitata.
Lucius… ma come avevo potuto anche solo pensare di rifiutarti?
Mi venne da pensare alla cerimonia del giorno dopo ma, dato che non sapevo dove si sarebbe tenuta, faticavo a immaginarmela. Credevo che non mi sarei mai addormentata, ma ben presto scivolai nel mio sogno preferito, quello che iniziava con Lucius che mi prendeva per mano e mi conduceva lungo un sentiero segreto di cui solo pochi vampiri – e due umani molto speciali – conoscevano l’esistenza.
Nel mio sogno mi esortava stringendomi la mano con dita gelide e forti. «Vieni con me, Antanasia. Voglio mostrarti un luogo speciale, un luogo sacro…»

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