sveglia ore 05.30, come al solito.
gigioneggiando un pochino ho quasi perso l’autobus delle seievventicinque, ma poi invece l’ho preso per i capelli al nelli (che fa pure rima).
sono scesa all’aeroporto alle ore 07:15.
sono montata sull’aereo noleggiato per l’occasione alle 07:30, insieme a altri sei più il grancapo.
venti alle dieci ero al lavoro a berlino.
alle dieci la mia presentazione powerpoint era proiettata sul muro.
alle sette di sera era ancora lì, col grancapo che chiedeva chiarimenti, spiegazioni, approfondimenti su quel che leggeva, a me e a tutti quelli che passavano da lì, compresa la signora del caffè: era in grande spolvero, il grancapo.
alle sette e mezzo si è arreso, ci siamo avviati all’albergo, dove siamo arrivati, fra una cosa e l’altra, alle otto.
“appuntamento alle otto e un quarto per la cena”, sentenzia ilgrancapo, sissignore, signor sì, signore!
ore otto e mezzo: ristorante a Koepenick, ristorante italiano. in mezzo a tutti quei dottori e ingegneri ripensavo con dolcezza alla serata passata con emilia e giulietta nella birreria accanto e a quanto la vita a volte sappia essere varia.
ore nove e mezzo si riprende la via dell’hotel. a piedi, la serata è fresca ma non fredda. faccio la strada al passo del grancapo e si chiacchiera amabilmente. si passa il fiume, si guarda koepenick e il suo castello (è una villa ma la chiamano castello, valli a capire i tedeschi) e lui se ne esce con “dica la verità… in fondo, semplicemente, lei non è tipo da tedeschi, lei è più tipo da francesi”.
sì, beh, forse. non saprei. fatto sta che mi ha mandato a dresda, non a parigi… maledett0! :)
comunque alle dieci sono a letto e mi sveglio alle sette meno dieci, felice di aver recuperato ore di sonno.
faccio la doccia e venti alle otto sono a fare colazione coi colleghi. il grancapo no, lui è partito alle sette e mezzo perchè aveva da fare in azienda.
alle otto si va, si cominciano le riunioni, alle cinque e mezzo ce ne ritorniamo via, all’aeroporto, dove ci aspetta il solito micro-aereo per riportarci a firenze.
san HDC martire è fuori dal gate che mi aspetta per riportarmi a casa.
la prossima vita voglio fare la massaggiatrice thailandese.
ps: in tutto questo io alle due di oggi pomeriggio sognavo una flebo di doping qualsiasi, facevo fatica a tenere gli occhi aperti e la mente sveglia; il grancapo non siè MAI chetato fino a firenze.