Nell'ambito della nostalgia Amiga come sappiamo è possibile trovare un po' di tutto, dal pragmatico e serio appassionato di macchine Vintage che passa ore con il saldatore in mano sistemando degli Amiga 500, ai più esaltati adepti della religione informatica neo amighista confinati in una dimensione immaginaria dove OS4 non solo è un sistema operativo sensato e di "nicchia", ma persino pronto a vivere la ribalta finale e sconfiggere l'odiato Windows!
Tuttavia credo sia possibile individuare in tale marasma due grandi scuole di pensiero:
- chi è rimasto all'idea che un surrogato di Amiga (da considerarsi successore delle macchine originali) debba basarsi su un Hardware “esotico”, cioè diverso da quelli dominanti nell'ambito delle attuali tecnologie informatiche
- chi invece predilige la via software tramite l'emulazione magari in accoppiata con Aros: un grazioso OS clone del Workbench/AmigaOS per comuni pc x86 (Icaros) e forse in futuro per i micro pc arm da poche decine di euro
Non è un segreto che questo blog vede senz'altro di buon occhio la seconda categoria, trovandosi spesso a criticare la prima, al trascurabile costo di attirare su di se parecchie antipatie e malumori della scena... Eppure riconosco che nella categoria degli "amighisti militanti" esiste una sub-corrente di pensiero che ha degli aspetti affascinanti, quella dei cloni AMIGA FPGA.
La domanda giusta è: "Se volessimo rifare da zero AMIGA e magari potenziarne le capacità ispirandosi ai progetti incompiuti di Commodore (chipset AAA e Hombre) come si dovrebbe procedere?"
Una possibile risposta al problema è data dalle FPGA. Trattasi di circuiti integrati composti da un numero molto elevato di celle logiche tra loro interconnesse in una trama o matrice. Questo insieme di elementi logici è capace di sintetizzare (concetto diverso dall'emulare) qualsiasi circuito logico tramite un linguaggio di descrizione dell'Hardware (HDL).
Ricorrendo alle FPGA non solo è possibile replicare ad esempio i diversi chipset Amiga OCS/ECS/AGA (ovviamente non più prodotti da moltissimi anni) oppure le CPU della serie 68000, ma anche potenziare a piacimento le loro originarie caratteristiche. Storia dimostra che questa strada pur essendo percorribile con successo, si presenta indubbiamente irta e piena di ostacoli e ciò particolarmente per coloro che la intraprendono avventurandosi con un approccio amatoriale magari spinti da facili entusiasmi iniziali. Per molto tempo l'unico clone Amiga così realizzato (almeno per quel che concerne il suo chipset) è stato il Minimig, un progetto open source del 2007 che replica perfettamente un Amiga 500. Dopo diversi anni è arrivato in porto un altro progetto analogo, l'FPGA Arcade, tecnicamente più complesso ed evoluto che sintetizza il chipset AGA (più difficile da simulare rispetto ai precedenti chipset di casa Commodore) insieme alla CPU 68k.
Senza dubbio due prodotti molto interessanti e utili a chi non vuole maneggiare hardware vintage, che non aggiungono nulla di nuovo e quindi non affascinanti quanto un terzo diverso progetto, stavolta decisamente più ambizioso: il NATAMI (Native Amiga) Il Natami intendeva ripartire esattamente da dove si era fermata Commodore, mantenere la compatibilità con le macchine originali e al contempo ispirarsi a molte caratteristiche dei chipset progettati dalla grande C=, AAA ed Hombre Il cuore del progetto era infatti il SUPERAGA, roba da mandare letteralmente in visibilio le platee amighiste, come dimostrano le 78 pagine di forum ufficiale con la bellezza di 2256 Topic e 50000 messaggi, dal 2008 ad oggi. Il chipset del Natami prometteva di abbattere le limitazioni hardware che purtroppo hanno pesantemente segnato gli ultimi Amiga nati nel 1992, i quali non si rivelarono in tutto e per tutto degni eredi di quell'architettura che nel 1985 mise in ginocchio la concorrenza su scala planetaria; un deficit quello dell'AGA che contribuì al definitivo declino della piattaforma e la sua estinzione negli anni successivi alla chiusura della Commodore. Da un punto di vista “accademico” il progetto Natami era veramente degno di nota e come detto estremamente affascinante; esso lasciava intuire quanto amore fosse ancora riservato alla storica piattaforma Amighista nonostante gli anni trascorsi dalla sua dipartita. Da un punto di vista pragmatico il Natami è invece rimasto ciò che si usa definire sarcasticamente Vaporware, tanto clamore e interesse per qualcosa infine mai uscito sul mercato (benché in questo caso di nicchia). Eppure ciò non significa affatto che il Natami fosse immaginario, inesistente o peggio una presa in giro... tutt'altro! Negli anni si sono susseguite diverse versioni e revisioni della Board in un work in progress apparentemente infinito; almeno fino a quando il progetto sembrava aver quasi raggiunto la finale rampa di lancio con diversi video sul web che testimoniavano la sua compatibilità con il software Amiga; per infine giungere a un tour promozionale della scheda in territorio europeo forse per attrarre l'interesse di sviluppatori e magari anche qualche finanziatore (evidentemente senza riuscirci). Immaginerete infatti che non avrebbe alcun senso lanciare una piattaforma rinnovata senza che poi su di essa non si produca del software che ne sfrutti le nuove caratteristiche (nel team Natami erano presenti alcuni sviluppatori intenti a creare giochi esclusivi SUPERAGA). Dopo le prime tappe del Natami Tour, due anni or sono, il progetto precipitò definitivamente nel limbo degli incompiuti Amigoidi.
Veniamo dunque all'oggetto del Post TiNA. acronimo di Tecnologia iNformatica Amica, dove il gioco di parole Amica/Amiga dovrebbe in qualche modo suggerire all'interessato l'idea di una nuova piattaforma amighista, DEFINITIVA, sulla quale riprendere a sviluppare software e quindi divertirsi come un tempo. Le future caratteristiche tecniche della macchina (non ancora messe in nero su bianco) sembrerebbero quelle di un progetto ancora più ambizioso del Natami. Il tutto non ha ancora dei contorni ben definiti e per farsi un'idea più chiara credo si dovrà attendere ancora molto tempo, ciò nonostante siano già trascorsi diversi mesi dai primi roboanti annunci Da quel che ho capito il team è composto da due anime, una tecnica e una propagandistica o di “folklore”, qualità queste ultime tipiche degli amighisti “sopravvissuti”. La parte tecnica è nelle mani di un'azienda che pare stia investendo risorse in questo progetto principalmente per motivi non strettamente legati al mondo Amiga e dichiarati "importanti" per gli interessi dell'azienda stessa; la futura realizzazione di un clone Amiga è vista infatti come una sorta di sovrappiù, un "dono" alla comunità amighista... La parte propagandistica del progetto, finora autrice del sito e relativo logo (le uniche cose viste in 5 mesi), tra le altre cose risponde alle domande degli amighisti ovviamente sia curiosi che scettici nei forum della scena. Le perplessità sul progetto sono sostanzialmente due, la prima riguarda coloro convinti che il destino del progetto sarà ineluttabilmente il medesimo del Natami; mentre altri in funzione dei vent'anni ormai trascorsi dagli ultimi Amiga, ritengono che tutto ciò resterebbe al più un interessante esercizio di stile, ma senza un particolare mercato, in quanto oggi quasi nessuno sviluppa più software per questa piattaforma defunta. Amiga nel mondo del Retrocomputing ha la scena più sterile in assoluto, persino peggio dell'AtariST che già fu un floppone all'epoca, una situazione quindi neanche lontanamente paragonabile alla florida scena C=64 e ZX Specrum, ormai considerati immortali. Ad Amiga resta "solo" un'ottima demoscene, ma per questa come saprete è un codice d'onore non utilizzare hardware potenziati, ma solo chipset originali ecs/aga e cpu 68k. Nulla da fare quindi... Con ogni probabilità l'uso del prodotto finale TINA (dal costo finale ipotizzabile a non meno di 300€) non sarebbe dissimile da quello gratuito e molto più prestante ottenuto tramite emulazione Amiga su sistemi desktop ordinari, dove i limiti grafici AGA vengono superati dall'Rtg, per dei workbench FullHD molto veloci (Amikit) Lo stesso Aros Vison 68k non credo sia un particolare incentivo, perché oltre al fatto che esso è usufruibile sempre tramite emulazione su PC, abbiamo pure Icaros desktop x86 per la migliore e inarrivabile incarnazione di Aros esistente. Condiamo il tutto con la terrificante crisi economica che spinge sempre più le persone a tagliare tutto quello che non è utile alla sopravvivenza per condire la bella frittata nel piatto dell'idea dei cloni Amiga... La risposta della propaganda “Tinista” ai pesanti dubbi sollevati è che ci vorrà del tempo (e fin qui ci arrivavo anch'io) e soprattutto viene posta come garanzia alla finalizzazione del progetto la necessità assoluta dell'azienda produttrice che questo arrivi in porto (per questioni interne... alias fatti loro). Nient'altro... tra le altre cose non ho idea quale sia questa azienda, quindi non chiedetemelo.
Tutti si augurano una riuscita del progetto (al solito in ambito Amiga, ove regna il fanatismo più spinto, basta mostrarsi scettici per essere subito apostrofati come troll) e nessuno ha intenzione di negare a Tina un sincero in bocca al lupo, nonostante le serie perplessità sul senso stesso dell'operazione. Solo mi permetto di sottolineare che le tristi vicende Amighiste da diversi anni sembrano ormai le puntate di una stucchevole soap opera, ci manca solo che qualcuno decida di iniziare a mandare le repliche di 1000 puntate già viste...