“Squadra giovane e divertente, capace di grandi prestazioni, ma con scarsa continuità di risultati e una pessima difesa”, ciò basterebbe per descrivere sinteticamente la situazione attuale che aleggia sui Sacramento Kings. Ma prima di giudicare osservando solo la superficie, bisognerebbe considerare molti più fattori che da qui al prossimo avvenire potranno seriamente modificare lo status delle cose, e sembrerebbe che ciò possa avvenire decisamente in meglio. Tornando al presente, i Kings hanno deciso di sacrificare l’ex Rookie of the Year Tyreke Evans, spedito ai Pelicans, per dar spazio all’esplosione di Isaiah Thomas, che con la superstar DeMarcus Cousins forma l’asse play-pivot, il cardine su cui regge squadra, anche in ottica futura.
Il rendimento dei due non emerge se ci si ferma a guardare i risultati della squadra, 11 vinte e 22 perse, ma bisogna osservare più approfonditamente le statistiche. Thomas rispetto all’anno scorso ha migliorato le percentuali di realizzazione, il tiro da tre, nei rimbalzi, nelle rubate, negli assist, ma anche nei punti realizzati, passando da 14 ai 19 punti a partita, mentre Cousins più che altro è migliorato per quanto riguarda la leadership, assumendo il ruolo di uomo franchigia, non solo dopo aver rinnovato il contratto a 64 milioni per 4 anni, ma lo si nota anche dal modo di giocare, dal fatto che ciò è riconosciuto dai compagni, dalle scelte che prende, anche se ancora sembra essere lontano dalla maturazione definita che si richiede per un giocatore del suo calibro. Di certo la figura di Shaquille O’Neal (socio di minoranza della franchigia), lo ha aiutato.
Tuttavia ad essi si aggiungono dei “comprimari”, che sulla carta non lo sarebbero, come Rudy Gay e la matricola Ben McLemore. Gay è arrivato il 9 dicembre dai Raptors in una trade che ha coinvolto ben altri 6 giocatori. Molto discussa è stata la scelta dei Kings visto che Gay è sì un ottimo giocatore, ma non quello che serviva per coprire le gravi carenze di cui soffre il team della California, oltre al fatto che si porta dietro un contrattone molto pesante da oltre 18 milioni. Quindi sembrerebbe che da un’analisi costi/benefici la scelta dei Kings non sia stata del tutto corretta, anche se non va dimenticato che il contributo che sta dando l’ex Toronto è comunque grandissimo (viaggia a 19.5 punti di media, 6.5 rimbalzi e 2.5 assists).
Anche la 7a scelta del Draft 2013, Ben McLemore, dopo qualche mese di ambientamento, sta iniziando a fornire buoni risultati. Il vero problema è che i Kings sono molto carenti in fase difensiva, ed è qui che la maggior parte delle critiche sulla trade di Gay si sono mosse. Infatti i ragazzi di coach Malone, a fronte del 14esimo posto come miglior attacco con 100,5 punti di media per partita, sono 29esimi nella classifica dei punti subiti con 104,3 a sera. A guardar bene va detto che gli attuali risultati non sono poi così diversi da quelli dello scorso anno (34,1% di vittorie e mancato accesso ai playoffs) ma quest’anno sembra si respiri un’aria nuova, ci sono speranze dettate da un roster giovane e talentuoso (McLemore classe 1993, Cousins classe 1990, Thomas classe 1989) e su una situazione salariale flessibile e incoraggiante per il futuro (attualmente i Kings sono 25esimi con circa 58 milioni).
Particolare non da meno è il fattore pubblico, sempre caloroso e vicino alla squadra: i Kings hanno una media di 16.000 spettatori e presto ciò potrà aumentare. Infatti, dopo che è stato scongiurato il pericolo trasferimento a Seattle, è stata approvata la richiesta per la costruzione di una nuova arena nella città di Sacramento che andrà a sostituire la storica Arco Arena (ora Sleep Train Arena) costruita nel 1988 ma ormai uno dei più vecchi impianti della lega. Il progetto è stato portato fortemente avanti dal nuovo proprietario Vivek Ranadivé, il magnate indiano che ha fatto fortuna nella Silicon Valley: dei 391 milioni di costo dell’operazione, 255 verranno versati dal comune di Sacramento.
Le prospettive per il futuro sono incoraggianti per i calorosissimi tifosi dei Kings che, dopo aver rischiato di veder sparire la propria franchigia (in direzione Seattle), hanno trovato nuovo entusiasmo con la proprietà di Ranadivè, l’appoggio del sindaco Kevin Johnson e della stessa Nba, e ora hanno una squadra divertente e che promette di ottenere anche buoni risultati nel medio-lungo periodo.