Ci eravamo aperte la strada uccidendo una ventina di soldati tra esseri umani e serafini del cambiamento, qualcuno di loro aveva opposto resistenza e quei pochi Prelati che comandavano il corpo di guardia erano stati neutralizzati con le armi da fuoco prese alle guardie uccise – Quando tornerò dentro il mio TSC per prima cosa cercherò di migliorare la collana per resistere ai sovraccarichi! – sussurrai alla mia compagna.
Ala Mozzata aveva costruito una sorta di bracciale per impedirsi di uccidermi, in caso ci fossimo trovate di nuovo nella situazione del nostro arrivo. Tuttavia io avevo preso anche delle altre precauzioni, senza dirle nulla: era meglio mantenere segreto il modo per sconfiggere la parte malvagia della mia compagna.
Probabilmente il Prelato Superiore si era reso conto di avere tra le mani un vero e proprio tesoro: rispetto ad Alley Complex quella struttura poteva vantare guardie meglio armate e più numerose, oltre ad avere il vantaggio di sorgere all’interno di uno dei più importanti edifici della Cabala stessa – Mi aiuterai a mettere fine alla vita del Prelato Massimo, una volta riavuta la stanza? –
– Una promessa è sempre tale, amica mia. –
– L’onore è una delle tue tante qualità non documentate, Morrigan. – ammise il serafino con un sorriso sardonico – Nessuno ne parla eppure eccoti a ribadire il tuo voto. –
Per quanto fosse rischioso agire in quel modo era chiaro che Ala Mozzata si fosse decisa a combattere la Cabala con tutte le forze a disposizione e se la mia presenza poteva aiutarla, non potevo di certo tirarmi indietro. Specie considerato che in quel punto della linea temporale il neomedioevo era diventato meno oscuro e terribile proprio grazie alle azioni dell’angelo. Il principio della rinascita dell’umanità è arrivato proprio sulle ali di un serafino del cambiamento, uno con cinque ali!
Entrammo nelle sale interne di quel complesso. Le arcate della cattedrale interna sembravano dei veri e propri ponti sospesi nel vuoto, mentre una sorta di generatore di gravità animava una cascata d’acqua, modellandola come una spirale a doppia elica, probabilmente a simulare il DNA. I giardini erano dei veri e propri habitat alieni: piante modificate geneticamente mostravano le loro composizioni floreali, annaffiate dall’acqua nebulizzata della fontana antigravità – Al diavolo, questo posto non sembra diverso da Gr… –
– Ti pentirai di essere tornata fin qui, strega! –
Una figura con gli stessi parimenti di quella che aveva stregato Ala Mozzata alla nostra prima incursione si stagliava davanti a noi, la sua sicurezza non sembrava intaccata dal nostro successo ad Alley Complex, ne il nuovo venuto sembrava curarsi delle nostre intenzioni – Non puoi nulla Prelato Superiore! Ho ritrovato la mia ragione e la forza di un tempo, non sarò più tua schiava! – gridò Ala Mozzata lanciandosi in carica contro il Prelato.
L’ologramma si dissolse, comparendo accanto a me – Vedi serafino, la tua condizione cambierà e quando la rabbia avrà sopraffatto il tuo equilibrio ritornerai il demone che sei sempre stato, la Cabala è la tua unica luce e la tua unica possibilità di equilibrio! –
– Sbagli. – negai trasmutando l’acqua della fontana in acido con l’intenzione di farle consumare tutte le piante del giardino – Il suo equilibrio non potrà essere compromesso finché io le sarò accanto: ho creato un bracciale in grado di inibire i suoi stati d’animo! –
Senza replicare a quelle parole, la figura del Prelato si dissolse, disattivando i generatori di gravità all’interno della stanza, in modo che l’acido smettesse di venire nebulizzato intorno al giardino – Hai bluffato sperando che non tentasse di attivare il suo anello di controllo? –
– Non ho bluffato. –
– Dunque ho barattato una prigionia con un’altra. –
– Con l’unica differenza che io sono dalla tua parte! – l’angelo si fece bastare quelle parole, facendomi cenno di proseguire verso le sale dove il Prelato Superiore si era barricato.
Sfondammo una porta, trovandoci due serafini costretti dal loro signore a piegarsi alla malvagità più pura, deformando le loro sembianze come aveva fatto Ala Mozzata, quei demoni però non sembravano aver mantenuto nulla della loro vera natura: la ragione doveva averli abbandonati da tempo – Ora vedremo se questo affare funziona davvero! – commentai lanciando un nugolo di pugnali da lancio contro quelle creature, nel tentativo di guadagnare tempo.
Ala Mozzata aveva spalancato le sue ali, invitando uno dei demoni a ingaggiarla in duello. Benché desiderassi vedere come quell’essere combatteva un proprio simile, il mio avversario richiedeva la stessa attenzione. Trasmutai l’aria intorno al mio braccio in una lunghissima falce a due mani, leggera come l’alluminio e resistente quanto il titanio – Avanti! – lo invitai.
Il mio avversario mi balzò addosso solamente per prendersi la spazzata della mia arma in pieno petto, mi avvicinai afferrando il suo spadone e fissando quel corpo ferito gli mozzai la testa per mettere fine alle sue sofferenze. Lo spadone servì a colpire alle spalle l’altro serafino. Ala Mozzata mi fissò incerta, comprendendo che non stavo dicendo bugie riguardo il bracciale che avevamo costruito nel suo TSC.
Aprirsi la strada verso le sale del Prelato Superiore non fu difficile: armata con la mia falce era persino più facile colpire quei soldati e per ben due volte i serafini che incontrammo finirono impalati da quell’arma ultraleggera – Combatti come la vera dea della violenza. – commentò l’angelo osservando alcuni dei malcapitati che erano caduti sotto i miei attacchi – Non concedi la pietà alle tue vittime. –
– Dovrei? – chiesi, mettendo fine alla vita dell’ultimo guardiano che ci separava dalle sale del Prelato. Mi fermai ad osservare quella distruzione – Quelle coordinate sono state faticose, ma non credo che verserai una lacrima per quella gente. –
– Neanche la mia parte angelica prova pena per loro, se vuoi saperlo. – entrammo in quella sala, la stessa in cui avevamo pianificato di entrare al nostro arrivo in quel punto della linea temporale, all’interno il Prelato Superiore ci fissò facendo scattare il proprio bastone elettrico contro di me.
Intercettai la scarica elettrica con la lama della mia falce – Adoro gli isolanti! – commentai riflettendo quella scarica elettrica contro l’uomo, aggiungendoci qualche ampere per essere sicura che non si rialzasse più.
– Per contrappasso coloro che ti hanno fatta soffrire periscono a causa delle loro stesse minacce, saggia quanto crudele scelta di portare la tua vendetta, amica Morrigan. – fu il commento di Ala Mozzata, mentre armeggiava con la consolle del complesso – Sembri stanca dopo questa dimostrazione. La tua lontananza dal TSC che controlli e il tuo abusare del dispositivo di controllo remoto ti stanno prosciugando! –
– Trova il TSC. –
– La mia ricerca andrà avanti ancora per un po’, riposa il tuo corpo e recupera il tuo equilibrio mentale: se il bracciale trasferisce la mia parte malvagia a te, allora è un bene che tu sappia come combattere un simile anatema. – fece notare l’angelo, facendomi appoggiare contro una parete – Morrigan io… – il terminale del Prelato interruppe quelle parole, catturando l’attenzione di Ala Mozzata.
– Trovata? –
Il serafino del cambiamento mi fissò con cordoglio e chinandosi su di me mi fece bere – Sarà meglio che tu recuperi le forze: ti serviranno se vorrai usare ancora quel bracciale: dentro la complessità principale di questa regione ci saranno fin troppe cose capaci di far emergere la mia parte corrotta. –
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