Thor. Al cinema. Dal 27.
Thor. Il dio del Tuono amato da moltissimi fan, da anni, della Marvel e del suo universo. Trasposizione fumettistica della mitologia degli Aesir, degli dei dei Vichinghi, delle più estreme regioni nord europee.
Thor è sempre stato caratterizzato per il suo animo nobile, a dispetto del fratellastro Loki (riconosciuto da tutta Asgard, la dimora degli dei, come figlio di un Gigante del Ghiaccio ucciso da Odino, portato dal padre di Tutti presso la città d’oro e notoriamente additato come il Dio dell’Inganno e della Menzogna), per la sua onestà e virtù guerriera, per la potenza e il coraggio.
Membro dei Vendicatori, esiliato nel corpo di un essere umano e poi ritrovatosi nel suo. Nel corso degli anni ha vissuto grandi battaglie, da solo e al fianco di altri eroi del suo mondo o della Terra (Midgard), momenti di distacco divino e altri di umana comprensione, la momentanea morte e il ritorno sulle scene.
Thor è la rappresentazione del Dio che scende tra gli uomini e si fa anche loro protettore, il potente Dio del Tuono.
Non è quello che abbiamo visto oggi in anteprima al cinema. Un mix preso dall’universo Ultimate (vedete pure on line di cosa parliamo) di storie classiche e troppi effetti speciali che ricordano film di fantascienza come Stargate.
Non è il gigione americano che si fa incoronare facendo volteggiare il potente Mjöllnir come un bulletto da strada, non è lo spaesato idiota che scatena l’ilarità della sala. Non ha come compagno un giapponese (sono Dei nord Europei) con tanto di codino da samurai che dovrebbe impersonare Hogun il Fosco e non parla con il guardiano del ponte dell’Arcobaleno, Heimdall, interpretato per non sappiamo quale motivo di politically corrett, da un attore afroamericano (la veridicità che ha sempre caratterizzato i fumetti qui se ne va al diavolo), come se si rivolgesse a una specie di portiere di condominio.
Siamo dei puristi degli adattamenti Marvel? Forse. Capiamo perfettamente che si deve andare incontro a un pubblico nuovo e a nuovi lettori, ma perché snaturare attraverso i film i personaggi e le loro storie?
E se proprio si vuole dare una bella botta di modernità (anche questo ovviamente girato in 3D) perché non lasciare che i caratteri dei protagonisti restino quelli?
Non si possono cancellare anni e anni di amore per storie epiche, eroiche, che hanno strappato lacrime e sorrisi in tutto il mondo grazie a nomi come Spider Man, Capitan America, I Vendicatori, Hulk, solo per farne il perfetto prodotto commerciale e da Blockbuster.
Il film ha un grandissimo Odino, una bella realizzazione di Asgard, un Loki più che credibile se non fosse per la sua faccia un po’ troppo wertheriana, un grande Distruttore, ma poi si perde. Lascia soltanto lo spazio all’ipotesi che il film sui Vendicatori sia sempre più imminente (viene introdotto anche Clint Burton, Occhio di Falco) e che svergogneranno gli Eroi più Potenti della Terra.
Il protagonista? Un buon personaggio fisicamente, avrebbe dato la giusta interpretazione dell’originale se gli avessero spiegato chi era e permesso di interpretare l’eroe asgardiano secondo i giusti canoni.
Thor. Un film qualsiasi: con la storia d’amore, azione, effetti digitali e un’aura supereroistica.
Si può paragonare a un film qualsiasi di Vin Diesel.
Il fumetto nella sua staticità lo surclassa milioni di volte.
Peccato, come per molti degli ultimi adattamenti della Marvel.
Se un fulmine colpirà i produttori, sapremo il perché.
Buona scelta
IBD