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Ti amo ma posso spiegarti. In cinque motivi.

Creato il 20 dicembre 2013 da Fedetronconi

“ti amo, ma posso spiegarti”
le dissi
“un ottimo titolo per un libro di quelli che vanno adesso”
mi disse
“sì ma io te lo dissi per davvero”
le dissi
“non sprecarlo con me, facci un bel romanzetto di giovanilismo alla moda”
mi disse
“ma scusa, cristomadonna, io ti dico una frase d’amore e tu mi dici di farci un titolo di merda?”
le urlai
“non t’incazzare, lo dico per te, con un buon titolo hai fatto il cinquanta per cento”
mi sussurrò
“allora senti questo” le dissi “cazzi ne hai presi più tu che un esercito di mignotte da sbarco”
“sei un cretino, e poi è vecchio, e poi l’Einaudi non te lo passa”
“e la Feltrinelli?”
“neanche”
“la Mondadori?”
“manco la Mondadori”
“dici?”
“dico”

(Guido Catalano)

Ti amo ma posso spiegarti. In cinque motivi.

É vero, c’è la crisi. E ‘sto giro a Natale cerchiamo di contenerci con le spese.
Però se volete un consiglio su un libro da regalarvi, o da regalare, allora andatevi a comprare “Ti amo ma posso spiegare” di Guido Catalano.

Primo motivo. La casa editrice che lo pubblica è Miraggi Edizioni, una casa piccola e indipendente, e aiutare chi cerca di tenere in vita la piccola editoria, quella che lotta contro i “pesci grandi” del libro-prodotto industriale, è un dovere morale di ogni lettore attento e consapevole. Un po’ come l’equoesolidale che va di moda, fa radicalchic, ma soprattutto -fondamentalmente- è una cosa giusta e basta.

Secondo motivo. La copertina è bella, e ci fate una bella figura pure se non vi fanno il pacchetto perché alla cassa c’è una fila che non ti dico, siete in ritardo e vi rompe andare al piano di sopra dove per farti la confezione otto ore e vogliono pure la mancia.

Terzo motivo. È un libro di poesie, e regalare poesia a Natale fa innegabilmente figo.

Quarto motivo. È un libro di poesie “di nicchia”: questo fa ancora più figo. (Il termine “di nicchia” non lo so. Non usatelo troppo, o se lo usate, non dite che ve l’ho detto io.)

Quinto motivo. Quello principale. Perché al di là di tutte le ragioni elencate in precedenza, che potete scegliere di interpretare con il tono che più vi sembra adatto (la casa consiglia: ironia), le poesie che ci sono nel libro sono di-ver-ten-ti. Divertenti, sì. Niente arditi concettualismi, voli pindarici, maledettismo da flebotomia. Suvvia, è pure Natale.

Il linguaggio è colloquiale, è immediato, è empatico. Non puoi fare a meno di sorridere di tutte quelle situazioni quotidiane descritte in cui -sicuramente- almeno una volta ti sei trovato.
E dentro di te sai che hai pensato (più o meno) le stesse cose. Ma Guido Catalano, così si chiama l’autore, ti ha fatto il piacere di riordinartele, metterle in bella forma, fartene apprezzare il lato umoristico.
Sono poesie-dialogo, poesie-racconto, e raccontano di uomini e donne che hanno problemi di comunicazioni, problemi emotivi, problemi sentimentali, o anche solo problemi.
E hanno gli stessi problemi di tutti, intorno a quel tema sempiterno che crea problemi a tutti e che è l’amore.

Regalate(ve)lo a Natale perché, se lo leggerete sdraiati sul letto, è un libro che vi farà piangere nelle orecchie dal ridere.

Noi lo abbiamo amato, e vi ho spiegato i perché.

 

(L’abbiamo pure intervistato per “The book is on the radio”, su UCampus: e se vi dicessi che il sesto motivo è che l’autore è simpatico?)


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