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The World Is Gonna Break Your Little Heart

Da Julesdufresne

“Giulia, ma sei sveglia?”

“Sì, mamma, sono sveglia dalle sette. Ho fatto tutti dei sogni orrendi sui treni.”

“Ma a te i treni piacciono!”

“Non i treni immaginari che devo prendere di domenica mattina per andare alle conferenze immaginarie. A Bologna. P0i sono arrivata lì e al mio posto c’era già una tizia. Poi lo sai che io a Bologna non ci voglio tornare mai più.”

“Alzati, va’, intanto, che tra mezz’ora devi uscire sul serio.”

“Non voglio uscire. Non voglio alzarmi. Non mi vesto. Non voglio neanche mettere gli occhiali. Non me ne frega niente di niente, voglio stare qui.”

“Devi alzarti per forza, su. Pensa però che non vai a Bologna!”

“Lasciami stare, mamma, è tutto un dramma.”

“Uh, ancora. Ma non eri lì settimana scorsa a stupirti di come le cose andassero troppo bene?”

“Appunto.”

“Certo che la fai difficile, tu.”

“Non la faccio difficile, la voglio solo fare finita con tutti. Non pensare più a niente. Sto qui, non mi alzo, spengo il telefono, fine. Che mi lascino in pace.”

“Guarda che fai prima a scappare tu, piccola.”

“Non dirlo, eh! Lo faccio davvero. Adesso tu esci col papà e quando torni niente, io sono scappata.”

“Porti via anche tutte le tue cose, o lasci tutto il casino per terra? E’ importante saperlo.”

“Lascio tutto qui, illusa. Mi distacco dalle possessioni materiali.”

“Peccato.”

“Voglio dimenticare tutto.  Andare via. Semplificarmi.”

“Non si può. Per essere felici bisogna seguire ogni piccola e complicata parte di sé, non si può sopprimerle. “

“Uh, be’, vallo a spiegare alle persone, che ti comporti da scema perché le tue piccole e complicate parti sono particolarmente poco disposte a collaborare tra loro.”

“Guarda che non è mia, l’ha detto Virginia Woolf.”

“Mamma, Virginia Woolf si è uccisa.”

“Sì, però alla fine. Su, alzati.”



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