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Thunder: no Harden? No problem!

Creato il 14 dicembre 2012 da Basketcaffe @basketcaffe

Facciamo un giochino. Se voi aveste il famoso Dollaro, e vi chiedessero di scommettere su chi vincerà la Western Conference quest’anno, su chi puntereste? Sui Grizzlies? No, difficilmente giocheranno su questi ritmi tutto l’anno, e poi, nei playoff hanno ancora troppe lacune. Proviamone un’altra. Gli Spurs? Opzione sempre valida quella nero-argento, anche se lo scorso anno hanno ceduto fisicamente sul più bello, e con un anno in più sulle spalle, ci sono concrete possibilità che ciò accada nuovamente. I Lakers? Premesso che la squadra di adesso non è (si spera) quella vera, lasciano tanti dubbi riguardo molti, troppi aspetti. Rimangono i Thunder. Ma come, direte, come possono essere ancora i favoriti dopo aver ceduto Harden? Qui è bene approfondire l’argomento. Dopo la trade che ha coinvolto il Barba, in molti credevano che Oklahoma City ne uscisse indebolita, o perlomeno che potesse in qualche modo risentire il colpo. I ragazzi di coach Brooks, invece, sono lo stesso rullo compressore dell’annata precedente, avendo, dopo 22 partite, un record di 18-4. Sorprendente da un certo punto di vista, meno da altri. Spesso ci si dimentica, infatti, che al posto di Harden è arrivato Kevin Martin, uno dei giocatori più sottovalutati di tutta la Lega, che ha chiuso fino ad ora sei delle sue dieci stagioni NBA con oltre 20 punti di media. Nei Thunder ha preso il posto del Barba come sesto uomo e si è adattato immediatamente al nuovo ruolo, producendo 15.9 punti ogni volta che esce dalla panchina e tirando con il 47.5% da tre (record in carriera). Rimpiazzare il 13 dunque è stato fatto, e per OKC l’obiettivo stagionale rimane quello di alzare al cielo il Larry O’Brien Trophy, coronando così l’incredibile miglioramento di risultati che gli ha visti protagonisti in questi anni. Considerare i Thunder favoriti ad Ovest è dovuto anche dal fatto che gli unici e reali stopper difensivi per Westbrook e soprattutto Durant giocano sull’altra costa, precisamente a Miami. Ok, ci sono i vari Metta (quando vuole), Tony Allen, Leonard, Kobe, ma se limIti uno, ti punisce l’altro. Il fatto poi, che Russell e Kevin nella metà campo difensiva possano tirare il fiato perchè coperti dai vari Sefolosha, Ibaka e Perkins, conta, e conta tanto. Lo scorso anno il titolo non è stato portato nell’Oklahoma probabilmente per questioni più mentali che tecniche, e va da se, che una squadra uscita sconfitta alle Finals torni l’anno successivo con una marcia in più per agguantare ciò che ha solamente potuto accarezzare nell’estate precedente. Discorso questo, valido anche per Brooks, non esente da colpe nella sconfitta contro gli Heat. Coraggio allora, scommettete il vostro Dollaro immaginario, sperando che ciò che avete letto vi abbia chiarito le idee su chi puntare…


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