Capitol -ST 549 9/70
- Down to the wire
- Sell out
- Home
- Neighbor don't you worry
- We'll see
- Come on
- God knows I love you
- My World nedds you
- Hello, I've Returned
- Freedom Express
"...not rock, not of acid, and not of countryor western...but are the sound of roots.... "Come detto l’unico ad avere un passato musicale (o meglio, l’unico ad avere un passato musicale prima dei Yellow Hand documentato) è il cantante Jerry Tawney.
Proveniente dall' East Coast e con un singolo su Liberty: “Run through the door/Funny Man” (1966) viene contattato dall’entourage della vocal band the Portraits, band vocale in stile Four Seasons (ex MojoMan ed Paul and The Pack); dal 1967 a fine anni sessanta la band partecipa a registrazioni di colonne sonore, jingle musicali e commerciali e dei 45 per la Sidewalk Record. Durante la militanza nei Portraits, pare che Tawney entri in contatto con il produttore Jerry Fuller (scopritore di Terry Knight and The Pack, produttore di Peanuts Butter Conspiracy e Knickebockers, fra gli altri), e nel 1970 lo ritroviamo con gli Yellow Hand, le foto di Jerry Tawney nel 1968 sono molto simili a quelle dei gruppi di pop spesso composti da italo-americani appunto stile Four Season, la foto del retro del disco degli Yellow Hand ritrae invece i sei componenti del gruppo con un look veramente hippie, Tawney compreso; forse davvero la Capitol voleva cavalcare l’onda del movimento West Coast che nel 1970 era al suo apice creando un gruppo di “studio”.
I Portraits 1968 circa, Tawney è il secondo da sinistra.
Come detto i brani dei Buffalo Springfield sono sei, più una versione di un brano Delaney Bramlett (di Delanay & Bonnie) e tre composizioni di Jerry Tawney, la produzione dell' lp è affidata a Dallas Smith. Il disco è un lavoro di buon livello, suonato tecnicamente benissimo, con grandi armonie vocali, e un tocco di psych, power pop ante-litteram, folk , e quello che viene chiamato Rural rock, cioè rock con influenze country, e ed è un ottimo esempio del West Coast sound, detto questo non aspettatevi di trovare i Buffalo Springfield, ci sono le loro canzoni questo si, ma non loro, i Buffalo erano di un altro pianeta, dei geni assoluti.Foto dal retro di copertina dell' album degli Yellow Hand, Tawney è in alto con la chitarra
Down to wire ( brano di Neil Young) apre il disco, la versione dei Buffalo si trova nella raccolta postuma "Decade", il brano è suonato veramente superbamente e a differenza della versione dei Buffalo, è presente molto più sound soul, ma soprattutto una vena power pop , anche grazie ai riff di chitarra che ricordano, anzi anticipano i riff di Raspberries e Blue Ash. Il ritornello è trascinante, mentre la piccola jam sul finire del pezzo è molto psych. Ancora un brano di Neil young “Sell out”, che a mio parre è il più bello del disco, riff psichedelico, chitarra ritmica distorta e un giro di basso, molto californiano: Grandioso. La prima delle tre canzoni scritte dal cantante Tawney è “Home”, la migliore delle tre: una stupenda ballad stile Fred Neil, con un un ritornello molto country. Il lato A termina con due composizioni di Stills “Neighbor don’t you worry”, forse il pezzo minore dei quattro scritti da Stills (la versione contemporanea dei Buffalo si trova in "Stampede" disco uscito postumo, ma che doveva essere il secondo lp dei Buffalo), e la bellissima “We’ll see”, molto ritmica e molto Buffalo Springfield, con le voci in evidenza in tutto il brano. "Come on" ancora di Stills, ha una interpretazione molto fedele allo stile del gruppo di Young, Stills, Palmer, Furay e Martin : piano in sottofondo, doppie voci e una strofa ammiccante … “God knows I love” scritta da Bramlett Delaney è un omaggio alla West Coast e al sogno hippy, i riff di chitarra sono comunque sempre molto country, organo e una ritmica funk rendono il brano anche molto soul. "My worlds needs you" è una ballata scritta dal cantante, molto pop, che rimanda alle prime cose dei Badfinger. "Hello I’ve returned" ancora di Stills è un grandioso funk country, bellissimo, con gli stacchi chitarristici di Pat Flynn e il basso di Mickey Armstrong in evidenza, il brano è pieno di riffi e stomp e go bellissimi. Il pezzo di chiusura dell' lp "Freedom Express" è l’ultimo treno per il viaggio attraverso la West Coast, pianoforte durante l' intro, voce pop quasi gospel, e tematica superfreak :“the ticket to freedom is love…the freedom express”..Il brano forse molto moderno all' epoca, oggi si rivela molto datato e scontato.
I componenti della "mano gialla" dimostrano di essere molto dotati tecnicamente, anzi il chitarrista Pat Flynn, diciottenne nel 1970, diventerà un grande musicista Blue Grass.
Il disco non adeguatamente promosso, cadde nel dimenticatoio ricercato solo per la presenza dei brani inediti dei Buffalo dai superfan, oggi grazie a ristampe, ad Internet questo non è più una esclusiva del disco dei Yellow Hand, anche se pare che ancora oggi sia l’unica possibilità di ascoltare “Hello I’ve returned”.
Ovviamente poco successo commerciale, poche vendite fanno si che il gruppo che pareva essere nato dal nulla, nel nulla tornò.
Oltre alla già citata carriera di Pat Flynn, del solo Jerry Tawney si hanno notizie di una carriera successiva, lavorò come compositore e rimase nel business musicale insieme a Jesse Fuller; collaboro e scrisse anche brani per il soul man Al Wilson; di tutti gli altri membri non si hanno notizie successive ai Yellow Hand.
Il disco, dal quale fu anche tratto un 45 giri "Down to the Wire/God knows I love you", ha una quotazione media che varia dai 50 ai 90 dollari americani.
Foto della label della mia copia in vinile di Yellow Hand Capitol ST-549, label color lime usata dalla Capitol dal 1969 al 1971, più o meno al numero di catolo ST-700
The Yellow Hand -"Sell Out" (sample)