TIME AND TIDE – CONTROCORRENTE (2000) di Tsui Hark

Definire il cinema di Tsui Hark come postmoderno ed ipercinetico si è rivelato negli anni criticamente sbagliato. In primis, perché ridurre la carriera cinematografica di questo immenso autore ai due (fiacchi) lavori in terra americana sarebbe criminale. In seconda istanza, perché il regista nato in Vietnam 60 anni fa è, a tutti gli effetti, più speculare al cinema visionario e cerebrale di un Johnny To che a quello manierato ed eccessivamente compiaciuto di John Woo.
“In cerca di denaro facile, Tyler trova lavoro come guardia del corpo di un losco gangster di Hong Kong. Ma la situazione si complica quando bande opposte cominciano a fronteggiarsi e Tyler si trova così a mettere in gioco la recente amicizia con Jack. Entrambi vivranno una serie di pericolose circostanze, fino a trovarsi l’uno contro l’altro in un confronto mortale”
Si assiste senza ipocrisie ad uno dei maggiori capolavori del moderno cinema asiatico: scritto, prodotto e diretto dal prolifico Hark (ad oggi 45 pellicole), fotografato magnificamente da Chiu-Lam Ko e Herman Yau e montato dal fido Marco Mak, Time and Tide rappresenta l’ennesimo tassello di una poetica unica, segnata da un approccio neoromantica ed umano all’adrenalinico cinema action di hong kong.
I volti, le singole vicende dei protagonisti, persino i piccoli gesti che li caratterizzano sono parte costituente, meglio integrante, della sceneggiatura complessiva. Non costole accessorie di un corpo-film debole, volgarmente indirizzato ad alternare momenti emotivi ad esplosioni/accelerazioni spettacolari.
I pensieri assorti di Tyler e la vita quotidiana di Ah Hui (la magnifica Candy Lo) fortificano la vicenda principale, che in sintesi potrebbe essere liquidata come un’amicizia virile tradita dalle circostanza ma che Hark trasforma immagine dopo immagine, sequenza dopo sequenza, in un lucido affresco sulla complessità e sulle contraddizioni di un panorama sociale senza bussola di riferimento.
A confermare la potenza evocativa di questo regista/artista ormai riconosciuto internazionalmente come tale, l’acquisto e la distribuzione di suoi numerosi lavori (non solo recenti) da parte dell’americana Columbia.

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