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Timeshifters - Guerra per lo spazio

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
– Hai un minuto, vuoi ripassare il piano? – – Mi hai detto cosa fare almeno dieci volte. – protestai, portandomi la mano all’orecchio dov’era il comunicatore. – Morrigan chi, senza sostegno e senza strategia, attacca un nemico sottovalutandone la forza, sarà sicuramente fatto prigioniero. – recitò il Generale con una nota della voce divertita – Sembra che tu non sappia neanche le regole fondamentali dell’arte della guerra. – Sorrisi, osservando la guardia che usciva per la ronda, quello era il segnale: avevo otto minuti per disattivare il sistema di sicurezza della piattaforma di atterraggio. Sunzi mi aveva convinto a portare avanti i suoi piani: dopo le accuse riguardo l’operato di Clenia per alterare la linea temporale, avevo trovato prove riguardo le attività sovversive nei diari personali della gorgone, con tanto di registrazioni in cui la stessa Clenia indeboliva il governo di Lift35, rendendo instabile la linea temporale in modo quasi irreversibile. Quello, insieme al consiglio di Revlis e alla banca dati che parlava di una grande depressione prima della guerra tra le piattaforme, mi aveva portato a credere alle parole del Generale cinese, il quale stava semplicemente ricoprendo il ruolo di funzionario di alto livello in quella che sarebbe diventata molto presto una delle zone più calde del pianeta. Saltai dal pinnacolo di una torre di sensori per afferrare un lungo cavidotto che portava energia alla prossima stazione di controllo di quella dannata installazione militare. Aggrappandomi con una mano e penzolando nel vuoto mi chiesi se davvero mi ero convinta a ad aiutare un altro timeshifter solamente per rimediare al caos procurato da Clenia, ma accantonando i pensieri su cosa stessi facendo afferrai il cavidotto con entrambe le mani, cominciando a dondolarmi ritmicamente, accompagnando il movimento di quell’affare. – Se non ti conoscessi direi che non vuoi trasformarti in corvo. – mi stuzzicò Sunzi. – I corvi sono estinti, li abbiamo uccisi tutti, come metà del pianeta. – mi difesi rimpiangendo l’idea di non aver ancora imparato a modificare il mio corpo così a fondo – Senza contare che sono arrivata. – Mi dondolai ancora verso l’avanti e con uno slancio raggiunsi il tetto della postazione di guardia delle batterie antiaeree, per non scivolare mi misi carponi, contando a mente ciò che mi rimaneva degli otto minuti – Tre, due, ora! – gridò Sunzi nelle mie orecchie. Il malcapitato non si rese conto che gli ero arrivata alle spalle e bastò un rapido movimento della mia falce, per mettere fine alla sua vita – Bene, ora attiva il cancello e vai dentro. Ci sono almeno altre due guardie. – – Quanti minuti ho? Mi sto stancando stando lontana dalla stanza! – – Abbastanza per riprendere fiato. – mi tranquillizzò l’uomo – Sei veloce, dea della violenza. – Avrei voluto dormire, ma proprio perché ne sentivo il bisogno, non potevo fermarmi: quelli erano i sintomi della stanchezza da controllo remoto e l’aver passato molto tempo nel TSC di Clenia non mi aveva aiutato a superare i postumi della maledizione con cui la stessa gorgone mi aveva portato nel XL secolo. Essere impegnata come commando mi era sembrata un’ottima idea: da sola avrei potuto fare in una notte quello che dieci uomini specializzati avrebbero tentato in una settimana di preparativi. Feci scomparire la falce e attivando il cancello di sicurezza della piattaforma mi resi conto che non sarebbe stato così facile passare di li. A guardia dell’accesso c’era un mezzo corazzato della stessa stazza di quelli che avevo visto a guardia del palazzo di Sunzi: un Roc senza ali, ma fornito di una batteria di missili, l’aspetto tozzo e sgraziato non lo rendeva meno mortale e per quanto mi sforzassi di trovare una debolezza nella corazza, non sembrava esserci un punto scoperto – Le vittorie ottenute dai maestri nell’arte della guerra non si distinguono né per l’uso della forza, né per l’audacia, Morrigan. – – Utilissimo in questo frangente. – – Hai 5 minuti. – Non risposi alle parole del Generale, ma decisi che non potevo aspettare oltre. Uscendo dal mio nascondiglio mi resi visibile al soldato corazzato – Altolà! – – Non fare caso a me giovanotto. – dissi con voce distratta – Non sono qui per te. – Le armi del bestione corazzato si puntarono contro la mia figura – Si identifichi immediatamente. – gridò la voce attraverso il metallo – Altrimenti dovrò aprire il fuoco. – – Non lo farai. – commentai arrivandogli addosso con due rapide falcate. Accorciare le distanze da quell’affare mi dava pochissimo tempo per metterlo fuori uso, ma avvicinandomi mi ero messa al sicuro dalle sue armi mortali. Giusto il tempo necessario per sciogliere la sua corazza. – Chi è capace di conseguire la vittoria adattando la sua tattica in base alla situazione del nemico, può dire di possedere un’abilità superiore. – – Basta Sunzi, la tua arte della guerra è roba vecchia. – mormorai svuotata delle mie forze – Sono esausta, sono stata lontana dalla stanza per troppo tempo. – Annaspai tra i rottami liquefatti, probabilmente il soldato dentro la corazza aveva comunicato la violazione del perimetro e avendo perso la comunicazione gli uomini della sala di controllo erano in procinto di chiamare i rinforzi – I tuoi uomini sono già in viaggio? – chiesi salendo una scala metallica. – Macbeth comunica che saranno sulla piattaforma in perfetto orario, se non disabiliterai le difese automatiche e la griglia di sensori, i miei uomini verranno distrutti. – – Perfetto orario. – – Il problema è tuo Morrigan. Se fallirai ti lascerò in balia di quella gente, senza il TSC a difenderti. – ricordò Sunzi con decisione – Fai atterrare i miei uomini e potrai avere ciò che desideri. Loro si occuperanno di eventuali minacce una volta che li avrai fatti atterrare. – Arrivai alla passerella principale della struttura, due guardie armate facevano la ronda senza perdersi mai di vista, alla fine del corridoio che pattugliavano c’era la sala di controllo e probabilmente un’altra guardia piantonava la porta. Trasmutai l’aria in un pugnale da lancio e in un falcetto a una mano. Ero troppo stanca per utilizzare la falce e non volevo rischiare di attirare l’attenzione della terza guardia. – 2 Minuti. – lanciai il pugnale a quello più lontano, caricando il suo compagno con l’intenzione di piantargli il falcetto nel cuore. Sentii appena un grugnito mentre il sangue del malcapitato mi imbrattava i vestiti. – Ottimo lavoro, ora entra e disattiva la griglia dei sensori. – le parole del Generale risuonarono lontane nella mia mente, ma eseguii l’ordine entrando e sventrando una donna, dopo averla disarmata. I due tecnici della piattaforma non tentarono neanche di reagire, limitandosi a scappare, prima che potessi riservare loro lo stesso trattamento. Disattivai i comandi con difficoltà, ma aggrappandomi alla consolle vidi atterrare sani e salvi i quindici Roc provenienti da Lift35 – Qui Macbeth. Ti vediamo Morrigan, tempismo perfetto. – Non reagii a quelle parole, consapevole che la collana di controllo remoto sarebbe stata inutilizzabile per moltissimo tempo. Sunzi ti ha in pugno e quando non gli servirai più ti ucciderà. Pensai mentre il mio corpo perdeva il contatto con la realtà.

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