Doppio resoconto per completare il discorso iniziato QUI venerdì scorso. Mi ero perso per strada i progetti dei Therion in questi ultimi mesi, tanto che non mi ero accorto dell’uscita di questo complesso e coraggio Les Fleurs du Mal, album rifiutato dalla Nuclear Blast insieme al resto del progetto che sta partorendo la mente di Christofer Johnsson. Coraggiosa anche la scelta di farlo completamente in francese, lingua che fa storcere il naso un po’ a tutti i fan del metal, abituati all’inglese come lingua madre.
Lo svedese, mente e fondatore della band, sta portando avanti un progetto di una metal/rock opera, strutturata sulla base di una compagnia teatrale itinerante. Una fusione tra musica, opera e musical insomma, scelta che non è piaciuta alla casa discografica tedesca, e che ha costretto Johnsson a autoprodursi questo album, primo assaggio e anticipazione di come sarà il suo progetto.
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Nel frattempo, ci sono stati diversi movimenti all’interno della band, tanto che Snowy Shaw, la seconda voce maschile, ha lasciato la band per divergenze. Letta questa notizia, che confermava alla voce maschile solo Thomas Vikstrom, ero un po’ preoccupato. Non sapevo se il buon Thomas, avrebbe potuto interpretare tutte le parti vocali maschili da solo, partendo dalle sezioni tenorili.
E qui entra in gioco la resa live, perché in sala di incisione si possono fare miracoli. Quindi, com’è stato questo concerto del 25° anniversario?
Le tre voci
Prima cosa, la formazione si è presentata ridotta all’osso, con due chitarre, il bassista, batterista e un tastierista di supporto, nonché due voci femminili (tra le quali Lori Lewis come soprano), e il già citato Vikstrom alle parti maschili.
Nonostante i miei dubbi iniziali, appena iniziato il concerto, aperto con O’ Fortuna, mi sono ricreduto. Eccellenti le esecuzioni strumentali, piene e teatrali quelle vocali. I tre cantanti si fondevano e stupivano per le loro grandi capacità, supportate anche dall’ottima acustica del locale (nota di merito di questo sorprendente Live Club). La scaletta, che prevedeva pezzi provenienti da tutti gli album, presentava anche 4 canzoni di Les Fleurs du Mal, album che ha trasmesso la sua influenza anche ai brani storici. Infatti, come avviene in questo ultimo lavoro, le esecuzioni erano incentrate soprattutto sulla voce dei tre cantanti, quasi mettendo in secondo piano le parti orchestrali a cui eravamo abituati. Quindi, poche campionature sinfoniche, ma un’ottima resa vocale e un’incredibile performance di Vikstrom, che davvero, mi ha stupito per essere in grado di passare dalla voce corposa del tenore, alla più acuta e argentina tipica del metal. I punti più alti, sono stati raggiunti con una versione unplugged di Lemuria e naturalmente con la chiusura del concerto, avvenuta con l’immancabile To Mega Therion.
A fine concerto, Johnsson, ha dimostrato il suo entusiasmo per il suo progetto e questo album, andando a vendere cd e t-shirt al banco merchandising, firmando autografi insieme al resto della band, tutti molto disponibili a scambiare due chiacchiere e farsi una foto con i fan.
Cosa dire, se non in bocca al lupo all’ambizioso Johnsson, approfittando anche per complimentarsi con il governo svedese, che lo sta aiutando con fondi destinati alla musica. Qui da noi non potrebbe mai accadere.