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Timidezza e Introversione: quali differenze?

Da Quipsicologia @Quipsicologia

nietzscheFin da bambino io ricercavo la solitudine, e mi ritrovavo meglio là dove potevo abbandonarmi indisturbato a me stesso. Friedrich Nietzsche

Timidezza e introversione sono la stessa cosa?

Dipende a chi si rivolge questa domanda. Infatti, comunemente sono molto spesso utilizzati come se avessero lo stesso significato, mentre per la comunità scientifica sono due concetti differenti tra loro, sia nella teoria che nella pratica.
La timidezza e l’introversione spesso si confondono perché entrambi sono legati alla socializzazione. Nella timidezza c’è timore della socialità, mentre nell’introversione c’è disinteresse.

Alta o bassa socializzazione?timidezza

Quando parliamo di socializzazione ci riferiamo al desiderio, più o meno forte, di voler stare con gli altri. Invece parlando di timidezza ci si riferisce al quel tipo di atteggiamento messo in atto in presenza di altre persone quando si stanno vivendo sentimenti di tensione e di disagio. Comunemente si utilizzano termini quali timidezza e asocialità come se volessero intendere la stessa cosa. In realtà non è proprio così. Le persone timide hanno spesso un gran desiderio di stare tra la gente, ma il problema è che vivono nella costante preoccupazione del giudizio degli altri, si vivono come insicuri, inadeguati e hanno poca fiducia in se stessi.
Questo ci viene confermato anche da uno studio: Cheek e Buss, diversi anni fa, hanno portato avanti una ricerca scientifica su 950 studenti e hanno trovato una bassa corrispondenza tra timidezza e asocialità, per cui essere timidi, appunto, non significa non desiderare di stare con gli altri.
Considerando poi i vari aspetti legati alla socialità e alla timidezza, si possono invece descrivere gli introversi come delle persone con un basso desiderio sociale unito ad un basso evitamento sociale. Per cui l’introverso non cerca l’interazione e non ha paura di essa.
Da questi studi si evince che timidezza e introversione si possono quindi trattare come due dimensioni indipendenti, che possono comunque interagire tra loro dando vita a numerose variabili di comportamento. Per esempio una persona introversa e timida si comporterà diversamente da una persona introversa ma non timida o da una estroversa e timida. Alcune persone appariranno timide, altre audaci, ognuna comunque con i suoi atteggiamenti nei confronti delle relazioni e della socialità in genere.

Timidi o introversi per tutta la vita?

Il dott. Schmidt della McMaster University del Canada, ha portato avanti una ricerca studiando i bambini dal momento della nascita fino ai 12 anni. Ne è risultato che ci sono delle componenti biologiche sia per la timidezza che per i livelli di socialità. Questo però non vuol dire che un bambino timido rimarrà per sempre così. Esiste una certa duttilità. Quindi, non è vero quello che comunemente si dice e cioè che “se uno nasce cerchio non potrà morire quadrato”.
È possibile, per esempio, che una persona timida può diventare sempre più introversa nel tempo e dal momento che la vita sociale è dolorosa, questo potrà causare lentamente un ritiro dalla socialità, rifugiandosi nei piaceri della solitudine o di altri ambienti con bassa soglia di socialità. Allo stesso modo un introverso può diventare insicuro e timido se riceverà continuamente dei messaggi che gli rimandano che c’è qualcosa di sbagliato in lui.

Quali risorse?

Abbiamo visto finora che timidezza e introversione non hanno lo stesso significato. La timidezza è la paura del giudizio negativo, mentre l’introversione è legato al prediligere delle situazioni tranquille in ambienti poco stimolanti.
Inoltre c’è da dire che la timidezza richiama alla sottomissione. E in una cultura competitiva che venera “i maschi alpha” il divenire sottomessi è la cosa peggiore che ci possa essere per il nostro sviluppo, per la nostra crescita interiore.
Il timido e l’introverso non sono percepiti come alpha. In più, il fatto di non considerarli come modelli vincenti da emulare fa si che la stragrande maggioranza delle persone non riconosce in queste tipologie qualità e risorse importanti, come l’intelligenza, la saggezza, la sensibilità e la creatività.
Per esempio, per motivi molto diversi, le persone timide e introverse scelgono spesso di trascorrere le loro giornate dietro le quinte o si impegnano in attività a loro più confacenti.

Per consulenze psicologiche, psicoterapia, seminari o altre richieste, puoi scrivere a Gioele D’Ambrosio oppure telefonargli al 339.7098160.


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