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This is me. and this is my story

Creato il 13 febbraio 2012 da Audreyinwonderland

THIS IS ME. AND THIS IS MY STORY 
E' domenica notte. E' tardi. Ma se non lo faccio ora, perdo il coraggio. Ci conosciamo con alcuni di voi da un anno, con altri da poche ore. Ma è sempre bello ritrovarvi qui. E allora ho pensato che fosse giusto, dopo un anno di anonimato (solo per timidezza, eh) farvi vedere chi sono veramente. Non solo in foto (prese da FB, terrificanti, sorry), ma nell'anima. Un po' l'avete già vista, la mia anima. Ma c'è qualcosa che non sapete, e che voglio condividere con voi. La mia vita da un anno a questa parte. Ok, ho aperto il blog, e ne sono strafelice. Molte cose ve le ho raccontate "in diretta". Ma ci sono stati tantissimi momenti duri, e inizio a uscirne davvero forse solo ora. Un anno fa avevo un ragazzo, un cane, una casa, un gruppo di amici storici e un lavoro. Fino a ieri, non avevo quasi più nulla di tutto questo. Ho lasciato il mio ragazzo per correttezza, non lo amavo più. Ma ha voluto dire lasciare la mia bella casa, il mio amato cane, gli amici in comune, la mia normalità. Nel marzo 2011 stavamo iniziando l'avventura di "Esperienza Italia", lavoravamo 14 ore al giorno per allestire le mostre alle OGR e i relativi eventi, e io da un giorno all'altro mi sono trovata senza un tetto, un ragazzo, un cagnolino che era la mia gioia e un gruppo di amici. Avevo solo più il mio lavoro. A cui mi sono aggrappata con tutte le mie forze, mettendoci l'anima. Dove ho trovato alcune persone che mi hanno iniziato ad apprezzare e aiutare. Una, in particolare. Che è stata come una famiglia. Mi ha preso in casa quando non sapevo dove stare. Anche se ci conoscevamo da 2 settimane. E anche se tenevo i vestiti per terra, era una gioia scegliere cosa indossare la mattina, mentre a turno si faceva il caffè. E anche se c'era un solo mazzo di chiavi, era tutto semplice. Anche se si lavorava 16 ore al giorno,  7 giorni su 7, il tempo per una risata si trovava sempre. Abbiamo messo anima e cuore nelle mostre per cui lavoravamo. Ci siamo aiutati, capiti, presi in giro, abbracciati, arrabbiati e supportati, nel lavoro e nella vita. Non so dove sarei ora, senza di lui. 
Intanto il tempo passava: litigi famigliari, la morte del nonno dopo 2 devastanti mesi in ospedale, una casa da cercare con zero risparmi da parte, casini sul lavoro e una vita da inventare.
Poi arriva l'estate, trovo una casa, cerco un equilibrio, sembra funzionare. Poi però arriva anche novembre, le mostre chiudono, i contratti scadono, ma si parla di riapertura. Ci spero. Poco prima di Natale, scopro invece che non solo non sono inclusa nel nuovo staff, ma che le motivazioni sono pretestuose, infondate, pilotate da pettegolezzi, invidie e cattiverie. Che il posto che ho considerato la mia casa e per cui ho dato l'anima non mi vuole. Quel mondo faticosamente costruito e ancora più faticosamente tenuto insieme crolla di nuovo. Mi manca l'aria. Mi manca il terreno sotto i piedi.Ma ho qualcuno che ancora una volta mi tira fuori, qualcuno che dopo avermi raccattato nelle peggio condizioni la prima volta mi ha impedito di tornarci, e mi ha insegnato a non mollare, a tenere l'anima coi denti e a puntare sempre alla luna, o alla peggio alle stelle. Aveva ragione. Ora c'è un nuovo, favoloso lavoro all'orizzonte. Forse una nuova casa, migliore. Alcune amicizie che si consolidano. Il blog che va alla grande. Un equilibrio a lungo cercato che finalmente arriva. Una voglia di sorridere che nemmeno ricordavo. E un amico che continua ad esserci sempre e comunque, e perdona i miei casini con un sorriso. Con cui posso parlare di calcio come di vestiti. A cui ho fatto una promessa, che voglio mantenere. Perchè non tutti hanno la fortuna di trovare qualcuno che crede in te quando tu ti dimentichi di farlo. 

PS: un grazie ad Alexis di VIRTUOSISMI CHIC: sai che senza alcune tue parole questo post non sarebbe mai esistito.Un altro grazie, immenso, ad A. : sei l'unico che c'è sempre davvero stato, senza dover mai lottare per averti al mio fianco. Non è cosa da poco ;-)


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