Certo che si perdona la lunghezza a Matteo Renzi, che con questa domanda ha iniziato la sua enews di oggi, però la si taglia anche e il perdono viene più spontaneo. Mentre a Cremona si giocava Italia Isole Samoa di rugby, il presidente del consiglio sbloccava lui le mischie degli investitori impegnati a realizzare le eventuali autostrade: Tirreno Brennero e Cremona Mantova dal secolo scorso ormai incombono sul territorio della provincia di Cremona. Già ne parlava, della Tibre come della Brebemi, Fiorella Lazzari da assessore provinciale; già l'ex sindaco di Casalmaggiore Massimo Araldi rinunciava a contributi pubblici per costruire la tangenziale, entrata fra le opere di collegamento all'autostrada Fontevivo Nogarole, che completa la Tirreno Brennero, mettendo su imponenti Tir i container arrivati o destinati al porto di Livorno. E Renzi è qui, nella posta elettronica, che pensa a noi parlando di economia.
Dobbiamo sbloccare le opere pubbliche ferme (segnatevi la data dl 25 giugno, al mattino, Palazzo Chigi), semplificare le procedure amministrative (bene il codice degli appalti passato in prima lettura al Senato giovedì, adesso stringiamo sulla riforma della pubblica amministrazione alla Camera), agevolare gli investimenti pubblici e privati. Da una prima analisi, vediamo come almeno un punto percentuale di Pil (circa 17 miliardi di euro) sia bloccato da ritardi e procedure complicate. Sbloccare l'Italia significa dare ossigeno all'economia e far entrare il futuro dalla porta principale. Dobbiamo farlo, però, nel pieno rispetto del punto successivo, quello della sostenibilità ambientale.
Così il presidente del consiglio vuole sbloccare e infatti il decreto attuativo della legge Sblocca Italia è atteso per fine mese. L'articolo 5 parla delle proroghe delle concessioni autostradali: occorre la gara europea, ma ci sono concessioni che ancor oggi non sono andate a gara. L'A21 è una delle rarissime eccezioni. Autocisa cerca di ottenere un altro rinnovo della proroga della sua concessione autostradale dall'Unione europea, motivando la richiesta con l'urgenza di realizzare l'imminente Tibre. Con la Tibre si collegherebbe poi la Cremona Mantova. Ed entrambe potrebbero essere realizzate nell'ambito di un ampliamento del gruppo Gavio, pronto a vincere un'altra gara. Le quote del Comune di Cremona e della Provincia di Cremona vengono vendute, come quelle di tutti gli enti locali (il 4% circa del totale), dalla Provincia di Massa e Carrara.
Già due gare d'asta sono andate deserte e quindi la provincia di Massa e Carrara procederà con trattativa privata, allo scopo di vendere le quote degli enti locali proprietari di azioni dell'Autocisa. Tra questi ci sono il Comune di Cremona, proprietario di 10.400 azioni, e l'amministrazione provinciale, con le sue 41.600 azioni. Nell'insieme, tutti gli enti pubblici che partecipano all'Autocisa detengono meno del 4% delle azioni. Cremona, fra Comune e Provincia, ha la proprietà di una parte minima, soltanto lo 0,05 %, ma comunque fruttuosa.
Il prezzo di base delle azioni è sceso da due euro e 60 centesimi a due e 20 e ora scenderà ancora nella trattativa prevista per il 29 giugno. Il valore originario dell'azione era mezzo euro. Il comitato per la Tibre ferroviaria, che invece Autocisa vuole realizzare come autostrada, ritiene che quelle azioni forse valgono di più, visto l'aumento tariffario e le opere in programma. Una società del gruppo Gavio comunque potrebbe acquistare quote dell'Autocisa a basso prezzo per poi costruire l'autostrada. Ed è proprio questo l'obiettivo del Comune di Casalmaggiore, il cui sindaco Bongiovanni, della Lega Nord, assieme al vice Leoni, ieri sera in un incontro pubblico all'oratorio Maffei ha ribadito in un'assemblea la propria volontà di realizzare la tangenziale locale come opera collegata all'autostrada. L'amministrazione casalese respinge la proposta di Cesare Vacchelli, del comitato, che ha proposto una tangenziale ma dal costo ridotto della metà, cioè di soli venti milioni. Autocisa ha già ottenuto una proroga della concessione autostradale nel 2009, e ora con l'occasione della legge Sblocca Italia ne chiede un'altra, sempre con la stessa promessa di realizzare la Tirreno Brennero. L'Unione europea sta ancora valutando l'ennesima richiesta di proroga, con scadenza allungata dal 2031 al 2043, sempre che Autocisa ottenga l'approvazione del progetto definitivo, ancora assente. L'Europa pare intenzionata però a concedere solo proroghe di pochi anni e in caso di urgenza dei lavori. Se la Tibre partirà, anche la Cremona Mantova sarà facilitata, perché collegata. Lucia Lanfredi, dei cinque stelle, ha presentato una mozione che chiede di realizzare il raddoppio della ferrovia per dare velocità agli spostamenti sia di persone che di merci. La maggioranza che sostiene il sindaco Galimberti sta riflettendo su una proposta in campo ormai da più di dieci anni, giustificata dal bisogno di Cremona di rendere più veloci i collegamenti viabilistici più veloci. Ma i vincoli della Cremona Mantova sono scaduti nel 2013 e Lanfredi chiede di non rinnovarli. Sel è contro la colata d'asfalto, il Pd chiede o il raddoppio ferroviario o l'autostrada purché si lavori, la lista civica del sindaco non si è ancora espressa. Martedì sera, a Spaziocomune in piazza Stradivari, ci sarà un nuovo incontro pubblico con gli ambientalisti Ezio Corradi e Cesare Vacchelli e con il consigliere comunale di Sel Filippo Bonali.