Ala Mozzata mi spinse verso le guardie. Caddi a terra lanciando appena uno sguardo veloce al Prelato, preoccupandomi che non si rendesse conto che le mie manette fossero diventate due stiletti – Prelato questa prigioniera è stata trovata mentre vagabondava ai bordi del nostro dominio, incitando la folla alla ribellione! –
– Serafino chi ti ha detto condurre questa stracciona qui? –
– Il Prelato della Cupola che è stato incaricato di mondare quest’eresia, potrai chiedere direttamente a lui una volta che sarà qui. – fu pronta a rispondere Ala Mozzata, attirando le attenzioni delle guardie.
Balzai contro i due serafini, affondando le mie armi nelle loro gole. Libera dall’illusione creata dalla collana di controllo, mi fermai a fissare il Prelato, immobilizzato da una pronta Ala Mozzata – Ora tu aprirai la porta per noi, oppure ti caverò gli occhi e li userò per farci una collana! –
– Tradimento! – lo uccisi lanciando uno sguardo alla mia compagna, controllando che non subisse l’effetto della rabbia che provavo.
Feci saltare in aria la porta di quel complesso, balzando addosso a due soldati armati di fucile e arma bianca, nello stesso tempo Ala Mozzata usava le sue ali per caricare un serafino. Concentrandomi sui miei avversari, fui costretta a schivare una raffica di colpi proveniente da uno dei due, scartando di lato per mettermi in guardia. Il grugnito che emise il più piccolo dei due nel rimettersi in piedi mi diede l’idea su chi attaccare per primo, facendo scattare due spade corte contro i loro spadoni d’ordinanza. Il clangore delle armi attirò qualcuno dal corridoio – Arrivano i rinforzi! – gridai ad Ala Mozzata.
La figura dell’angelo era precipitata, riducendosi a quella figura contorta che poteva considerarsi benissimo un demone – Ci penso io! – gridò la corrotta voce di quell’essere, mozzando di netto la testa del proprio avversario, prima di lanciarsi contro quei nuovi venuti.
Sorrisi scartando di lato per conficcare una delle mie armi nella schiena di uno dei miei avversari – Devo dire che mi sto divertendo un mondo a fare a pezzi voi pagliacci! – confessai all’altra guardia, mentre trasmutavo le sue molecole in aria – Combattere mette di buon umore. –
Presi la direzione opposta a quella di Ala Mozzata, percorrendo un lungo corridoio che conduceva nelle viscere di quella struttura sotterranea. La Cabala aveva deciso di inserire in ogni collettività come Alley Complex un vero e proprio quartier generale da cui sferrare un attacco a quello che rimaneva della civiltà umana. Era proprio da silos come quelli che erano partiti i primi missili che avevano distrutto quella società, il neomedioevo si era dunque concluso con la distruzione, riportando tutti sullo stesso piano.
Trovai un Prelato della Cupola armato di bastone elettrico ad attendermi davanti alla porta d’accesso alla sezione successiva e fermandomi di colpo notai per la prima volta gli allarmi che suonavano nelle mie orecchie, attivati probabilmente dai primi difensori caduti – Una strega nel cuore della sacralità dei nostri luoghi di culto? Fatti avanti eretica e subisci la punizione divina! –
Fissai quell’uomo con sufficienza, benché fosse armato con qualcosa di tecnologico come un’arma a impulsi elettrici, non pensai neanche un istante che potesse nuocermi, trasmutando una delle mie due spade corte in un pugnale da lancio. La mia arma venne deviata da una scarica elettrica proveniente proprio dal bastone – Questa verga è imbevuta del potere sacro, non potranno nulla i tuoi diabolici incantesimi, non tentare di oltrepassarmi, se non vuoi incontrare la punizione divina. –
– Comincio a pensare che persino voi crediate a queste assurdità. –
Il Prelato mi lanciò contro una scarica di fulmini, provocandomi un dolore accecante capace di mozzarmi il fiato. Fui costretta a indietreggiare, incapace di difendermi da quell’attacco e completamente colta alla sprovvista – La superbia è un peccato, eretica. Il tuo corpo consumato dalla furia del fulmine sarà d’esempio per tutti colore che cercheranno di ribellarsi al volere della Cabala! –
Tentai di reagire, ma il dispositivo della collana non si attivò, impedendomi di rispondere a quell’attacco, nello stesso tempo il bastone del Prelato si attivò di nuovo dandomi un’altra scarica di corrente tanto forte da farmi contorcere dal dolore. Sentivo le mie stesse grida nelle orecchie, come se fosse un’altra persona a patire per il mio dolore, ma sapevo che non avrei resistito ancora per molto – Basta! – riuscii a gridare con un ansito, mentre il mio corpo sembrava rivoltarsi contro la mia volontà, contorcendosi ancora in spasmi violenti. Il Prelato si lasciò andare a una risata, scotendo il capo come a negare quella possibilità e puntando meglio quell’arma riprese la sua tortura.
– Lasciala stare! – gridò una voce cavernosa e gutturale. Il corpo dell’uomo venne smembrato a mani nude e persino nello stordimento provocato dalla corrente elettrica nel mio corpo, compresi che alcuni brandelli del mio torturatore mi erano finiti addosso in quella furia omicida – Sei fortunata, amica Morrigan! – giudicò quella voce con un tono perverso – Se fossimo lontane dal mio TSC questa mia forma ti avrebbe ucciso. –
Ci misi un istante per riprendermi e qualche secondo di più per capire cosa avessi davanti. Un paio di possenti zampe da satiro complete di zoccoli erano quello che restava delle esili gambe di Ala Mozzata, mentre il busto ricurvo faceva penzolare a terra due tizzoni quasi del tutto privi di piume nere, i tratti aristocratici e delicati del viso erano stravolti da due protuberanze ossee che dal mento arrivavano fino alla nuca, simulando le corna di un vero demonio. Gli occhi di un rosso vivo mi fissarono – Andiamo! –
– Ala Mozzata? – chiamai tentando di rimettermi in piedi – Non posso… la mia collana è andata! –
– Non servirà. – mi tranquillizzò quel mostro più contorto del solito, sfondando la porta a cui il Prelato della Cupola faceva la guardia. L’interno era vuoto, un semplice androne da cui si poteva accedere a una sorta di piccola cappella di marmo bianco – Il TSC è vicino. – mi chiarì la mia compagna.
Mi rimisi in piedi arrancando, ancora scossa da spasmi e fissando il serafino del cambiamento riprendere la sua forma naturale a ogni passo verso quella cappella, quando i nostri sguardi s’incontrarono ancora Ala Mozzata era tornata un’incantevole ragazza albina, provvista di cinque ali – La nostra ordalia è finita, strega di Illdaar! Vieni, entra nella mia dimora fuori dal tempo. – mi propose, porgendomi una mano soffice e priva di artigli. Entrai, appoggiandomi all’angelo per non perdere l’equilibrio sugli scalini della cappella.
L’interno non era molto diverso da quello della torre di Illdaar: c’era tutto il necessario a garantire il viaggio nel tempo e sentivo già l’influsso della fontana della giovinezza che aveva la meglio sui danni fatti dal bastone elettrico. Il caos che regnava era dovuto probabilmente alla presenza di qualche ricercatore della Cabala, il quale aveva preso la strumentazione come qualcosa di innocuo, concentrandosi su alcune delle chincaglierie provenienti da svariati punti della linea temporale che Ala Mozzata doveva aver raccolto durante i propri viaggi – Sono onorata di poter accogliere la grande Morrigan nella mia dimora e non temere per la tua collana: tornerà operativa in pochissimo tempo mentre siamo qui. –
– Lo spero, dobbiamo combattere molto altro ancora! –
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